(foto e video di Enzo Lacopo)
di Francesca Cusumano
LOCRI – E’ stata presentata martedì scorso 25 ottobre, nella Cappella Orsini, di via Grotta Pinta a Roma, la candidatura della Locride a “Capitale Italiana della Cultura 2025”, un’occasione per esporre i progetti sui quali il territorio punterà nei prossimi anni.
L’evento è stato organizzato dal Gal Terre Locridee, la Regione Calabria, la Città Metropolitana e Officina delle Idee, ovvero i principali “supporters” della candidatura.
Sono quindici infatti, le città che hanno presentato al Ministero della Cultura la manifestazione di interesse al procedimento di selezione per il titolo di “Capitale Italiana della Cultura 2025”.
Si tratta di Agrigento, Aosta, Assisi (Perugia), Asti, Bagnoregio (Viterbo), Città Metropolitana di Reggio Calabria, Enna, Monte Sant’Angelo (Foggia), Orvieto (Terni), Otranto (Lecce), Peccioli (Pisa), Pescina (L’Aquila), Roccasecca (Frosinone), Spoleto (Perugia) e Sulmona (L’Aquila).
Nel caso della Locride, la manifestazione di interesse, porta la firma del sindaco facente funzioni della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Carmelo Versace, da un’idea scaturita qualche anno fa, proprio dal presidente del Gal Terre Locridee, Francesco Macrì, che proprio questo pomeriggio Lente Locale ha incontrato, insieme ad Antonio Blandi, amministratore unico della cooperativa sociale “Officine delle idee”.
FRANCESCO MACRI’
Martedì 25 ottobre, a Roma, si è tenuta la presentazione della candidatura della “Locride Capitale della Cultura 2025”. Che cosa rappresenta questa candidatura? Perché la Locride può essere identificata come simbolo della Cultura nel 2025?
Più che una presentazione è stata una presa di contatto con Roma e quindi con il Parlamento, con il Senato, con dei romani, anzi con i locridei o i calabresi residenti a Roma. Dopo aver toccato la Capitale, contiamo di organizzare altre iniziative a Milano, a Torino ed anche a Matera. Stiamo cercando di trovare delle alleanze con chi risiede fuori, con chi è legato a questo territorio, perché a parte la cultura, credo che la Locride abbia delle potenzialità enormi ma quasi sempre inespresse. Quindi quella del 25 ottobre è stata una presa di contatto, tant’è che abbiamo chiesto ai parlamentari presenti di essere portatori presso gli altri, vorremmo fare una riunione con tutti i parlamentari calabresi, perché riteniamo che la candidatura della Locride (spesso bistrattata) possa essere per la Regione Calabria, un’opportunità da non perdere. Un territorio il nostro, che dal punto di vita monumentale, culturale e sociale, ha pochissimi eguali in Italia.
Nel dossier presentato al Ministero della Cultura, si legge che “il male si cura con il bene e le distorsioni culturali con la cultura lineare. Vogliamo ricongiungere ai fili del passato virtuoso le azioni dello sviluppo futuro”. L’obiettivo è quindi oltre che rilanciare l’area ionica reggina (spesso balzata agli onori della cronaca solo per fatti negativi) che dispone di ingenti potenzialità inespresse, anche avere delle risposte dalla politica e dalle istituzioni? E’ la prima volta che a candidarsi, è un sistema territoriale nel suo complesso…
Un risultato importante ottenuto è stato quello di avere nell’immediato da tutte le municipalità di questa zona, l’interesse e l’adesione. Credo che sia la prima volta che tutte le 42 Comunità della Locride in tempi brevissimi, facciano le delibere di Consiglio comunale per sposare questo progetto. Un progetto sposato anche dalla Città metropolitana (che ringrazio) che ha presentato il dossier. Oggi, tra l’altro 31 ottobre, proprio questo progetto (legato al dossier) passerà al vaglio della Giunta regionale, così da poter iniziare a lavorarci a partire dalle Comunità, facendo degli esperimenti. La prima Comunità è partita a Casignana con il film di Antonio Blandi, prendendo spunto dai “Fatti di Casignana” dei quali ricorre il centenario; l’altra Comunità sarà a Portigliola e anche qui, ci si avvarrà della professionalità dell’attrice Elisabetta Pozzi che proprio due anni fa, ha creato nel Comune della Locride, un laboratorio teatrale. Stiamo lavorando anche su attività, quali la tessitura della ginestra e su tanto altro. Noi vorremmo che nel 2025 a prescindere dalla vittoria (anche se naturalmente concorriamo per quello) o meno, ogni Comune avesse il suo spazio culturale nel quale la gente possa scendere in strada parlando di qualcosa. In ogni Comune dovrebbe esserci un luogo di incontro dove dibattere di un argomento, di tutta la cultura che in questo territorio c’è, abbiamo scrittori importanti, un passato altrettanto rilevante, ma nonostante questo non si è mai riusciti a dare una spinta in più alla Locride, probabilmente anche per colpa della politica ma soprattutto per colpa di noi cittadini che alla fine pensiamo per noi e forse poco per il territorio.
