di Gianluca Albanese
MAMMOLA – «Si parla sempre della necessità di “fare rete” nel territorio ma attualmente c’è solo un “retino” e questo non basta. Dobbiamo creare delle varie e proprie reti per avere grandi risultati». Gerhard Bantel è il responsabile della casa-famiglia “Arca della salvezza” e mentre esterna questo suo pensiero, che racchiude benissimo il senso della manifestazione alla quale ha preso parte in veste di relatore, agita un retino di quelli che si usano per catturare le farfalle.
«Rafforzare la tutela dei diritti dei minori in un contesto di profonda crisi del sistema del welfare – La politica del fare a confronto con gli esperti». E’ stato il tema dell’incontro odierno promosso dall’assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Mammola, che ha avuto luogo questo pomeriggio in un affollatissimo salone dello storico palazzo Ferrari.
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Ha aperto i lavori, che sono stati moderati dalla dirigente regionale del Pd Cristina Commisso, il sindaco di Mammola Antonio Longo, per un saluto istituzionale, mentre il tema è stato trattato in primis dalla giovane assessore comunale alle Politiche Sociali Lorena Ieraci, amministratrice e mamma che ha mostrato di aver particolarmente a cuore la tematica relativa alla tutela dei diritti dei minori, compiendo un excursus completo sulla legislazione in materia degli ultimi 30 anni.
Quindi, è stata la volta di Bantel, che con modi simpatici e accattivanti, e un leggero accento teutonico ha parlato della sua esperienza di chi vive 24 ore su 24 la sua esperienza a fianco dei bambini con disagio, reclamando un maggiore coinvolgimento del terzo settore nei processi decisionali e legislativi sul tema. «Il privato sociale – ha detto Gerhard Bantel – dev’essere integrato all’offerta della pubblica amministrazione e sarebbe il caso che si ascoltasse di più chi sta H24 coi bambini».
«Risparmiare sui diritti dei bambini – ha detto – è uno spreco», introducendo la successiva relatrice, ovvero la psicologa Daniela Diano, che con rigore scientifico e aiutandosi con delle diapositive, ha illustrato uno studio del Cismai, tutto teso a dimostrare che la mancata prevenzione degli abusi sui bambini, non solo non è un apparente risparmio, ma si trasforma in un costo maggiore per il futuro «Visto che ha spiegato – quasi l’1% del Prodotto Interno Lordo dell’Italia viene speso a causa di situazioni di disagio giovanile di soggetti che da adulti si trasformano in persone con problemi psicofisici e, in determinati casi, anche in criminali».
Il garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria Marilina Intrieri ha spiegato le peculiarità della sua carica (legata alla sussistenza della consiliatura regionale, e che quindi volge al termine) dicendo che «Raccogliamo segnalazioni dei privati che a nostra volta giriamo agli enti superiori svolgendo una vera e propria attività metagiuridica tesa a risolvere davvero le situazioni di disagio ed evitare che s’intasino i tribunali senza risolvere i problemi. Il punto – ha proseguito – è che in Calabria i minori ospiti di una casa-famiglia non hanno diritto all’assistenza sul proprio territorio e la Regione esige pure il pagamento del ticket. Ecco perchè – ha concluso – abbiamo già chiesto audizione al tavolo Massicci e chiediamo l’intervento del ministro Lanzetta per sanare questo disagio.
Tra gli interventi del pubblico, particolarmente significativi quelli del vice sindaco di Gioiosa Ionica Maurizio Zavaglia (che ha invitato gli amministratori locali a una maggiore attenzione al tema, puntando l’indice soprattutto contro l’ex sindaco di San Giovanni di Gerace Giovanni Pittari «che – ha detto – non è mai venuto al distretto sanitario») e della presidentessa del Sidus club Albarosa Dolfin Romeo che ha invitato il ministro Lanzetta a fare di tutto per far rientrare in vigore la legge 285/97 successivamente abrogata «Grazie alla quale – ha detto – realizzammo nelle scuole progetti come “Museo amico” che in alcuni plessi vano avanti grazie alla buona volontà di insegnanti attiviste del Sidus.
Il vicesegretario regionale del Pd NIcola Irto ha detto che «Alle inadempienze della Regione spesso si sommano le incompetenze di certe amministrazioni comunali, incapaci di rispettare la destinazione d’uso dei fondi vincolati e ricevuti per lavorare sul disagio sociale»
Il ministro Lanzetta, alla quale gli organizzatori hanno consegnato un documento comprendente tutte le richieste per cercare di migliorare quello che non va in questo settore nella nostra regione, ha ricordato che «Le risorse del settore vanno gestite dai comuni in maniera diretta e il governo Renzi ha in mente un nuovo welfare partecipativo che tenga in considerazione la voce degli addetti ai lavori, prima di procedere ad emanare un disegno di legge delega per il riordino del terzo settore, in linea con la politica dell’Unione Europea che attualmente prevede una fase d’ascolto del territorio che scade il 3 luglio, necessaria a indirizzare tutti gli stati membri verso un nuovo welfare».
Tutto ciò giunge alla vigilia dell’inizio del semestre italiano di presidenza del Consiglio d’Europa. E allora, ripensando ai motivi che sono alla base della scelta degli amministratori non possiamo che rilevare che chi ha organizzato il convegno lo ha fatto al momento giusto.