R. & P.
La proprietà è antiquata: possiamo forse così compendiare la spinta unanime che proviene da forze convergenti di pseudo-sinistra (ad esempio, Piketty) e di sfrenata fede liberista (soprattutto i frequentatori dei grattacieli dei quartieri finanziari, tutti caratterizzati dal simbolico fatto che le finestre non si aprono) verso la più agghiacciante ed antisocialista delle idee, quella per cui non è il sistema finanziario a dover garantire stabilità all’economia, attutendo gli shock esterni ed interni, simmetrici e asimmetrici, ma al contrario sono le persone comuni a dover garantire la solvibilità delle banche e la stabilità finanziaria con il proprio risparmio. Questa idea folle e perversa ha un nome ed un esito: tassa patrimoniale. E come tutta la filantropia del potere ha un profumo di uguaglianza: solo il profumo però, perché in realtà nasconde la banale considerazione che togliere ad un ricco una piccola parte della sua ricchezza raramente lo rende povero, mentre togliere una parte del reddito a una persona che vive del proprio lavoro, magari solo perché possiede una casa modesta o un libretto postale dove ha depositato qualche risparmio, può avere conseguenze devastanti sul suo tenore di vita.Abbiamo già fatto la prova generale con l’IMU di Monti (una vera e propria patrimoniale per ammissione dello stesso senatore): a portarne il peso maggiore non sono stati certamente i proprietari di castelli, ville e abitazioni di lusso (che per altro non è detto che abbiano redditi straordinari, ma magari sono solo stati destinatari di un’eredità immobiliare che quella patrimoniale ha costretto a vendere a un prezzo ribassato), ma coloro i quali avevano acquistato una casa con i proventi del proprio lavoro. La patrimoniale è un’imposizione perversa anche e soprattutto per questo: la paghi in moneta sonante anche se si applica a beni che hanno un valore solo sulla carta. Non a caso nei piani montiani l’IMU si doveva accompagnare a un generalizzato aumento delle rendite catastali, benché proprio l’introduzione di questa tassa avesse contribuito a rendere asfittico il mercato immobiliare e a far crollare prezzi di vendita e affitti. Ma veniamo all’oggi: questa tassa reinventata e rafforzata servirebbe solo a raccogliere dalle nostre tasche i soldi necessari ad interventi straordinari che, attraverso vari canali, gioverebbero solo ai ricchi dei paesi europei che negli ultimi venti anni hanno lavorato in favore di una crescente concentrazione della ricchezza. Infatti tramite essa verrebbe drenato dal circuito economico reale quel contante necessario a ripagare i debiti che la BCE non vuole contribuire a rendere sostenibili, per le capricciose e maliziose proteste delle classi dirigenti di alcuni paesi, che evidentemente riescono a influenzare anche un istituto che ama definirsi indipendente. Ma si tratta di debiti che in buona parte ormai esistono solo sulla carta: chiederci di onorarli sarebbe folle e ridicolo. Proprio la BCE infatti ha acquistato con i vari piani di sostegno (quantitative easing ecc.) migliaia di miliardi di titoli del debito pubblico pro quota di tutti i paesi europei sul cosiddetto mercato secondario (cioè non alle aste, ma dalle banche e dagli altri investitori privati): se ci imponessero una patrimoniale, in un momento come quello che stiamo vivendo, in cui siamo privati del lavoro e della libertà per mantenere la salute, per farci restituire gli euro che ci siamo sudati a chi li può emettere a costo zero sarebbe tremendamente chiaro e orribilmente evidente che questa connivenza politico-finanziaria nasconde la pura e semplice sopraffazione. Se pensano che la proprietà è un concetto antiquato solo quando si riferisce a beni e soldi veri, mentre non vogliono mollare la presa sui privilegi fiscali riservati alle miliardarie ricchezze finanziarie, se vengono a dirci che non deve essere la banca centrale a garantire nei nostri confronti la solvibilità del sistema bancario, ma al contrario che dobbiamo essere noi a garantire nei suoi confronti con i nostri patrimoni, vuol dire che ormai pensano che basti la supercazzola anglo-maccheronica che ci ammanniscono tutti i giorni per farsi beffe di noi… E non è così.
Turati & Ulianov