di Gianluca Albanese
LOCRI – Parziale assoluzione per gli ex funzionari del Comune di Marina di Gioiosa Ionica Stefano Catalano e Valentina Suraci, accusati del reato di falso e peculato sulla base di irregolarità di tipo formale, non conducenti ai fine di sostenere l’indebita appropriazione di somme di denaro. Il tribunale di Locri, infatti, nel collegio presieduto dal giudice Alfredo Sicuro ( a latere Adriana Cosenza ed Elisabetta Larosa) li ha assolti dai reati ai capi C) e D) della rubrica perché il fatto non sussiste, e ha contestualmente separato le posizioni ai capi A) e B), restituendo copia degli atti al PM, che aveva chiesto una condanna a otto anni di reclusione.
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E’ quanto è stato deciso nella sentenza letta quest’oggi dal tribunale, che ha rilevato come «da un esame complessivo del materiale acquisito emergono significative incongruenze sulla base delle quali – è scritto nell’ordinanza di restituzione degli atti in Procura – l’ipotesi per cui l’appropriazione si sarebbe verificata non è suscettibile di essere esclusa sulla base del materiale acquisito nel corso dell’istruttoria dibattimentale».
«In particolare – prosegue l’ordinanza – le prove raccolte nel corso del dibattimento non hanno in alcun modo esplorato l’effettivo svolgimento delle attività oggetto di remunerazione, sovente svolte nel medesimo arco temporale, né il corretto calcolo delle somme sulle quali sono state applicate le percentuali oggetto delle delibere».
Insomma, il collegio ha constatato una carenza probatoria e generalizzata mancata indicazione su delibere e determine dei mandati emessi che «deve essere necessariamente colmata prima di pervenire a una pronuncia di merito».
Dunque, «Il tribunale – conclude l’ordinanza – non può disporre in questa sede un’integrazione istruttoria, attraverso l’indispensabile perizia contabile e la necessaria attività di ulteriore accertamento, in quanto il fatto ipoteticamente emerso dal dibattimento e rispetto al quale dovrebbe avvenire l’integrazione (la liquidazione di somme a fronte di prestazioni non effettuate o comunque rapportate a valori non corretti autonomamente individuati al di fuori di qualsiasi controllo) è radicalmente diverso da quello contestato».
Per i due funzionari, nel maggio del 2012 la sesta sezione penale della Corte di Cassazione aveva ritenuto lecite le condotte dagli stessi poste in essere, annullando il provvedimento di interdizione dai pubblici uffici disposte nei mesi precedenti dal Tribunale del Riesame di Reggio Calabria, che in prima istanza aveva accolto l’appello del Pm Federico Nesso della Procura di Locri.
Al termine della lettura della sentenza, soddisfazione è stata espressa da Stefano Calatano, difeso dall’avvocato Riccardo Misaggi, che a Lente Locale ha dichiarato che «Si pone fine a una vicenda processuale molto tortuosa ,dalla quale è emersa la legittimità delle nostre condotte, anche e soprattutto alla luce di quanto emerso dalle delibere di giunta comunale e Consiglio e dai regolamenti dei tributi comunali».
I due imputati furono denunciati dall’amministrazione comunale dell’epoca, guidata dall’allora sindaco Rocco Femia.