R. & P.
ROMA – Le patologie cardiache sono una minaccia importante per la salute, in particolare della popolazione ultrasessantacinquenne, rispetto a cui la prevenzione e la diagnosi precoce sono fondamentali. Per questo il Prorettorato dell’Università di Roma Tor Vergata e la Terza Missione di UniCamillus, in collaborazione con la Società Italiana di Cardiologia Geriatrica, la Fondazione Longevitas e l’Associazione Salute e Società promuovono una settimana di screening sulla salute cardiaca presso la Casa Sociale delle Persone Anziane e del Quartiere Romanina, a Roma. La settimana di screening prevede la somministrazione di un questionario anamnestico finalizzato a inquadrare la storia clinica del paziente e a individuare l’indice di vulnerabilità sociale, che consente di mettere in correlazione lo stato di salute alle variabili socio economiche; i pazienti saranno successivamente sottoposti a visita cardiologica, auscultazione cardiaca con lo stetoscopio digitale, elettrocardiogramma ed ecocardiogramma.
Il progetto consentirà inoltre di stimare la prevalenza e la gravità di cardiopatie molto diffuse nella popolazione anziana (fibrillazione atriale, scompenso cardiaco, malattie valvolari), per l’identificazione precoce di problemi cardiaci. L’iniziativa partirà il 26 maggio con il coinvolgimento degli over 65 frequentatori della Casa Sociale delle Persone Anziane e del Quartiere “Romanina” di Roma per estendersi nelle fasi successive ad altre strutture di aggregazione sociale dedicate prevalentemente agli over 65. Il progetto ha visto la partecipazione degli studenti del corso di laurea in infermieristica dell’Università di Roma Tor Vergata.
“Si tratta della applicazione del concetto di “prevenzione di comunità” dichiara Alessandro Boccanelli, coordinatore scientifico del progetto – ovvero di un metodo di fare prevenzione che, attraverso, la collaborazione e la comunicazione stretta all’interno di una comunità-come un centro Anziani, un paese, un quartiere – garantisce la massima adesione allo screening.
Questo modello è già stato applicato a 10 paesi geograficamente distribuiti in Italia e ha fornito dati importantissimi sulla presenza di malattie cardiovascolari non note al dià dei 65 anni”.
“Attraverso questo progetto l’Università ha la possibilità di rispondere ai bisogni sociali e sanitari delle persone fragili. Un’università che interagisce con il territorio per sviluppare e implementare attività efficaci, efficienti e sostenibili ed inclusive a disposizione di tutti” dichiara Rosaria Alvaro, Prorettrice alle Politiche all’Innovazione Sociale di Roma Tor Vergata.
“La salute ed il benessere cardiovascolare della persona anziana possono dipendere dal complesso intrecciarsi di variabili cliniche e dimensioni socio-economiche. Lo studio in oggetto mira a definire tali influenze per pervenire ad una originale definizione di “fragilità socio-economica” fondata su variabili legate alla dimensione relazionale, affettiva, socio-culturale dell’anziano. Si tratta di effettuare una valutazione dei ‘beni relazionali’ della persona al fine di estendere il concetto economico di ricchezza alla dimensione del sociale, dando profondità, pertanto, al concetto di fragilità “socio-economica” dichiara Donatella Padua, Professoressa Associata di Sociologia, UniCamillus, Università Medica Internazionale e Delegata Terza Missione.
“Progetti come questo sono essenziali per individuare tempestivamente patologie non diagnosticate, permettendo così non solo di salvare la vita delle persone e migliorarne la qualità, ma anche di abbattere i costi sociali e previdenziali associati alle diagnosi tardive, alle ospedalizzazioni, alle acuzie. Per questo è auspicabile che le istituzioni garantiscano efficaci misure preventive nella popolazione anziana, attraverso screening cardiologici e non solo” dichiara Eleonora Selvi, Presidente della Fondazione Longevitas.