di Gianluca Albanese
LOCRI – «La battaglia di Calabrese è una battaglia di civiltà e di prospettiva. Non sarà tanto difficile vincere, quanto governare. Ecco perché vi chiedo di stare uniti, specie nelle avversità, perché i cittadini vi votano per farvi governare. Dovete dire loro che avete un piano, un progetto, un sogno che domani dovrete realizzare. Quando si restituisce la speranza nella legalità al cittadino è difficile che altre forze possano prendere il sopravvento. Non fatevi prendere dalla foga e dal conflitto. Pensate a dare risposte. Pensate ai fatti. W Locri. W l’Italia». E’ lo Scopelliti versione 2.0 quello che chiude, poco prima delle 22, la manifestazione a sostegno della lista “Tutti per Locri” che candida a sindaco Giovanni Calabrese, davanti a una piazza Nassyria gremita come non mai. Niente eccessi verbali, niente (o quasi) battute feroci contro gli avversari politici, nessun rimpallo di responsabilità. Il presidente della giunta regionale parla da uomo di governo, sospingendo 17 uomini e donne che si candidano a governare Locri nel momento forse più difficile della sua storia.
IL PROLOGO
La bandiera tricolore sventola sospinta da una brezza sostenuta, pulpito e poltroncine bianche davanti ai candidati seduti nella gradinata dietro agli oratori. Banchetto con hostess e materiale di propaganda elettorale, piramidi da stadio e cura nei dettagli. Piazza Nassyria è un salottino che col passare dei minuti diventa agorà gremita, complice l’ora di ritardo accumulata dal governatore nel giungere a Locri. Introduce Domenica Bumbaca, candidata consigliera e vicinissima a Giovanni Calabrese. Parla della necessità di sinergie tra Comune e Regione per il rilancio di Locri. Presenta Tilde Minasi che, per vicinanza politica, sta a Scopelliti come lei sta a Calabrese. Quest’ultima definisce il candidato sindaco di “Tutti per Locri” «L’uomo giusto e capace di ridare dignità alla politica». Plaude alle tante donne in lista e precede i brevi interventi di saluto da parte dei consiglieri regionali Pietro Crinò e Gianni Nucera, e dell’assessore regionale Gigi Fedele. Poche parole per dire che Locri e la Locride hanno bisogno e voglia di riscatto partendo proprio dalla buona amministrazione.
GIOVANNI CALABRESE
Il candidato sindaco fa il pieno di entusiasmo, ma il suo primo pensiero va all’amico Lello Franco, scomparso da qualche giorno, al quale dedica la serata mentre il pubblico si alza in piedi per onorarne la memoria. Quindi, entra nel vivo. «Peppe sa dell’amore che abbiamo per Locri, una città che ha subito troppa mortificazione negli ultimi due anni, finendo nel degrado». Si rivolge agli esponenti della Regione presenti e dice loro che «Noi abbiamo bisogno di voi a differenza dei nostri avversari che dicono di non avere bisogno di nessuno. Abbiamo innanzi tutto bisogno dei finanziamenti del decreto Fortugno per dare alla città quello che serve a differenza di chi ha tenuti nel cassetto». Non manca un attacco frontale condito dal proverbiale sarcasmo nei confronti del suo diretto avversario Antonio Cavo. «Non lo conosce nessuno e lui non conosce Locri. Gira col navigatore satellitare per fare il giro di vie e contrade che non aveva mai percorso prima e – e qui arriva la battuta spiritosa – pare che l’abbiano fermato a Chiasso in quanto voleva dirigersi in contrada Basilea ed era finito in Svizzera. Lui è solo un prestanome di Lombardo che scambia la relazione Cervellini con la Costituzione italiana. Quelli della sua lista si muovono solo in campagna elettorale e hanno voluto occupare la piazza dei Martiri tutte le sere per fare manifestazioni con 17 persone, mentre noi stasera siamo tantissimi». Giura che la sua candidatura non è di una sola parte politica e che «Anche la sinistra onesta e indipendente è con noi» e indica al governatore una serie di priorità per il territorio. «La Regione sta affrontando l’emergenza rifiuti ma il vero dramma è il lavoro ed è questo che i cittadini ci chiedono. Noi siamo sicuri dell’impegno della Regione. Anche la Sanità vive un momento di grande difficoltà. Oggi l’ospedale di Locri deve rivivere in modo giusto. Tagliare sprechi e clientele è giusto, ma bisogna dare servizi sanitari adeguati ai cittadini della Locride». Chiude rivolgendosi ai potenziali elettori: «Locresi, stateci vicino ma fate attenzione a queste ultime 100 ore di campagna elettorale che saranno decisive per il futuro di questa città. W Tutti per Locri, W Locri».
