di Gianluca Albanese
MARINA DI GIOIOSA IONICA – L’opposizione c’è e ha fatto sentire il peso della sua presenza in alcuni momenti topici della seduta consiliare di stasera, la prima dopo il lungo periodo di commissariamento. Sia ben chiaro, tutto è stato all’insegna della correttezza e dei toni eleganti, ma i ruoli sono ben chiari e si è visto fin dall’inizio.
{loadposition articolointerno, rounded}
E’ il bello della democrazia, del confronto dialettico peculiare di ogni consiglio comunale, istituzione cittadina il cui ruolo – lo ha ribadito il sindaco Vestito durante l’esposizione delle linee programmatiche del mandato – va valorizzato.
E allora, il gruppo consiliare di minoranza non ha inteso votare l’ordine del giorno contenente la proposta di modifica della Legge “Severino” e in particolare del suo articolo 13 (quello che riguarda il periodo d’incandidabilità negli Enti locali) col quale si è proposto al Consiglio di delegare il sindaco a rivolgersi, tra gli altri, al Presidente della Repubblica, all’Unci e ad AssoComuni della Locride per chiedere di intervenire al fine di colmare quel vuoto legislativo che è costato la mancata elezione (nonostante i 523 voti di preferenza) del medico Raffaele “Rarà” Gennaro.
La capogruppo Badolisani ha eccepito che «Compito del consiglio comunale è rappresentare le istanze della comunità e non dei singoli. Per questo – ha proseguito – non è giusto votare provvedimenti “ad personam” e non capisco l’utilità di un voto favorevole del civico consesso che, semmai, dovrebbe, attraverso la maggioranza, favorire il ricorso ad istituti di democrazia diretta come il referendum abrogativo o la petizione popolare, agevolando la raccolta firme mediante l’istituzione di uno sportello ad hoc e lasciandone la gestione ad un apposito comitato».
Insomma, quella della Badolisani è apparsa come una proposta articolata che però non ha convinto la maggioranza, con l’assessore Isidoro Napoli che ha detto che «La questione è d’interesse pubblico perché riguarda il rispetto della volontà popolare di oltre 500 elettori che hanno votato il dottore Gennaro». E se la leader di “Progetto paese” ha chiarito che «Non condivido, in particolare, la delega al sindaco dal parte del Consiglio», non avendo trovato la sintesi, si è passati alla votazione e relativa approvazione dell’ordine del giorno, con gli otto consiglieri di maggioranza favorevoli e i tre della minoranza contrari.
Analogo esito si è registrato quando si è trattato di votare per eleggere il presidente del consiglio comunale. Qui la minoranza sembra aver strizzato l’occhio a un certo “grillismo” diffuso nel Paese che fa il paio con la tendenza alla “spending review” nella pubblica amministrazione in voga dal Governo Monti in poi.
«Proprio in ossequio alla spending review – ha spiegato Maria Teresa Badolisani – avremmo voluto abolire la figura del presidente del civico consesso, ma visto che questo non appare ad oggi possibile, allora indichiamo la candidatura del consigliere Sergio Lombardo»; quest’ultimo ha ringraziato la sua leader per la fiducia, rilanciando con la proposta di lasciare nelle casse comunali l’indennità che percepirebbe, qualora fosse eletto, per destinarla a spese nel settore delle politiche sociali.
La maggioranza, invece, ha proposto la consigliera che ha ottenuto il maggior numero di voti di preferenza, ovvero Loredana Femia che è stata eletta ed ha successivamente condotto i lavori consiliari, non senza una comprensibilissima punta di emozione, data la giovane età e l’importanza del ruolo rivestito.
Sono questi i due momenti salienti del primo consiglio comunale dopo due anni e mezzo in cui il paese ha dovuto fare a meno delle proprie istituzioni democraticamente elette.
I tempi bui dello scioglimento del precedente civico consesso per infiltrazioni mafiose sono definitivamente alle spalle ed era ovvio che la ripresa dei lavori dovesse rappresentare una festa della democrazia, in cui, a partire dal sindaco, sono stati ribaditi molti concetti già ampiamente espressi in campagna elettorale e durante la cerimonia di proclamazione degli eletti.
