DI SEGUITO LA LETTERA INVIATA DA GIOVANNI MAIOLO E ANTONIO LAROSA (RE.CO.SOL.) AI SINDACI DI GIOIOSA IONICA, RIACE, CAULONIA, BENESTARE E ACQUAFORMOSA
Carissimi Sindaci, carissime amministrazioni comunali, Mohamed è un bel bambino somalo che a Natale compirà il suo primo mese di vita.
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E’ nato a Locri e vive attualmente accanto ai suoi genitori nel centro storico di Gioiosa Jonica, ospite del Sistema di Protezione dei Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR). Probabilmente, vista la protezione sussidiaria già riconosciuta a suo padre dallo stato italiano, Mohamed crescerà in Italia (magari proprio a Gioiosa Jonica o in Calabria) da autentico bambino italiano: parlerà la nostra lingua, frequenterà le nostre scuole, giocherà con i nostri figli. Ma non potrà essere cittadino italiano, almeno fino a quando non avrà compiuto 18 anni: la legge n. 91/1992 sulla cittadinanza stabilisce che “lo straniero nato in Italia, che vi abbia risieduto legalmente senza interruzioni fino al raggiungimento della maggiore età, diventa cittadino italiano se dichiara di voler acquistare la cittadinanza Italia entro un anno della suddetta data” (art. 4, comma 2 L. 91/92); ciò vuol dire che il cittadino straniero nato in Italia e sempre regolarmente residente, può chiedere la cittadinanza italiana soltanto nel periodo tra i 18 e i 19 anni, presentandosi all’ufficiale di Stato Civile.
Le restrizioni sulla concessione della cittadinanza italiana ai bambini nati nel nostro paese sono un’ingiustizia palese, che ha pochi eguali anche nel resto d’Europa. Alcuni numeri per capire l’importanza del fenomeno: i minori di origine straniera nati in Italia sono oltre 570 mila; su 100 ragazzi nati e cresciuti in Italia, 42 rimangono stranieri al compimento dei 18 anni; ogni 7 minuti nasce un bambino da genitori stranieri.
In Italia e in Europa è in corso un grande dibattito pubblico sul cd. “ius soli”: chi nasce in un paese da genitori stranieri è comunque cittadino della nazione che lo ha accolto. Come ci viene chiesto da
UNICEF, con la sua campagna “Io come Tu” o con la raccolta di buone prassi del programma “Città amiche dei bambini e degli adolescenti”. Come ci viene illustrato da 18 IUS SOLI, finalista al Premio di Giornalismo “Ilaria Alpi” 2012, primo documentario italiano ad affrontare il tema del diritto di cittadinanza per chi è nato e cresciuto in Italia da genitori immigrati. Come ci viene chiesto da Don Luigi Ciotti di Libera, che in Piemonte, insieme a Domenico Lucano (sindaco di Riace) e a Giovanni Maiolo (coordinatore del progetto di accoglienza di Gioiosa Ionica), ha tenuto una conferenza organizzata dal comune di Avigliana (TO) in collaborazione con ReCoSol su questo tema. Come ci viene testimoniato da decine e decine di enti locali che hanno deciso di anticipare la legislazione nazionale, compiendo scelte chiare in direzione del riconoscimento della cittadinanza onoraria ai bambini stranieri nati in Italia, (un esempio è proprio il comune di Avigliana, socio ReCoSol).
Adesso tocca a noi, tocca a voi comuni solidali. Muoviamoci dal basso, nel quotidiano, nella società e nelle comunità di tutti i giorni. Agiamo e agite su un piano simbolico-culturale di grande impatto, con scelte sinceramente rivolte al futuro. Vi chiediamo di voler concedere la cittadinanza onoraria a tutti i neonati figli di migranti residenti nei vostri comuni, per il tramite di un Registro Comunale appositamente deliberato e implementato. Lo chiediamo a voi perché vi riconosciamo la sensibilità culturale e la lungimiranza politica per affrontare con autentica umanità questioni di tale delicatezza: la vostra adesione concreta al Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati (acronimo ufficiale: SPRAR) ne e’ testimonianza plastica, potremmo dire esemplificativa.
Chi nasce e cresce in Italia non può che essere italiano. Per noi operatori ReCoSol quotidianamente impegnati nell’accoglienza SPRAR, il coraggio della buona politica si sostanzia anche e soprattutto nel saper andare “in direzione ostinata e contraria”, nel saper “vedere” con anticipo le prospettive e le dinamiche del futuro: l’Italia di domani sarà semplicemente un’Italia plurale, un’Italia piena di colori, un’Italia di italiani tanto diversi nell’estrazione culturale quanto eguali nei diritti e nella cittadinanza.
Un felice Natale a tutti noi.
Gioiosa Jonica, 17 Dicembre 2013.
per ReCoSol
Giovanni Maiolo
Antonio Larosa