di Gianluca Albanese
LOCRI – Mentre la politica si divide sul tema del green pass e i contagi sono in ripresa – è di oggi la notizia che il Comune di Africo Nuovo ha disposto il divieto all’utilizzo di piazze, locali di proprietà comunale, per finalità ludiche, sportive e musicali, al fine di evitare assembramenti e danni alla salute pubblica, stante l’aumento dei contagi in loco – la medicina prosegue la propria incessante attività di prevenzione di quella, che il medico locrese Nicola Rulli definisce, senza mezzi termini “La più grande pandemia degli ultimi secoli”.
Il dottore Rulli, da sempre in prima linea nella cultura della prevenzione delle malattie infettive mediante il ricorso ai vaccini, nel suo colloquio odierno con Lente Locale premette che “Dobbiamo essere consapevoli della bontà e validità dei meccanismi preventivi adottati, senza i quali avremmo contato tanti milioni di vittime” e guarda al futuro prossimo, con la ripresa delle attività scolastiche e lavorative.
Non ha dubbi quando dice che “I vaccini danno la certezza di poter affrontare il futuro con serenità. Nel ricordare agli scettici la pericolosità del virus CoVid-19, ribadisco – dice il medico Rulli – che se correttamente informata, la gente affronta con tranquillità l’atto medico della vaccinazione. Dobbiamo superare lo scetticismo di persone che non conoscono la materia e seguono gruppi di cosiddetti “No vax” che vorrebbero ridurre a una questione ideologica quella che è invece una grande e pericolosa pandemia: il pericolo principale è il virus, non i vaccini, che invece ci danno la certezza di poter riprendere una vita regolare in tutti i settori di attività”.
Per corroborare il proprio assunto, Nicola Rulli parte da ragioni storiche.
“L’esperienza del vaiolo nel ‘900 ha insegnato a tutti come con una buona vaccinazione di massa è stato possibile contenere i decessi e salvaguardare l’umanità. Ricordo benissimo quando le famiglie mandavano i bambini a vaccinarsi senza preoccuparsi delle cicatrici residue sul braccio: c’era, all’epoca, una grande consapevolezza di come i vaccini fossero una grande conquista per l’umanità ed è da quella consapevolezza che dobbiamo ripartire”.
Cosa intende dire il dottore Rulli?
“Bisogna vaccinare anche i bambini. Sono loro – ha detto – che possono dare la più grande lezione all’umanità intera e la vittoria definitiva sul virus arriverà quando anche bambini e ragazzi saranno vaccinati, specie in vista della riapertura delle scuole”.
A partire da quale età?
“A 6 anni – spiega il medico – il loro sistema immunitario è già maturo e giovani e giovanissimi hanno una plasticità più elevata rispetto agli adulti e grande capacità di adattamento, ecco perché possono affrontare tranquillamente una vaccinazione di massa”.
Ma non ci sono controindicazioni?
“No, nella stragrande maggioranza dei casi. E vorrei che si finisse di mettere in giro fake news come quella che il vaccino causerebbe sterilità. Basta con queste menzogne!”.
Quindi, Rulli approfondisce la tematica.
“Dobbiamo limitare l’idea della ricerca della perfezione assoluta in tutto. Se davvero volessimo un farmaco perfetto, dovremmo eliminare il 90% dei medicinali in circolazione. Non esistono, infatti, farmaci senza effetti collaterali; basta limitare questi ultimi”.
E come?
“Partendo anzitutto dal rapporto di reciproca fiducia tra medico e paziente. Solo la conoscenza approfondita del paziente permette di prevenire eventuali reazioni e di correggere, se necessario, in maniera efficace eventuali effetti collaterali, qualora si dovessero verificare. Ripeto, effetti collaterali sono presenti in forma maggiore nella stragrande maggioranza dei farmaci che tutti assumono regolarmente, compresi i soggetti più riottosi rispetto al vaccino per il CoVid”.
Quindi, quale soluzione propone?
“Rendere più snelle le procedure di approvvigionamento e inoculazione dei vaccini per i medici di medicina generale e pediatri, rendendo capillare la campagna vaccinale, abbandonando progressivamente l’idea dei grandi ‘hub’ e abbassando l’età minima della popolazione da vaccinare a sei anni. Solo in questo modo si potrà bloccare la trasmissione di questo pericolosissimo virus, limitandone al massimo gli effetti. Finché il virus del CoVid sarà in circolazione – conclude – la battaglia non sarà mai vinta definitivamente.