RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Ancora una volta improvvisazione! Le vicende legate all’ormai tristemente nota situazione dei pazienti del Centro Neurolesi di Locri non solo continua ad indignare, ma si compone di nuovi capitoli. Le soluzioni miracolose avanzate nelle ultime ore per far fronte allo stato di totale abbandono in cui versano i 17 disabili ospiti del centro di riabilitazione, la dicono lunga sulla totale inadeguatezza degli alti vertici della sanità locale e della classe politica.
Il centro recupero neurologico di Locri, in seguito dell’astensione dal lavoro degli undici operatori socio assistenziali, ora richiamati all’Asp di provenienza, cioè quella di Catanzaro, oltre a quella degli infermieri dell’ADI, che abbandonavano in seguito al mancato pagamento delle spettanze da ben 14 mesi, si ritrovava praticamente al collasso e impossibilititata a far fronte a 17 pazienti mancanti di alcun tipo di autonomia. Una vicenda tutta calabrese che faceva indignare ancor più perché vedeva coinvolti soggetti estremamente deboli e bisognosi di assistenza totale e continuata.
Per far fronte alla vicenda si è anche riunito un tavolo tecnico che, stando alle improbabili soluzioni avanzate, di tecnico ha ben poco. I commissari dell’Asp reggina e rappresentanti del mondo politico hanno indicato come risoluzione momentanea quella di applicare una turnazione tra gli infermieri e gli operatori socio sanitari dell’ospedale di Locri presso il centro per i neurolesi.
Ottimo, o forse no. Sfugge infatti ai responsabili dell’ASP reggina che il nosocomio locrese non dispone di sufficiente figure di assistenza socio assistenziale e, cosa ancora più grave, che la gestione del centro ricade sotto la competenza della medicina del territorio, afferente al distretto sanitario, e non della rete ospedaliera. L’utilizzo di figure professionali operanti presso il presidio ospedaliero oltre a non essere prevista, causerebbe non poche complicazioni in un ospedale già ridotto all’osso.
Confusione, inadeguatezza e totale mancanza delle nozioni basilari di organizzazione sanitaria la fanno da padrone e sulla pelle dei più deboli. La UIL ritiene gravemente offensivo per gli Infermieri Professionali tale prospettiva che svaluta la categoria, impiegandoli alla buona in compiti estranei alla loro formazione professionale e che di conseguenza i degenti necessitano. Sarebbe bastata una minima conoscenza delle dinamiche aziendali per risolvere in maniera adeguata, anche da un punto di vista economica, la vicenda.
Infatti, vi era già personale presso il P.O di Locri che aveva già partecipato ai corsi di formazione per le figure di OTA e OSS, partecipando ad un’avviso pubblico indetto dall’ASP e quindi pronti a garantire il servizio con minimo adeguamento della qualifica. Con pochi spiccioli e senza depotenziare una struttura già precaria come l’ospedale locrese. La Uil si opporrà presso tutte le sedi, anche giudiziarie, qualora si dovesse paventare l’eventualità di un illeggittimo utilizzo del personale infermieristico.