di Gianluca Albanese
MARINA DI GIOIOSA IONICA – Al presidente del Consiglio Matteo Renzi saranno fischiate le orecchie durante i lavori del consiglio comunale di Marina di Gioiosa Ionica. Dalla votazione dell’atto d’indirizzo per l’impugnazione davanti alla Corte Costituzionale del decreto “Sblocca Italia” ai continui richiami all’iniquità dei provvedimenti presi da Palazzo Chigi che, di fatto, scaricano sui Comuni e sui contribuenti alcune decisioni prese dal Consiglio dei Ministri, gli atti di disobbedienza civile – peraltro non inediti – del civico consesso di Marina di Gioiosa Ionica non sono mancati.
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Il fatto che tra i principali assertori della ribellione civile alle decisioni governative non siano stati i consiglieri ideologicamente collocabili nel centrodestra come lo stesso sindaco Vestito, l’assessore Coluccio o il presidente del civico consesso Femia, ma si possano annoverare un assessore fresco di iscrizione al Pd come Sisì Napoli e un attivista del movimento 5Stelle con radici culturali di sinistra come Pasquale Mesiti, fa riflettere.
Già nella discussione sulla comunicazione preliminare da parte del sindaco Vestito (e che sarà oggetto di un successivo articolo), Napoli è partito all’attacco dicendo che «Il Governo Renzi si preoccupa di perseguire lo scioglimento del Senato della Repubblica per accentrare su di sé ancora più potere, in linea col disegno piduista di Gelli, già portato avanti da Berlusconi e da Craxi, invece che combattere gli abusi della burocrazia che, come nel caso del terreno dove sorge l’ex ferrovia Calabro-Lucana, rischia di far perdere a questo Comune un grosso finanziamento europeo. Ecco perché – ha proseguito l’assessore Napoli – un esposto alla Procura va fatto indipendentemente dall’esito della vicenda, perché oltre all’incapacità della burocrazia regionale, non è mancata la malafede di chi vuole impedire la realizzazione di un progetto di sviluppo per la nostra cittadina».
Una dichiarazione, quella di Sisì Napoli, che ha il paio con la contestata incostituzionalità del decreto “Sblocca Italia” «Che permette anche – ha detto – di aggirare alcuni controlli a chi vuole compiere abusi» ai silenzi «Della stampa nazionale eterodiretta che tace sulle conseguenze del decreto degli 80 euro a scapito dei Comuni e dei cittadini. Ecco perché invito i giornalisti presenti – ha aggiunto Napoli – a diffondere questo nostro messaggio».
Quanto basta per far ricordare a un compiaciuto Pasquale Mesiti, col quale Napoli ha manifestato un’inedita identità di vedute che «Mi fa piacere che a dire queste cose sia l’assessore che si è appena iscritto al Pd ma che ha il coraggio di contestare il proprio leader nazionale».
Già, il leader nazionale. Sisì Napoli ha spiegato, senza mezzi termini in apertura dei lavori, di essersi iscritto al Partito Democratico «Per combattere Renzi dall’interno del partito, fino a cacciarlo dal ruolo che occupa indebitamente».
Dall’apparente contraddizione, il cronista legge una riedizione moderna di una teoria trozkista: insinuarsi nelle strutture della borghesia – mutatis mutandis, nel sistema attuale, nel partito di maggioranza relativa – per combattere dall’interno – nel caso di Napoli – il suo leader, svelandone sistematicamente le contraddizioni.