di Domenico Vestito*
MARINA DI GIOIOSA IONICA – Da qualche giorno, volgendo lo sguardo al Palazzo Municipale di Marina di Gioiosa Ionica e, in particolare, alle finestre dell’ufficio del
Sindaco, oggi occupato dalla commissione straordinaria, non si nota più
lo sventolare del drappo rosso, che l’Amministrazione Comunale guidata
da Domenico Vestito aveva fatto esporre contro la violenza sulle donne.
“Quel simbolo visibile di partecipazione alle sofferenze delle donne
vittime di soprusi e violenza, fisica e psicologica – ha dichiarato il
Sindaco Vestito – lo avevamo esposto all’indomani dei fatti del branco
di Melito, in vista della grande manifestazione nazionale svoltasi a
Reggio Calabria, per rappresentare la profonda indignazione e l’impegno
concreto per superare tutti quei fenomeni di violenza che vedono vittime
le donne, di ogni età e di ogni estrazione sociale, sempre più aggredite
e colpite da una mentalità sessista e machista”.
Nel settembre del 2016, un’operazione condotta dai Carabinieri e
coordinata dalla Procura di Reggio Calabria portò agli arresti di nove
soggetti, ritenuti responsabili di violenza sessuale di gruppo nei
confronti di una minorenne del luogo, che per due anni venne costretta,
nel silenzio generale, a sopportare ogni tipo di abuso. A distanza di
alcune settimane si tenne un manifestazione partecipatissima in riva
allo Stretto, con rappresentanze del mondo della scuola, delle
istituzioni locali, della Regione e del Governo nazionale e migliaia di
cittadini, soprattutto giovani.
“Quel drappo rosso, oggi sparito – ha proseguito Vestito – rappresentava
la simbolica continuazione di quell’appuntamento così condiviso e corale
e voleva richiamare l’attenzione della cittadinanza su fenomeni di
violenza contro le donne, che si annidano anche tra di noi, spesso
nascosti e taciuti, che a volte non sfociano in violenza fisica, ma che
feriscono comunque attraverso le armi della calunnia, delle dicerie, dei
pettegolezzi, delle pressioni psicologiche. Oggi chiediamo alla
Commissione straordinaria di sapere quale fastidio dava quel segno di
solidarietà? Chi ha avuto la “geniale idea” di eliminarlo dalla facciata
del Palazzo Municipale e per quale ragione? Si pensava, forse, che fosse
un modo per marcare il territorio ed è per questo iniziata l’opera di
damnatio memoriae rispetto a tutto quanto fatto dalla nostra
Amministrazione? Si tratta di una iniziativa provvisoria? Domande alle
quali i cittadini e soprattutto le donne vittime di violenza chiedono
risposte chiare”.
*: AVVOCATO