di Francesca Cusumano
MARINA DI GIOIOSA IONICA- “Un giorno di festa”, così è stata definita da Patrizia Adorno componente della triade commissariale straordinaria di Marina di Gioiosa Ionica, la cerimonia di consegna di due appartamenti confiscati alla criminalità organizzata, avuta luogo questa mattina nella Sala E. Gennaro del Comune.
Nello specifico, si tratta di due appartamenti siti sul lungomare della cittadina, assegnati attraverso due bandi pubblici a due associazioni che operano nel volontariato: Salvamento Locride e Arcipesca Fisa. Tra le istituzioni presenti alcuni primi cittadini della Locride, mentre ad affiancare i commissari Patrizia Adorno, Fausto Gianni e Michele Albertini negli interventi previsti, Francesco Campolo, dirigente dell’area ordine e sicurezza pubblica in rappresentanza del prefetto di Reggio Calabria Vittorio Piscitelli, Luigi D’Alessio, procuratore della Repubblica di Locri, Domenico Bagnato, capo di gabinetto del prefetto (in rappresentanza della Provincia di Reggio Calabria, già commissario prefettizio del Comune di Marina di Gioiosa Ionica prima che venisse sciolto per infiltrazioni mafiose), il vescovo della diocesi di Locri- Gerace Giuseppe Fiorini Morosini e i due assegnatari dei beni, Giuseppe Pelle, nella duplice veste di direttore dell’associazione Salvamento Locride Mare e presidente nazionale di Arcipesca Fisa e Rosanna Marturano presidente provinciale Arcipesca Fisa. A coordinare i lavori, la dottoressa Adorno che non ha esitato a cogliere la valenza dell’evento, perchè la collettività da oggi si è nuovamente riappropriata di beni che hanno rappresentato il frutto di proventi di attività illecite esercitate; le due associazioni per intenderci, operano e opereranno a favore della comunità. Il Comune infatti, nel momento in cui acquisisce beni per via di un procedimento di confisca ai danni della criminalità organizzata, può perseguire una doppia finalità: darli in gestione (come in tal caso) a delle associazioni, oppure minare le fondamenta della ‘ndrangheta, per l’appunto il suo patrimonio <<Questa- ha detto il viceprefetto aggiunto- è la finalità voluta dalla legge Giovanni Latorre, che intendiamo continuare a portare avanti con nuovi giorni di festa; quello di oggi è solo l’inizio, cercheremo di combattere questa piovra che ci attanaglia>>. Entusiasta della massiccia partecipazione ( presenti anche numerosi studenti e forze dell’ordine), il dottor Fausto Gianni che elogiando l’operatività della “Città del Sorriso”, non ha celato (riferendosi ai sindaci del comprensorio) gli ostacoli che spesso, impediscono a chi ricopre la carica di amministratore comunale di lavorare nella più completa “libertà”, senza dimenticare di sottolineare che i giovani possono essere l’esempio di speranza per <<La nostra bella Regione perchè pur essendo romano- mi considero a tutti gli effetti parte di questa terra>>. Giuseppe Pelle, destinatario dei due beni, visibilmente emozionato, nel suo intervento ha colto l’occasione per ringraziare sentitamente le istituzioni per la fiducia accordata alle associazioni che in sinergia operano con le forze dell’ordine (deputate alla sicurezza), con la promessa che proprio sul lavoro congiunto e di squadra, sulla formazione e sull’informazione si punterà, facendo da supporto alle famiglie e alle stesse istituzioni. Due invece, sono stati i pensieri espressi nel corso della manifestazione dal vescovo Fiorini Morosini: il primo direttamente ai giovani, invitandoli a non aderire alla malavita organizzata perchè non conviene sotto diversi punti di vista: umano, della serenità d’animo, ovvero impostare la vita con la paura che prima o poi le malafatte vengano a galla. <<Siate saggi- ha commentato Morosini- nel progettare la vostra vita, le scorciatoie del delinquere non servono, producono l’abisso anche se qualche volta la legalità può apparire come una strada perdente, quando in realtà è l’unica in grado di comportare una realizzazione per cui vale la pena vivere serenamente. Siate saggi nello scegliere il futuro della vostra vita>>. Il suo secondo pensiero lo ha invece ha indirizzato alla Locride, una terra che non è anti’ndrangheta (che vive solo di queste manifestazioni), è una terra che necessita di un segnale più concreto, di un segnale di prevenzione quali maggiori opportunità di lavoro per i giovani, perchè come scrisse in una missiva al presidente Monti <<Nella Locride non è difficile parlare contro la ‘ndrangheta, al contrario è difficile dare loro speranza >>. Altre considerazioni sono state poi fornite dal neo procuratore della Repubblica di Locri Luigi D’Alessio. Come esponente dell’apparato “repressivo” dello Stato, (la Procura della Repubblica e forze dell’ordine che quotidianamente agiscono sul territorio), D’Alessio ha riferito come da tempo si siano resi conto che il contratto delle organizzazioni criminali non può prescindere dal colpire le fortune che il fenomeno criminale si procura con la sopraffazione, con la violenza e con l’intimidazione. Il cosiddetto “mafioso” conosce e tollera quelle che sono le conseguenze delle sue azioni: la carcerazione e l’azione repressiva dello Stato. Quello che non sopporta, a detta di D’Alessio è che venga sottratto del fine stesso del suo agire, cioè il patrimonio, che altro non è che il risultato della sua azione illecita. Quindi, tanto più è efficace l’azione dello Stato, tanto più riesce a colpire i patrimoni illecitamente acquisiti. <<Negli anni- ha spiegato D’Alessio- la criminalità è cambiata profondamente, oggi esiste un tipo di criminalità che occupa l’economia non solo del nostro Paese ma a livello mondiale, non esiste più quella legata al vecchio “boss” che cerca di mantenere intatto il proprio potere. Esistono diverse mafie, la più potente è proprio la ‘ndrangheta, tutte improntate ad occupare la nostra economia, ecco perchè è importante l’aggressione ai patrimoni criminali. Non è più sufficiente trarre in arresto il mafioso, l’estorsore, occorre colpirne i patrimoni. Questo è il senso della mia partecipazione a questa manifestazione, che non è un punto di arrivo ma un punto di partenza. Da quando mi sono insediato, ho notato l’onerosità e l’accoglienza della gente, però anche una grande rassegnazione verso la tracotanza, la furberia e una sostanziale sfiducia che le cose possano cambiare che sfocia in una sorta di individualismo ed anarchia. L’occasione di oggi -non deve essere solo celebrativa, occorre un’azione collettiva per sconfiggere questa criminalità che oggi assedia i nostri territori>è>. Infine D’Alessio, appellandosi ad una canzone di Giorgio Gaber che rimarcava che “la libertà non è uno spazio libero, nè il volo di un moscone bensì partecipazione”, ha concluso che solo così, sarà più semplice abbandonarsi alla propria libertà.