RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Siamo bel lieti di apprendere finalmente da un uomo di Stato come il giudice Nicola Gratteri che l’antimafia di professione,perché tale è diventata nel corso degli anni,non abbia bisogno di finanziamenti pubblici che spesso sono anche troppo ingenti,per operare per quelle che sono le sue finalità.
Esprimo forte apprezzamento per questa presa di posizione da parte di un giudice che la mafia la conosce bene,arrivata forse un po’ troppo tardi rispetto a quanto tempo dura ormai l’ipocrisia galoppante di quanti, abbiano creduto che la ndrangheta in Calabria si potesse combattere solo a parole oppure con tanto di festival di libri sulle mafie ed altre manifestazioni pubbliche pagate tutte con soldi della collettività,ma che allo stesso tempo ha posto l’accento su una questione e su quanti,discutendo di mafia,si sono sempre sentiti gli “Unti dal Signore”. Nelle fasi più cruente delle attività criminali in Calabria fatte di attentati e di bombe contro istituzioni ed attività commerciali,al di là delle solite stucchevoli quanto inutili dichiarazioni di solidarietà da parte dei politici di tutti gli schieramenti e soprattutto di quelli che hanno sempre sbandierato l’odiosa antimafia di facciata,non ho mai ascoltato nessuna proposta seria ed incisiva per contrastare la criminalità organizzata nelle nostre città calabresi. Il fenomeno dell’antimafia di professione è stato spesso sbugiardato in alcune parti d’Italia,come per esempio in Sicilia,dove alcuni mesi fa fu arrestato per estorsione il presidente della Camera di Commercio di Palermo,un “antimafioso di professione” beccato con le mani nel sacco, costringendo pertanto i suoi amici dell’antimafia di professione a prendere immediatamente le distanze nei confronti di chi,fino al giorno prima,andava a braccetto insieme a loro nelle consuete manifestazioni antimafia pagate profumatamente con soldi pubblici. Spero vivamente che le dichiarazioni del giudice Gratteri possano servire a scuotere un po’ tutta la nostra società e specie i più giovani e gli studenti che sono sempre oggetto di indottrinamento formale e nozionistico sul fenomeno criminale e divengono per alcuni antimafiosi di professione solo numeri da far apparire in cortei e manifestazioni ed anche spettatori inermi e lobotomizzati per gli interventi dei presunti esperti anti-mafia. Abbiamo visto come la mafia sia seduta nei Consigli comunali,nei consigli di amministrazione delle società partecipate e spesso come si è dimostrato come vestire i panni dell’antimafia di professione facilita le carriere e fornisce un valido aiuto per occupare i posti di potere, distribuendo in maniera ipocrita patenti antimafia per poi lasciare soli chi davvero la mafia l’ha combattuta e la combatte quotidianamente.
IGOR COLOMBO
PORTAVOCE REGIONALE
FORZA NUOVA CALABRIA