RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Caro Direttore,
torno a scriverti dopo un po’ di tempo sulla situazione di Marina di Gioiosa. Certo, richiamare l’attenzione sulle piccole vicende paesane, mentre la grande storia sembra passare sulle nostre teste, può sembrare fuori luogo: il piccolo e il grande però si intrecciano e, in certo modo, si specchiano l’uno nell’altro. Farò quindi una riflessione un po’ più generale. Commissione a Marina di Gioiosa o Commissione a Bruxelles il gioco rimane sempre lo stesso: dare un tono asettico e presuntamente tecnico alle decisioni.
La commissione straordinaria di Marina di Gioiosa, dimostrando ancora una volta la cordialità che ne contraddistingue i componenti, ha accettato il dialogo con una rappresentanza di cittadini sulla faccenda dei parcheggi a pagamento; la commissione europea non sappiamo se dialogherà con il nostro governo, ma il “metodo commissariale”, anche nel caso di qualche marcia indietro e qualche rimodulazione, rimane lo stesso: si mettono sul piatto fatti compiuti e decisioni già prese, motivando le scelte con obblighi di legge o con necessità di bilancio e, semmai, se ne parla dopo.
Troppo spesso però si perde di vista l’obiettivo per cui le commissioni sono state istituite, tanto che si tratti di favorire il processo di integrazione europea quanto di ripristinare la legalità insidiata dalle supposte infiltrazioni mafiose. Per circoscrivere il ragionamento alla dimensione comunale, è da un po’ di tempo che mi chiedo come i tre insediati alla guida dell’amministrazione scelgano le priorità: dare un tocco di colore all’asfalto alle vie centrali del paese era proprio così urgente, tenuto conto della lista di irregolarità (e di illeciti) contenuta nella relazione di scioglimento pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica? Scarsa fedeltà fiscale, occupazione del suolo pubblico, abusivismo edilizio, lentezza della burocrazia comunale sono ormai questioni archiviate? Credo di no. Sul fatto che la criminalità sia ancora presente e operante sul territorio, poi, penso che ci siano pochi dubbi, se non altro perché i cumuli di rifiuti pericolosi, come copertoni e rottami di Eternit, continuano a crescere non solo in discariche abusive occultate, ma alla luce del sole in vie centrali dell’abitato, come via Fratelli Rosselli su cui si affaccia il municipio.
Se, prendendo spunto dalla relazione del Ministro, si compilasse una check listdi emergenze per valutare l’efficacia dell’azione commissariale nel risolverle, non credo che si arriverebbe a conclusioni confortanti. Questo può sorprendere, ma non meravigliare, se si riflette sul “metodo commissariale” di cui si scriveva sopra: pare proprio che si pensi di risolvere i problemi tirando linee (non importa se sull’asfalto o sulla carta sotto numeri messi in colonna) mentre “il mondo cade a pezzi”, come canterebbe Mengoni. Tutto è indifferente, purché si possa dire che si sta provvedendo al bilancio con la massima serietà tecnica, senza capire che i conti possono quadrare solo se le persone in carne e ossa vivono bene e lavorano bene.
La responsabilità non grava certo personalmente sui componenti della commissione… Diciamo che questo è il sistema in cui si trovano ad operare. Ma, intanto, la ‘ndrangheta? Anche di questo si dovrebbe occupare il prossimo sindaco?
Vincenzo Tavernese