DALLA DIOCESI DI LOCRI-GERACE RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
Carissimi sorelle e fratelli,
Anche quest’anno la Madonna della Montagna ha voluto che venissimo qui a Polsi. Per la maggior parte è stato un ritorno. Per me è stata la prima volta. Ho gioito nel vedere tanti fedeli manifestare una fede semplice, spontanea, gioiosa. Invocare Maria, presentando a Lei quanto era nel loro cuore: gioie e dolori, fatiche e speranze, timori e preoccupazioni. E’ stato un via vai di ragazzi, giovani e tanti adulti, anche persone anziane, che in carovana hanno affrontato con coraggio le difficoltà del lungo viaggio. Forse per l’ultima volta.
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Cosa rimane? E’ difficile dirlo. Ma ci teniamo a ribadire quanto più volte è stato detto dai Vescovi della diocesi che mi hanno preceduto: il santuario della Madonna della Montagna sito a Polsi è luogo di devozione e di preghiera, uno spazio sacro dedicato a Maria, Madre del Divin Pastore. Come fedeli devoti desideriamo che ne sia tutelata e conservata la sacralità. Il santuario di Polsi con le sue strutture di accoglienza ci appartiene, appartiene alla tradizione spirituale della nostra gente, che nessuno può e deve violare. Abbiamo pregato e continuiamo a pregare, perchè anche quanti sono convenuti (o vengono) con altri intenti o interessi possano incrociare lo sguardo di Maria verso un cammino di conversione a Dio. Se la fede nasce da un incontro appassionato col Signore che ti cambia la vita, lasciamoci sempre guidare da Lui. Abitiamo con rispetto gli spazi sacri che il sentimento di fede della nostra gente ha saputo edificare nel tempo. Il Santuario di Polsi è espressione della fede e devozione di un popolo semplice e povero, ma anche laborioso e capace di “far di necessità virtù”. Questo popolo, mentre invoca rispetto per la sua fede, chiede alla Madonna della Montagna fiducia e speranza, ma anche la purificazione dei propri sentimenti religiosi e la conversione del proprio cuore, dal quale provengono i cattivi pensieri, le fornicazioni, i furti, le uccisioni, gli adulteri, le cupidigie, le malvagità, l’inganno, la lascivia, l’invidia, la bestemmia, la superbia e la stoltezza. E’ per questo che si viene al Santuario di Polsi. In questo luogo di preghiera si incontra la misericordia di Dio attraverso il pentimento ed il perdono dei peccati, sotto lo sguardo di Maria.
E’ vero: nel nostro Santuario confluiscono persone diverse, con tante problematiche, tutte unite da un desiderio di incontro e di condivisione. Il far festa, anche attraverso strumenti tradizionali e talvolta con balli al di fuori dei momenti di silenzio e di preghiera, non stona con il clima sacro del luogo. Sappiamo bene che la festa della Madonna della Montagna non è una manifestazione folkloristica né semplicemente un fenomeno emozionale espressione di un sentimento superficiale. Nella manifestazione folkloristica prevalgono elementi antropologici e culturali affermatisi nel tempo e stratificati in una tradizione che si conserva intatta e rigida nella sua simbologia ed espressività. Queste hanno una più ampia estensione partecipativa, che può anche non avere alcun coinvolgimento spirituale, tanto da interessare senza avere alcuna appartenenza di fede. A Polsi non è così. La festa conserva la sua più profonda indole religiosa, con momenti di preghiera, una veglia, la Via Crucis, l’adorazione del santissimo Sacramento, che si vivono con intensa partecipazione e portano al recupero della pace interiore.
Carissimi fedeli,
ringrazio il Signore se ciascuno ha saputo cogliere in ogni celebrazione una opportunità di crescita e rinnovamento spirituale. Una festa religiosa è vera, se lascia tracce nell’animo, se supera la dimensione emozionale e diviene occasione di guarigione spirituale e di riconciliazione.
Ringrazio, altresì, il Signore, per aver ridonato, per l’intercessione della Vergine Maria, Madre del Divin Pastore, la pace interiore a tanti uomini e donne, che hanno riscoperto la gioia di vivere e sperare.
“Ripartiamo da Polsi” con una marcia in più.
Con una fede operosa, che ci faccia aprire gli occhi sul volto del fratello più bisognoso.
Con una fede genuina, che non si esaurisca in gesti devozionali, poveri e ripetitivi, che sappia tradursi in “opere-segno” di carità e solidarietà.
Con una fede altruista, che ci faccia superare l’egoismo e quel guardare a noi stessi, pensando di dover perseguire i nostri interessi, sempre e “ad ogni costo”, con ogni mezzo lecito o illecito.
Con una fede creativa, che ci aiuti a costruire una società più solidale, a misura degli ultimi, per uno sviluppo più umano.
Con una fede forte, che ci consenta di superare la logica del malaffare e dell’ingiusto profitto, rendendoci capaci di promuovere il bene comune attraverso relazioni umane più belle.
Con una fede aperta, che ci aiuti a rivestire quelle virtù umane e sociali, che, attraverso un vero rinnovamento etico, fanno crescere le nostre comunità.
Con una fede coraggiosa, che ci faccia uscire dalla rassegnazione e passività, capace di suscitare in noi una passione più forte per il Vangelo.
E’ questo il contributo più bello che come cristiani, profondamente rinnovati a Polsi, possiamo e dobbiamo rendere alla società oggi.
Locri, 1 settembre 2014
Francesco Oliva