di Gianluca Albanese
LOCRI – Ricordate il vecchio intervallo della Rai, quello col sottofondo soave di arpa e che offriva alla visione dei suoi telespettatori immagini bucoliche, spesso raffiguranti greggi di pecore in colline incontaminate?
Ebbene, provate a filtrarla alla luce della parossistica realtà odierna, nella quale, gli sforzi dell’amministrazione comunale e dei tanti locresi per bene che hanno a cuore le sorti di una città che vogliono ripulita dai cumuli d’immondizia per strada, sembrano a volte quasi vanificati da una minoranza ristretta di residenti sempre pronti a fare danni al buonsenso, oltre che all’ambiente. La foto gentilmente inviataci da un nostro affezionato lettore, ci offre la visione di cassonetti dell’immondizia non ancora pieni, ai lati dei quali si trovano degli arredi in disuso, la ruota di un automezzo e – udite udite – montagne di lana di pecore appena tosate. Un pugno in un occhio alla civiltà. Abbiamo detto dell’impegno degli amministratori e dei tanti cittadini che stanno dando il massimo per tenere la città pulita, indipendentemente dal loro supporto o meno alla coalizione che ha vinto el elezioni del 26 e 27 maggio; sappiamo del legittimo anelito verso un sistema di raccolta differenziata che possa ridurre la quantità d’immondizia da conferire in discarica. Poi succedono certe cose da fare cadere le braccia. Comportamenti che devono indignare i cittadini di Locri e indurli a segnalare ogni condotta scorretta alle forze dell’ordine, da tempo allertate sul tema. Perchè il decoro di una città, forse la più importante del comprensorio per storia e prestigio, non è una questione di lana caprina. Battute a parte.