LOCRI – Andare oltre l’hashtag, oltre la provocazione su Facebook, per tornare al dialogo aperto, all’agorà. Rappresenta un buon punto di partenza la prima uscita pubblica di #locri2018, il movimento politico che un paio di mesi fa si è presentato con manifesti bianchi e scritta nera sui muri cittadini.
Sotto la statua della Nosside, ieri sera erano in quattro a introdurre questo contenitore di idee aperto ai contributi dei cittadini: Antonio Guerrieri, Emilio Lupis, Francesco Emanuele Capogreco ed Enza Cattolico.
«Riprendiamoci gli spazi di confronto, siamo propositivi e andiamo oltre i personalismi per perseguire il bene comune», ha detto Emilio Lupis dopo la breve introduzione di Antonio Guerrieri, non prima di aver ripercorso l’excursus dell’ormai celebre hashtag «nato nel settembre 2013 contro un sistema e un metodo di fare politica che non ci piacciono. Serve avviare un percorso di risalita per ridare dignità a questa città – ha proseguito Lupis – e non nascondiamo che ci piacerebbe comporre una lista in grado di competere alle prossime elezioni comunali; garantiamo che non c’è nulla di precostituito: tra noi non ci sono candidati sindaci o consiglieri, vogliamo solo confrontarci pubblicamente, alla luce del sole e senza trattative nelle stanze segrete».
Tesi, queste, ribadite e approfondite da Francesco Emanuele Capogreco, che si è soffermato sul «metodo nuovo che intendiamo adottare, quello del confronto aperto. Il carattere tipografico scelto nel nostro manifesto si chiama “futura now”, e non è stato scelto per caso. Cerchiamo proseliti ma siamo solo una cabina di regia, senza nulla di preconfezionato. Dopo i campanelli d’allarme del dissesto e delle indagini a carico di qualche esponente politico vogliamo essere un elemento di rottura rispetto al passato».
Per Enza Cattolico «La scelta di impegnarmi in prima persona in questo progetto rappresenta una scrollata, un modo di dire “Io ci sono”, perché un problema della comunità è anche un mio problema».
E’ toccato ad Antonio Guerrieri chiudere il primo giro di interventi, chiarendo ulteriormente alcuni concetti. «Io non voglio – ha detto – una Locri con strade dissestate e carenza di acqua corrente e servizi, una Locri fatta di persone che badano solo al proprio orticello. Voglio, invece, una Locri protagonista nella nostra terra senza campanilismi da stadio e che sappia guardare al mare, al prossimo e alla storia senza lasciarsela alle spalle come la statua posta sopra di noi».
Prima del partecipato dibattito, al quale ha preso parte anche qualche utente Facebook fuori sede, che ha seguito la diretta sul social network, sollecitati dal cronista che poneva loro una questione di appartenenza politica, visto che tutti (tranne Emilio Lupis) sono tesserati di Sinistra Italiana, Capogreco ha risposto che «#locri2018 non nasce da Sinistra Italiana che pur mi onoro di rappresentare, ma dalla gente, e vi guardano con simpatia sia cittadini orientati al centrosinistra che al centrodestra. Quindi, il nostro percorso è indipendente dai partiti. Guardiamo alle cose concrete, come ad esempio stigmatizziamo il fatto che i tombini di via Garibaldi siano stati cementati, col rischio di saltare in caso di piogge forti, o alle entrate tributarie effettive che sono sempre troppo minori rispetto a quelle dichiarate nei bilanci di questi anni», con Emilio Lupis che aggiunge che «Dialogheremo con chiunque voglia, come noi, guardare al bene comune, ancor prima che all’appartenenza politica».
Tra i numerosi interventi, infine, merita una particolare menzione quello del presidente di LocRinasce Raffaele Ferraro che ha tracciato il quadro normativo in cui vanno raggiunti gli equilibri di bilancio per i comuni dopo l’entrata vigore del cosiddetto “bilancio di cassa” che ha preso il posto del “Bilancio di competenza».
Oltre a Ferraro e al coordinatore di LocRinasce Roberto Filippone, erano presenti, tra il pubblico, Teresa Celestino di Libera Polis, Domenico Chianese dei Giovani Democratici e la consigliera comunale di opposizione Maria Antonella Gozzi.