PEPPE SCOPELLITI
Esordisce rivolgendo un pensiero al folto pubblico presente. «Questa piazza è la testimonianza che l’antipolitica non attecchisce ovunque, perché dove ci sono candidati seri la gente li segue». Plaude all’unità ritrovata del centrodestra cittadino: «Hanno fatto bene Calabrese, Macri e Sainato a superare le divisioni del passato. Non mettiamoci a livello dei nostri avversari e lasciamo a loro l’odio e la ferocia in campagna elettorale. Noi intendiamo la politica come spirito di servizio, serve parlare in un modo diverso e lasciare gli avversari al loro destino. La scelta di Giovanni è coraggiosa e figlia del senso di appartenenza e amore per il territorio, che viene fuori quando il compito è più difficile». Lui che ha sempre puntato sul concetto unitario di regione scevro da “occhi di riguardo” verso particolari zone stasera dice che «Si possono dare risposte serie alla Locride: serve un’inversione di tendenza prima di tutto sul concetto della Locride. La bandiera della legalità è nostra e non di altri». Abbraccia Calabrese e ricorda che «Siamo cresciuti nel Fronte della Gioventù facendo militanza vera. Giovanni ha avuto ruoli di primo piano in Comune e Provincia. È un uomo capace di affrontare le intemperie. Tra qualche giorno a Locri avremo un punto di riferimento capace e credibile. Locri ha bisogno di una giunta che stia poco nel palazzo e tanto tra la gente e tu – dice rivolgendosi al candidato sindaco – sei un uomo del popolo». Fin qui la lunga premessa. Quindi, Scopelliti entra negli aspetti pratici della futura amministrazione, snocciolando numeri e strumenti per lo sviluppo della zona. «La Locride – ha detto – ha avuto finanzianti corposi e bisogna cominciare a spendere le risorse che sono state già destinate; insieme possiamo programmare i fondi europei 2014-2020, pensare al turismo. Prima di tutto, però, ci vogliono un sindaco e un gruppo dirigente che abbiano le idee chiare per lo sviluppo della città. Noi, come governo regionale, dobbiamo sapere che cosa vogliono i sindaci che sappiamo programmare nel tempo. Fino a poco tempo fa, e purtroppo in alcune zone ancora oggi, è mancata la pianificazione che è sempre stata la marcia in più della politica. Questa è una terra a vocazione turistica puntando sulla destagionalizzazione. Non c’è riscatto sociale se non siamo tutti uniti e la vera svolta è culturale. Possiamo anche trovare, per ipotesi, 50.000 posti di lavoro ma se la cultura sul lavoro rimane sempre quella non abbiamo fatto nulla». La partita della programmazione dei nuovi fondi comunitari è la principale, e il governatore rimarca «La differenza tra noi e la sinistra» che, a suo dire «sta nella cultura della prevenzione che differisce dalla loro che è fatta di azioni e Por tutti tesi a combattere le devianze giovanili piuttosto che a prevenirle». Quindi, snocciola dati di bilancio con ragioneristico rigore. «Sulla Sanità – ha spiegato – abbiamo ereditato una voragine, specie da quando i governi nazionali non hanno più coperto i disavanzi lasciando la patata bollente alle regioni. Noi puntiamo all’ulteriore riduzione del disavanzo fino al suo azzeramento come precondizione essenziale per lo sviluppo della Calabria. Quello che abbiamo fatto noi non l’ha fatto mai nessuno, invertendo la rotta anche in altri contesti difficili come le Ferrovie della Calabria, la Sorical, la forestazione. I drammi di mezzo secolo non si possono risolvere in pochi anni». Dopodichè torna a concentrarsi sulla sanità «Basta logiche clientelari. Il mio impegno riguarda i servizi e la qualità e quello di buono che abbiamo fatto a Polistena vogliamo farlo a Locri. Dobbiamo rafforzare la rete e le risorse sono fondamentali. Il bilancio – ha detto Scopelliti – è ingessato. Il futuro della Calabria lo può costruire solo chi appartiene al territorio. Non possiamo più delegare a nessuno quel che riguarda il nostro futuro, men che meno a parlamentari come Rosy Bindi che vengono qua solo in campagna elettorale. Oggi quasi tutte le tasse (114 milioni di euro) che paghiamo servono per coprire il vecchio buco sulla sanità. Pensate che cosa accadrà quando tra due anni avremo coperto il deficit e potremo finalmente contare su parecchie risorse in più. 3.400.000 all’anno è il finanziamento regionale per la Sanità, più le tasse dei calabresi che fino a quando serviranno per coprire il buco di bilancio non potranno essere destinate altrove. Noi puntiamo a incentivare politiche sul lavoro una volta che avremo coperto il deficit sulla sanità. Lavoriamo per creare opportunità lavorative nel privato, basate sulla sana competizione: basta assistenzialismo e clientelismo ma opportunità reali per fare rimanere i nostri giovani qui». Un concetto tipicamente di destra quello della competitività, così come ricorda il vecchio Scopelliti anche l’unica stoccata rivolta al suo storico avversario Demetrio Naccari Carlizzi: «A Locri abbiamo già vinto, e sapete perché? Perchè da qualche giorno la lista avversaria conta anche sull’appoggio in loco di un consigliere regionale del Pd che ovunque vada porta una sfiga completa ai suoi». Una battuta alla Berlusconi, insomma, giusto per non perdere il vizio. Poi, c’è spazio per l’appello finale all’unità della coalizione, ritrovata dopo le lacerazioni del passato.