di Margherita Catanzariti
LOCRI – Ho visto cose che voi umani non segretari di seggio elettorale alle amministrative di Locri non potete neanche immaginare.
Tipologia elettore numero 1: Il/la caduto/a dalle nuvole.
L’elettore che quando chiedi il documento d’identità ti guarda come se gli avessi chiesto la cosa più strana del mondo. Ti guarda basito e un po’ perplesso, come a voler dire che lui per un attimo era stato sfiorato dal pensiero che avrebbe dovuto portare la carta d’identità, era lì nel cassetto, ma poi ha pensato che no, non era necessaria. In fondo, cosa vuoi che sia un’elezione? Davanti alla tua severità, abbassa gli occhi mesto e ferito e torna a casa a recuperare l’inaspettato prezioso documento.
Tipologia numero 2: l’elettore del “Ma comu? Vui non mi canusciti?”
A differenza del primo, lui sa quanto sia importante il documento d’identità, ma per scelta non lo porta o non lo vuole mostrare. Si stizzisce e ti propina frasi del tipo: ” Ma pecchì, vui non sapiti cu sugnu eu?”, “Ndavi vinti anni chi votu e non mi cercaru mai nu documentu”, “A Locri a mia mi canusciunu tutti.”
E’ più aggressivo della tipologia numero uno, non lo mandi a casa, si rifiuta. Alla fine arriva qualcuno del seggio e lo riconosce, garantendo per lui. Con somma soddisfazione del suo ego da cittadino noto a qualcuno.
Tipologia numero tre: l’elettore che si indispettisce se gli chiedi di lasciare il cellulare fuori dalla cabina, come previsto da norma.
Esempio realmente accaduto, con una elettrice 40 anni e passa ma con i vestiti e l’anima (e forse il cervello) da teenager, la bocca a cuore e le tette strizzate sotto il mento.
“Signora, ce lo lascia il cellulare?”
“Veramente no, mi dà fastidio lasciarlo qui.”
“Signora, se dice così, mi dispiace ma glielo dobbiamo chiedere di nuovo….”
“Ma perchè?”
“E’ la legge. Sa, per evitare il baratto di voto etc. Ci sono casi di persone che all’interno della cabina fotografano la scheda con il cellulare per attestare che hanno votato quella determinata persona che magari ha comprato il loro voto…”
“E che c’è di male, scusate?”
A queste parole, anche l’urna ha un sussulto.
Tipologia numero tre: Il polemico ad ogni costo.
E’ quello che si inalbera subito qualsiasi cosa gli contesti, perché aspetta questi momenti come una manna da cielo. Per dieci minuti lo ascoltano finalmente tutti. Si alza sulle punte dei piedi, il colorito passa dal roseo al rosso al paonazzo e la voce gli diventa sempre più stridula, in modo direttamente proporzionale al numero di persone che accorrono ad assistere al suo show, mentre tu magari cerchi di spiegargli che sbaglia. Allora lì comincia a sciorinarti la sua conoscenza di regole, norme e postille varie di regolamenti che solo lui conosce. In genere si calma, dopo l’arrivo delle forze dell’ordine. Riprende a sorridere e se ne va soddisfatto per quei dieci minuti da protagonista.
Tipologia numero quattro: L’over ottantenne con evidenti difficoltà deambulatorie e anche di orientamento.
Esempio di signora con tanto di bastone, che non ricorda neanche il nome della figlia.
“Mamma, vai nella cabina, apri la scheda e vota, come ti avevo detto. E’ facile.”
“Aundi?”
“Nella cabina.”
“E chi ndaiu u scrivu? Eu non mi ricordu nenti….”
“Mamma, vai.”
“Nta quali cabina?”
“Mamma, è li davanti a te.”
La signora entra nella cabina, dopo un tempo interminabile, per urlare dopo un po’ dall’interno:
“Ma eu non capisciu nenti! Comu ndaiu mu vu dicu?!”
“Mamma, menti l’ics ti dissi!”
Tutti gli altri si sono comportati bene.
Passo e chiudo.