MARINA DI GIOIOSA IONICA – Una scelta di cuore più che di testa, in linea col temperamento mai conformista del suo autore. Sisì Napoli ha spiegato, nel corso della conferenza stampa convocata per ieri sera nella sala delle adunanze del palazzo municipale, le ragioni che lo hanno portato a dimettersi da assessore comunale all’Urbanistica e alla Città Metropolitana e da consigliere.
«Quest’amministrazione – ha esordito il medico originario di Grotteria – non è nata da accordi post elettorali tra i partiti, come ai tempi in cui l’attuale ministro dell’Interno Marco Minniti era il segretario provinciale della Figc; è nata in piazza, dall’esperienza di due comitati civici con persone selezionate in campo aperto e senza conventicole. Uno dei primissimi atti fu quello di regalare ai giovanissimi studenti delle scuole medie una copia della Costituzione Italiana. Fu una giornata di festa, e assieme a noi marciò l’allora comandante del Gruppo dei Carabinieri di Locri, il colonnello Giuseppe De Magistris.
Sentimmo più che mai, in quella occasione, che tutte le componenti dello Stato erano dalla stessa parte: amministratori, forze dell’ordine e le varie articolazioni dell’amministrazione pubblica. Dopo lo scorso 13 febbraio, data di insediamento della commissione d’accesso ispettivo agli atti del Comune di Marina di Gioiosa Ionica non so più se stiamo tutti dalla stessa parte, e questa amministrazione è stata lasciata sola in un momento in cui essere sindaco e giunta in Italia è assai difficile, tra bilanci di cassa difficili da quadrare e una progressiva riduzione dei trasferimenti di risorse dal Governo centrale».
Napoli parla a braccio e chiarisce in maniera ancora più dettagliata il concetto.
«Dopo quel fulmine a ciel sereno del 13 febbraio – ha proseguito l’assessore dimissionario – ho subito anche alcune umiliazioni sul piano personale. Per esempio, l’assessore regionale ai Trasporti Rizzo, col quale avevamo ottimi rapporti istituzionali e molte idee in cantiere per lo sviluppo infrastrutturale di questo territorio, non mi risponde più al telefono. Idem il viceministro dell’Interno Bubbico, che un paio d’anni fa in questa stanza prese parte a un incontro proprio sulla normativa relativa allo scioglimento dei consigli comunali per infiltrazioni mafiose».
Non manca un riferimento ai risultati della sua azione amministrativa «Come – ha spiegato Napoli – il completamento dell’iter relativo a due strumenti urbanistici fondamentali come il Piano Strutturale Comunale e il Piano Spiaggia, che prossimamente saranno portati all’approvazione in consiglio comunale e che intendono ridare ordine a un paese che dagli anni ’70 in poi è cresciuto in maniera disordinata, disconoscendo le linee guida date negli anni ’60. Abbiamo ripreso in mano la fase di partecipazione dei cittadini alla redazione del Piano Strutturale Comunale, convocando dieci incontri aperti, ai quali però hanno preso parte solo c cinque persone».
Una punta di rammarico, quella della scarsa partecipazione dei cittadini che ritorna anche in un’altra considerazione di Sisì Napoli, quando dice che «Il diritto di cittadinanza si acquisisce quando si fa il proprio dovere, compreso quello di pagare i tributi comunali» e che diventa dispiacere quando ammette che «Ho un solo grande rimpianto: quello di non aver messo al centro della mia azione amministrativa, gli ultimi, gli emarginati, compresi i tanti immigrati che di giorno puliscono i nostri giardini e costruiscono i palazzi, ma di notte non si sa dove dormono, cosa mangiano e come passano il poco tempo libero. Ora potrò concentrarmi sul mio lavoro e sulle azioni umanitarie, come quelle che porta avanti l’associazione Jimuel, che di recente ha aperto a Riace un ambulatorio medico per gli immigrati».
Accanto a Napoli il sindaco Domenico Vestito, che ricorda la composizione eterogenea della lista “Libertà è partecipazione” che vinse le elezioni nel novembre del 2013. «Una diversità – ha spiegato – che non è mai stata un ostacolo e che non ha mai subito forzature o tentativi di uniformare il pensiero di tante diverse sensibilità. Semmai – ha continuato – abbiamo sempre preferito il confronto e la sintesi. Rispettiamo la scelta di Sisì Napoli ma andiamo avanti perché i nostri azionisti di riferimento sono i cittadini, ed è con loro che questa amministrazione ha preso impegni precisi. Comprendiamo la protesta insita nella scelta dell’ex assessore Napoli, ma andiamo avanti continuando nelle conquiste appena ottenute in settori chiave, come il servizio idrico, la depurazione e la scuola. Senza mai fare sconti ad alcuno – ha precisato – e senza guardare in faccia chi vorrebbe andare avanti con una condotta fondata sul favore e non sul diritto».
Il sindaco ha altresì riconosciuto a Sisì Napoli il merito di essere stato determinante in almeno cinque grossi risultati: «Dal Piano Strutturale al Piano Spiaggia, che quando ci insediammo erano drammaticamente fermi e viziati da clamorosi errori di riferimento, all’Unione dei Comuni che ci auguriamo possa trovare nuovo slancio con la presidenza affidata al sindaco di Gioiosa Ionica Salvatore Fuda, fino ai contratti di costa e di fiume e al servizio civile, frutto, quest’ultimo, di un’intuizione degli assessori Napoli e Loschiavo, bravi a leggere bene le sacche di marginalità».
Prima di concludere, il sindaco Vestito ha preannunciato che «Intendiamo difenderci e stiamo preparando, insieme a Rarà Gennaro e a Valentina Femia, una corposa memoria comprensiva di date, fatti, nomi, cognomi, minacce subite, inviti e “consigli”, perché riteniamo che sia utile al Prefetto, alla Commissione d’accesso, al Ministro e al Governo per avere un quadro completo e non parziale della situazione. Voglio che ci dicano chiaramente, alla fine del lavoro della Commissione, se davvero questa amministrazione ha favorito gli Aquino e i Mazzaferro; se ci vogliono cacciare ci caccino pure. Di sicuro – ha concluso il sindaco Vestito – noi non ce ne andremo spontaneamente».