R. & P.
Il lupo perde il pelo ma non il vizio come si suol dire.
Come se nulla fosse, ancora una volta, la Locride Ambiente, pensando di essere onnipotenter e per una sua personale idea di impunità, trova il modo e la maniera di licenziare un altro lavoratore.
Senza alcuna motivazione, se non quella maturata dentro la testa dei vertici aziendali.
Cavando il coniglio dal classico cilindro, infatti, l’azienda ha comunicato il licenziamento per intervenuto cambio appalto presso il cantiere di Rosarno ad un lavoratore, Muià Antonio, considerato dall’azienda radicato presso tale cantiere con la differenza che però, il lavoratore risultava e risulta assunto presso il Comune di Siderno
L’aberrante decisione aziendale si è basata sulla circostanza che vedeva il lavoratore, si ripete assunto ed in forza a Siderno, utilizzato temporaneamente a Rosarno in virtù di ordini di servizio aziendali cui la stessa Locride aveva escluso potersi riconoscere valore di trasferimento.
Ciò nonostante, l’azienda, contro ogni logica e in violazione di ogni norma, ha pensato bene di disfarsi del lavoratore considerandolo utilizzato definitivamente – e quindi trasferito – a Rosarno.
Aberrazione allo stato puro quindi che, tuttavia, nostro malgrado, non ci sorprende affatto visto e considerato che non è la prima volta che tale società ricorre a trucchetti del genere nel tentativo neanche troppo dissimulato di disfarsi di altri lavoratori, evidentemente scomodi.
La stessa vicenda, sia pur su altri cantieri, ha colpito il lavoratore Giuseppe Murdocca per il quale si sono già adite le vie legali per non parlare poi del lavoratore Gallo Rocco che l’azienda ha licenziato considerandolo autore di comportamenti che poi il Giudice del Lavoro di Locri ha totalmente smentito disponendo la sua reintegrazione nei ranghi aziendali.
Ed ancora, l’aberrante vicenda del lavoratore Oppedisano Domenico, assunto a Grotteria ma costretto secondo il volere aziendale, ad andare a lavorare ogni giorno a proprie spese a Condufuri e, quindi a più di settanta chilometri di distanza.
Senza né una ragione nè un perchè .
Decisione osteggiata dal lavoratore che, pertanto, si presenta come il candidato più probabile al prossimo licenziamento
Sono diverse dunque le ‘perle’ in materia di licenziamento da parte della Locride Ambiente che ineffabilmente continua nelle proprie ‘strategie’ sulle quali tuttavia, tale e tanta è l’assurdità delle decisioni prese, è doverosa una breve riflessione che viene fuori dal livello ed importanza dei lavoratori colpiti e sopra indicati.
Si tratta in tutti i casi di lavoratori ‘storici’ dipendenti della Locride da molti anni, e perciò stesso dotati di una sorta di naturale autorevolezza nei confronti dei loro più giovani, non solo di età, colleghi e che per di più, proprio per il loro ruolo, rappresentano lo ‘zoccolo duro’ del sindacato: coloro i quali per primi, insieme a qualche altro, hanno ritenuto di farsi rappresentare dallo Slai-Cobas che certo sin dall’inizio, tenendo fede al proprio ruolo ed alla propria funzione, non ha lesinato sforzi per ‘aiutare’ i lavoratori dei diversi cantieri ove operava la Locride e che non pochi problemi, con la propria opera sindacale e le proprie iniziative giudiziarie, ha creato all’azienda.
Date queste premesse forse non è un caso che i licenziamenti vadano a colpire sempre e comunque lavoratori anziani, autorevoli e fortemente convinti della loro scelta sindacale e che, per questo motivo, agli occhi dell’azienda, rappresentano lavoratori da colpire in tutti i modi e con ogni mezzo.
Perchè colpire loro, in ultima analisi, significa colpire anche sia pur indirettamente il sindacato e colpendo loro se ne riescono, nella distorta concezione aziendale, ad educarne altri.
A pensare male forse si fa peccato ma spesso si indovina…..
Sia come sia quanto sopra non è cosa che ci preoccupa; anzi, al contrario, ci rafforza nella volontà di proseguire con grande determinazione nella strada intrapresa che, evidentemente, rappresenta la strada giusta.
Il tutto senza dimenticare l’appoggio, la solidarietà e la tutela legale non solo ai lavoratori sopra indicati ma a tutti quelli che dovessero essere messi, per qualsiasi motivo, nel mirino dall’azienda.
Abbiamo sin qui dimostrato come la nostra battaglia, che è battaglia di legalità, siamo disposti a combatterla presso tutte le sedi
E non abbiamo certo alcuna intenzione di fermarci ora.
Vibo Valentia, 2 settembre 2020
Il Coordinatore Provinciale
Slai -Cobas di Vibo Valentia