R. & P.
L’Associazione Angela Serra per la Ricerca sul Cancro è da sempre a fianco dei malati
oncologici: in questo momento in Calabria – dove l’associazione ha recentemente aperto a Siderno lo sportello’“Agenzia No Viaggi” per combattere la migrazione sanitaria – purtroppo le persone affette da neoplasie si trovano a fronteggiare gravi difficoltà a causa dell’agitazione dichiarata da alcune sigle che raggruppano laboratori di analisi cliniche, ambulatori specialistici e centri radiodiagnostici privati convenzionati. Pur non volendo entrare nel merito del contenzioso che oppone il commissario governativo Scura alle strutture private, per coerenza con i nostri principi dobbiamo affermare che, anche in ossequio all’art. 32 della Costituzione, chi ha la responsabilità di garantire il servizio sanitario universale sul territorio della regione Calabria non può trincerarsi dietro esigenze di bilancio o parametri puramente quantitativi: sospendere indiscriminatamente il monitoraggio clinico di malati gravi, attraverso esami di laboratorio e radiodiagnostici, produce danni di gran lunga più gravi di qualunque problema finanziario. Prima di indurre di fatto le strutture a sospendere l’erogazione di servizi, attraverso tagli lineari di budget, sarebbe necessario potenziare enormemente la sanità pubblica, che in Calabria, pur contando su alcune eccellenze riconosciute, è stata oggetto di un progressivo restringimento delle proprie possibilità di garantire assistenza.
In occasione della manifestazione indetta per venerdì 15 giugno 2018, presso la sede del Consiglio Regionale della Calabria, da Anisap e Federlab, con la partecipazione massiccia delle strutture convenzionate della regione, non possiamo che unirci all’appello di questi operatori sanitari a tutte le autorità competenti a partire dal Ministro della Salute, dott.ssa Grillo. È fondamentale che si rimetta al primo posto la salute dei cittadini, garantendo loro da subito il servizio con lo sblocco della vertenza e programmando a lungo termine una strategia non ancorata a piani di rientro. Questi, essendo incentrati unicamente sul taglio delle prestazioni, si rivelano controproducenti poiché incentivano una migrazione sanitaria costosissima tanto per le casse regionali, quanto per quelle dei malati e delle loro famiglie.