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di Gianluca Albanese
SIDERNO – Una grande festa di popolo. Come nella migliore tradizione democratica e antifascista di Siderno. Anche ieri è stata una giornata di quelle in cui le istituzioni, i cittadini, le forze dell’ordine e le associazioni d’arma sono state un tutt’uno. Perché questa comunità i valori della Liberazione ce li ha nel proprio Dna. Poco dopo le 10,30, il corteo ha percorso le principali vie cittadine per ritrovarsi in una piazza Vittorio Veneto come sempre gremita di persone, tra amministratori, militanti di un’Associazione Nazionale Partigiani Italiani che da questa parti ha messo radici per prima, e il bel colpo d’occhio delle divise delle forze armate, col tricolore che mai come ieri è stato simbolo di unità.
La mattinata è stata condotta dall’assessora alla Cultura e Pubblica Istruzione Francesca Lopresti, instancabile nel divulgare alle generazioni presenti e future il significato dei valori della Liberazione, con lo storico sidernese Domenico Romeo che, dopo essere stato in alcuni istituti scolastici cittadini, insieme al presidente della sezione cittadina dell’Anpi intitolata a Tea SesiniGiuseppe Oppedisano, ha compiuto anche ieri mattina un excursus di quegli anni fondamentali della storia d’Italia.
Tra il pubblico, i rappresentanti di associazioni e forze politiche di ogni colore, compreso il dirigente di Fratelli d’Italia (ed ex commissario del circolo cittadino) Giuseppe Caruso, mentre lo zefiro soffiava forte, facendo sventolare bandiere e gonfaloni.
La sindaca Mariateresa Fragomeni, nel suo discorso conclusivo, dopo i ringraziamenti di rito a tutti i presenti, ha parlato di «festa fondamentale per celebrare la democrazia che si contrappone alla privazione della libertà e al pensiero unico». Anche quest’anno non è mancato un pensiero rivolto alla guerra in Ucraina e alla resistenza di ogni popolo oppresso, definendo ogni conflitto bellico «il male assoluto» e, nel citare il presidente partigiano Sandro Pertini e l’intellettuale Pier Paolo Pasolini, ha difeso la nostra Costituzione «che – ha detto – è la più bella del mondo», ripudiando ogni forma di qualunquismo e revisionismo storico.
Le immagini ed il nostro VideoReportage.