di Pino Agostino*
MAMMOLA – Non è per nulla facile iniziare a parlare di San Nicodemo, monaco italo-greco e patrono di Mammola, e questo perché Nicodemo costituisce l’essenza vera e propria del popolo mammolese. San Nicodemo fa parte di quell’universo valoriale che il mammolese porta dentro di sé,che rimane immutato nonostante il trascorrere del tempo. Nicodemo costituisce l’identità di Mammola, e significativo è il fatto che, secondo la leggenda, dalla morte di Nicodemo sia nata la stessa Mammola. In quest’ottica, Nicodemo diviene realmente quel seme, caduto sulla terra, che produce frutto, e in abbondanza, anche a distanza di un millennio dalla sua morte, avvenuta sul monte Cellerano. Nicodemo nasce intorno al 900, a Sicrò, un antico paese della Valle delle Saline, oggi scomparso, in un periodo particolarmente difficile e problematico per la nostra terra, che doveva affrontare le continue incursioni dei saraceni, per ripararsi dai quali gli unici posti protetti erano le montagne, i territori aspromontani interni Sul monte Limina, Nicodemo, monaco italo-greco, in quanto seguiva la liturgia bizantina, fonda un monastero. Egli, formato alla scuola di San Fantino da Taureana, decise di dedicare tutta la sua vita a Dio nel silenzio delle valli, dove tutto il creato non può inevitabilmente, come ricorda anche il Santo Padre Francesco nella sua ultima enciclica “Laudato sii”, che rimandare al creatore ultimo, ossia Dio. Il rapporto tra san Nicodemo e il creato è analogo a quello che, pochi secoli dopo, sarà adottato da San Francesco d’Assisi. Ma nonostante il suo essere sempre un passo dietro dalla scena del mondo, Nicodemo, il cui nome greco non a caso significa “vincitore di popoli”, riesce ad attirare a sé un numero sempre crescente di uomini e donne che vedono in lui l’unico faro di luce in un periodo oscuro, difensore dei deboli e amico dei poveri e dei bisognosi, uomo vicino ai cercatori di Dio. In alcuni miracoli, il santo, in difesa del suo popolo, tiene testa agli invasori saraceni: nove persone, che i Saraceni avevano rapito, non appena ebbero recitato una preghiera al Santo, furono libere e le catene che le tenevano prigioniere caddero a terra. Ma ognuno, ogni mammolese, ha sperimentato nella sua vita la potenza dell’intercessione di San Nicodemo, il cui ricordo viene serbato nel cuore. I mammolesi vedono in San Nicodemo un loro concittadino, un amico con cui confidarsi. E’ per la particolare vicinanza e amicizia tra il popolo mammolese e Nicodemo che egli viene celebrato per tre volte durante l’anno: il 12 Marzo, in occasione della morte avvenuta nel 990, il 12 maggio ,nascita del Santo e,infine, la prima domenica di settembre ,traslazione delle reliquie dal monte Cellerano alla Grangia Basiliana di San Biagio, avvenuta nel 1501. Con questo convegno si continua a recuperare e valorizzare l’immenso patrimonio religioso,artistico,culturale e sociale , tanto ricercato ed amato dal compianto Don Vincenzo Zavaglia , che San Nicodemo rappresenta non solo per Mammola ma per l’intera Calabria. Particolare soddisfazione dell’amministrazione comunale perché a breve avranno inizio i lavori di recupero del Santuario di San Nicodemo, simbolo del nostro Aspromonte, finanziati dall’ente Parco Aspromonte, lavori tanto attesi dalla comunità mammolese, considerato che il Santuario è meta di pellegrinaggio di molti devoti del Santo.
*: Assessore alla cultura comune di Mammola.
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