Incontro-dibattito nell’aula magna dell’Istituto comprensivo presieduto dalla dirigente Fiaschè alla presenza del comandante di stazione, il maresciallo Mantineo, e i vicebrigadieri Platì e Ponzo, con gli studenti del plesso di scuola secondaria di primo grado di via Calvario. “Il carcere? Non è un luogo di punizione bensì di riabilitazione alla vita sociale”
di Antonio Baldari
<<Vorrei sottolineare come i ragazzi ci abbiano accolti in questa sala alzandosi in piedi, che non è una cosa usuale oggi>>. Ad affermarlo è il vicebrigadiere Giuseppe Platì, in forza al Comando Stazione carabinieri di Marina di Gioiosa Jonica, nell’aula magna dell’istituto comprensivo “Marina di Gioiosa Jonica-Mammola”, presieduto dal dirigente scolastico Maria Giuliana Fiasché: l’uditorio apprezza applaudendo fragorosamente, nel contesto più ampio di un incontro-dibattito sviluppatosi nel predetto edificio scolastico di piazza Mazzini, ospitante gli oltre centosessanta studenti della scuola secondaria di primo grado gioiosana, unitamente ai loro docenti cui ha fatto da apripista la professoressa Carlo Racco, vicepreside in orbita presidenziale quest’oggi a motivo dell’assenza del dirigente Fiasché giacché impegnata, quest’ultima, in un altro, interessante, meeting al “Marconi” di Siderno con la Guardia Costiera. Ma tant’è!
Di divisa in divisa e nonostante la richiesta di ubiquità inoltrata al buon Dio, e finora rimasta inevasa!, la preside sarà stata contenta di sapere non solo della compostezza ma anche e soprattutto del buon livello propositivo appalesato dai suoi ragazzi, impeccabilmente assistiti dai docenti, al cospetto del comandante la Stazione della Benemerita, il maresciallo ordinario Andrea Mantineo e del vicebrigadiere Giovanni Ponzo oltre al summenzionato Platì, una terna di rappresentanti dei carabinieri nella ridente cittadina sulla riviera dei Gelsomini, Marina di Gioiosa Jonica per l’appunto, che ha dialogato principalmente con gli alunni in maniera snella e coinvolgente per oltre due ore quasi da non accorgersene del tempo che passava, inesorabilmente.
Che è stato scandito poco dopo le nove del mattino dalla docente Racco dettasi <<Molto felice di avere tra noi i rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri nell’ambito di un’iniziativa progettuale che è stata promossa dal Miur – ha esordito la prof – e che ci vede qui dopo un periodo molto difficile che abbiamo vissuto a causa della pandemia, è nostro desiderio affermare sempre di più nel nostro istituto e per il bene dei nostri ragazzi, in particolare, ciò di cui parleremo oggi ossia la cultura della legalità>>; che altro poi non è se non il rispetto delle regole e delle leggi.
Come del resto ha teso ad evidenziare il comandante Mantineo nel suo discorso introduttivo, comunque facendo un excursus di carattere storico partendo dall’anno di fondazione dell’Arma dei Carabinieri, nel 1814, per poi arrivare all’organizzazione formativa e territoriale della Benemerita, passando per quello che è stato l’anno spartiacque, il 2000, <<che ha visto l’elevazione dell’Arma al rango di “Forza Armata” dopo essere stata per circa due secoli parte dell’Esercito – ha affermato Mantineo – il tutto nell’ambito di una serie di compiti svolti sul territorio grazie alle Stazioni, ai Nuclei, alle Brigate, Gis, Corpi speciali, Ris e Ros che, come avrete visto in tv, è stato di recente protagonista nella cattura del boss latitante Matteo Messina Denaro>>.
La conversazione è risultata oltremodo appagante per i ragazzi, del tutto pendenti dalle labbra dei graditi ospiti anche perché si è intervallato l’eloquio con dei video illustrativi ciò che si andava affermando, anche e soprattutto in tema di formazione con un concorso da superare, in prospettiva, con delle prove psicofisiche ed attitudinali, nonché un prestabilito periodo di permanenza per entrare a far parte dell’Arma dei Carabinieri, <<Ora, però, ho bisogno di un collaboratore che solitamente è quello seduto in fondo all’angolo – ha chiosato sorridendo il vicebrigadiere Ponzo, chiamando a sé Salvatore perché lo sostenesse nel dialogo con i suoi compagni, particolarmente calamitati nell’attenzione del giovane carabiniere nel momento in cui spiegava la presenza sulla manica destra della sua giacca di un distintivo “Che abbiamo soltanto in 369, e rappresenta il simbolo del mio coinvolgimento in un’azione contro la crimininalità organizzata, testimoniando il mio ferimento in essa>> – ha concluso Ponzo, guadagnandosi l’applauso di condivisione dei giovani e delle giovani.
Che hanno di lì a poco scatenato una vera e propria gragnuola di domande all’indirizzo proprio di Mantineo, Ponzo e Platì, da essere ben difficoltoso, per lo scrivente, riportarne l’elenco a cominciare dalla rovente tematica inerente il bullismo ed il cyberbullismo, argomento assai dibattuto dai ragazzi, e per finire con il significato che è insito nel carcere <<Che è luogo di rieducazione e non già di punizione>>, ha epilogato il comandante Mantineo sul finire dell’incontro, ricordando che <<la nostra soddisfazione più grande, ogni giorno, è la soddisfazione dei cittadini, nel pieno rispetto delle regole e delle leggi>>, alle quali rimanere, come recita il motto dell’Arma dei Carabinieri, “nei secoli fedele”.