di Gianluca Albanese
MAMMOLA – A Mammola rimarrà una sola farmacia. Quella che ha chiuso lo scorso mese di agosto, infatti, non verrà rimpiazzata perché secondo la legge numero 27 del 2012, ne basta una ogni 3.300 abitanti. E così, la giunta comunale al completo, lo scorso 29 dicembre, non ha potuto far altro che deliberare e trasmettere all’Asp la rideterminazione della pianta organica delle sedi farmaceutiche nel proprio territorio comunale, lasciandone una sola.
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La decisione – quasi un atto notarile quello preso dall’esecutivo con a capo il sindaco Totò Longo – s’inquadra nella progressiva tendenza a ridurre la presenza di presidi sanitari (e, in senso lato, dello Stato) nei paesi interni, anche di dimensioni non piccolissime come Mammola, in virtù della logica di aumento della soglia di residenti tale da autorizzare l’apertura di nuove farmacie.
Fino allo scorso mese di agosto, infatti, ne esistevano due, entrambe ubicate nella centralissima via Dante, una al civico 74 e l’altra più su, al numero 157.
Quella più immediatamente raggiungibile, ovvero quella al civico 74 ha chiuso ad agosto per decisione del titolare che ha rinunciato alla propria attività di sede farmaceutica; l’altra, che invece non ha mai interrotto l’attività è rimasta unica e sola a servire un bacino di 2.913 abitanti (popolazione cittadina stimata dall’Istat alla data del 31/12/2013) e, stante i parametri di legge a cui abbiamo fatto riferimento in precedenza, è l’unica titolata a rimanere in attività, con contestuale revisione della pianta organica delle farmacie cittadine, come da apposita richiesta.
Insomma, niente di particolarmente grave. Piuttosto, qualcosa che s’inquadra nella tendenza che riguarda tutti i piccoli centri (e in particolare i paesi interni).
Resta da comprendere cosa cambierà quando sarà compiutamente realizzata l’Unione dei Comuni della Valle del Torbido, di cui Mammola fa parte e che comporterà un totale di 21.000 abitanti.
In virtù di tale principio ne potrebbero rimanere appena 6 in tutta l’Unione.
La già citata legge 27/2012 non fa alcun riferimento esplicito alle Unioni di Comuni e questo può lasciare spazio a qualche dubbio interpretativo.
A meno che la disciplina relativa alla pianificazione territoriale delle farmacie non rimanga esclusivo appannaggio dei Comuni, indipendentemente dall’appartenenza degli stessi all’Unione.