Locride 2025 dunque, “E’ tutta un’altra storia”, recita lo slogan del progetto. In caso di eventuale vittoria, quali saranno le azioni fondamentali sulle quali nell’immediato si punterà? Alla città vincitrice è corrisposto un contributo statale di un milione di euro per la realizzazione del progetto, che può essere concepito proprio come motore di crescita della comunità…
A mio parere il contributo statale non è altro che la parte minimale del progetto, l’aspetto che deve emergere, è ragionare insieme della cultura che contraddistingue il nostro territorio. Tutto quello che stiamo facendo, lo stiamo portando avanti con entusiasmo, senza grandi risorse economiche, al riguardo penso che la Regione Calabria stanzierà dei soldi alla Città Metropolitana di Reggio Calabria che serviranno per coprire le spese. Noi andremo comunque avanti, perché crediamo in questo progetto e l’entusiasmo che traspare da chi vi è coinvolto, ci fa capire che forse, stiamo percorrendo la strada giusta. Nel primo laboratorio di Comunità a Casignana, l’interesse della gente è stato evidente, come anche i giovani che hanno dimostrato di essere catturati dalle storie legate a cent’anni fa. A Casignana, inoltre, a proposito di patrimonio archeologico, c’è una villa dal valore non indifferente che forse nonostante gli sforzi dell’Amministrazione comunale, spesso è sottovalutata. Come qui a Locri, c’è una zona archeologica che probabilmente andrebbe sfruttata in altro modo. Stessa cosa dicasi per altri Comuni, ognuno con delle proprie peculiarità. Lavoriamo per la storia della Locride che non è quella che è stata disegnata fino ad ora, ma è una storia di cultura, bellezza e di alleanza.
Le città candidate lo scorso settembre, hanno presentato il proprio dossier sottoposto alla valutazione di una commissione di sette esperti nella gestione dei beni culturali. I prossimi passaggi, riguarderanno quindi, la definizione della short list delle dieci città finaliste entro il 13 novembre, fino ad arrivare allo step finale e alla designazione definitiva a fine 2024?
Noi con il dossier presentato arriveremo al 13 novembre, facendo un passaggio intermedio giorno 8, data nella quale presenteremo qui a Locri, un forum del Mediterraneo, invitando tutte le città candidate al titolo di “Capitale della Cultura 2025” (qualcuno ci ha già risposto) e tra i presenti, ci saranno anche la vicepresidente della Regione Calabria, con delega alla Cultura, Giusy Princi, il rettore dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, il vescovo Francesco Oliva e i sindaci del comprensorio locrideo. Il nostro intento è lanciare il segnale che questa candidatura non vuole essere una lotta con le altre città concorrenti. Intanto, come Locride, ci presentiamo in maniera compatta come territorio, sicuramente un valore aggiunto; poi vorremmo che queste città in lizza per il conferimento del prestigioso titolo, si unissero per un progetto culturale che non appartenga solo alla Calabria ma a tutta la nazione. Prima del 13 novembre, andremo a Matera per promuovere un’iniziativa simile a quella del 25 ottobre scorso a Roma; Matera infatti, è stata la prima Capitale della Cultura Italiana, ottenendo grossi benefici, divenendo successivamente Capitale Europea della Cultura. Oggi la gente che va a Matera non lo fa solo per i suoi “sassi” ma perché spinta dalla curiosità di conoscere questo borgo, inizialmente abbandonato a sé stesso, divenuto improvvisamente “Capitale Italiana della Cultura”. Il nostro auspicio è che la stessa cosa, accadesse qui.
Di una sfida che va oltre il 2025, ne abbiamo parlato anche con Antonio Blandi, amministratore unico della cooperativa sociale “Officine delle idee” che ha così risposto:«Locride 2025 “È tutta un’altra storia” è un progetto che chiaramente vuole raccontare il territorio e non può finire con una candidatura soltanto. E’ un progetto che parte dal 2019 che il Gal Terre Locridee ha fortemente voluto perché è consapevole che questo territorio può avere grandi opportunità di sviluppo attraverso la cultura. Un concetto che ha unito 42 Comuni che grazie al Gal hanno trovato una coesione. Questa candidatura è una tappa importante che ce la giochiamo tutta, con la consapevolezza che possiamo uscirne vincitori ma anche con la consapevolezza che ci sono altri contendenti che hanno le carte in regola per poter competere. In questo contesto abbiamo deciso di fare un percorso che al di là di come andrà il responso a breve, metteremo in campo una programmazione a livello nazionale e internazionale che porrà la Locride come una terra che saprà esaltare non solo le sue caratteristiche culturali ma anche quelle di innovazione sociale, per dare visibilità e concretezza al territorio e che spesso degli stereotipi e delle problematiche reali che dovranno essere affrontate, rischiano di delegarci in uno spazio delimitato, impedendone lo sviluppo».