E così, Domenico Vestito, dopo aver ripetuto che i principi generali che ispirano l’azione della nuova amministrazione sono quelli di legalità e trasparenza, ha ribadito le principali priorità programmatiche, prima tra tutte il ripristino del decoro urbano attraverso un’adeguata programmazione degli interventi. Ma non solo. Vestito ha parlato di importanza delle politiche sociali «che – ha detto – devono essere realizzate mediante interventi strutturali e strutturati e non con “elemosine” a pioggia», della razionalizzazione della macchina amministrativa «che passa – ha dichiarato il sindaco – dalla rielaborazione della pianta organica in cui non ci sia spazio per incarichi pleonastici», dalla valorizzazione dell’ambiente con la raccolta differenziata dei rifiuti, della cultura, delle frazioni «attraverso un monitoraggio costante delle opportunità offerte dai fondi comunitari – ha detto il sindaco – per i quali predisporremo un apposito osservatorio».
Quindi, c’è stato spazio per gli obiettivi più ambiziosi: l’Unione dei Comuni della vallata del Torbido (prima della seduta consiliare ha avuto luogo una riunione con gli altri sindaci dei Comuni coinvolti), il parco urbano, il completamento del lungomare e, a proposito di sicurezza, la realizzazione della nuova caserma dei Carabinieri. «Faremo di tutto – ha detto Vestito – affinché possa essere realizzata quanto prima nel bene confiscato che è già nella disponibilità dell’Arma».
Di fronte a lui, molti sindaci dei paesi vicini, tra cui Imperitura, Certomà, Fuda (col suo vice Zavaglia) e Longo, e il comandante della Compagnia dei Carabinieri di Roccella Ionica capitano Marco Comparato.
Prima di concludere l’esposizione delle priorità programmatiche, Vestito ha dedicato un passaggio molto significativo al turismo «che non dev’essere – ha detto – l’alibi per non parlare di altre cose. Ecco perché – ha chiarito – in questi cinque anni lavoreremo per creare tutte le precondizioni affinché Marina di Gioiosa divenga stabilmente meta di importanti flussi turistici, perché non è sufficiente invocare le bellezze naturali della nostra cittadina, che pure non mancano».
Maria Teresa Badolisani ha anticipato che in occasione della prossima seduta consiliare chiederà al sindaco di indicare i tempi previsti di realizzazione degli obiettivi programmatici indicati.
Dopo la votazione del presidente del consiglio comunale e l’ufficializzazione delle deleghe in giunta, si sono registrati gli interventi dell’assessore all’Urbanistica Sisì Napoli che ha reso un lungo discorso in cui ha alzato l’asticella, premettendo che s’impegnerà a diffondere la conoscenza della Costituzione Italiana e, a proposito dell’importante delega ricevuta sull’Unione dei Comuni, ha anticipato che, con tutta probabilità, il prossimo 18 dicembre avrà luogo, a Gioiosa Ionica, la riunione di tutti i consigli comunali dei paesi della Vallata del Torbido.
Anche l’assessore ai Lavori Pubblici Francesco Lupis è intervenuto per accennare ad alcune priorità programmatiche.
Successivamente, sono stati votati i membri della Commissione elettorale comunale: Coluccio, Albanese e Lombardo (effettivi); Lupis, Zavaglia e Mesiti (supplenti).
Quindi, si sono ufficialmente costituiti i gruppi, che coincidono con le liste elettorali. Per “Libertà è Partecipazione” (maggioranza) è stato eletto capogruppo Domenico Zavaglia; per “Progetto Paese” (opposizione) Maria Teresa Badolisani.
Approvati all’unanimità, invece, gli ultimi due punti all’ordine del giorno, ovvero la proroga fino al 28 febbraio del servizio di tesoreria comunale con la Ca.Ri.Me., nelle more dell’assegnazione del nuovo incarico con apposita procedura, e la costituzione di un’apposita associazione di Comuni per la realizzazione del Pisl “Sentieri della memoria”.