R. & P.
LOCRIDE – Il 23 luglio scorso il Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Locri Amelia Monteleone ha emesso decreto di archiviazione accogliendo la richiesta in tal senso avanzata dal pubblico ministero Luisa d’Elia nei confronti di un uomo residente nella Locride, padre di due bambini che, un anno fa, era stato denunciato dalla moglie per atti persecutori durante il procedimento di separazione e divorzio. Un’unione finita male, tanto che l’uomo ha lasciato la casa coniugale ed è andato provvisoriamente a vivere come ospite dai suoi genitori, dedicandosi successivamente, soltanto ai suoi bambini e soprattutto alle azioni legali di separazione e divorzio, ma soprattutto vigilando sulla condizione psico-fisica e morale dei figli provati dalla vicenda. La moglie, dal canto suo, per ottenere evidentemente l’affidamento esclusivo dei figli e della casa, così come un cospicuo assegno anche per sé, a parte quello legittimo per la prole, in sede civile ha chiesto l’addebito del divorzio addossando ogni colpa al marito e per di più l’ha denunciato per atti persecutori presentandosi come una coniuge vittima delle presunte angherie dell’uomo, con persistenti segnalazioni e assidue visite alla caserma dei Carabinieri. La donna ha denunciato di essere spiata dal marito con cimici in casa, in automobile e sul cellulare, di essere stata aggredita, di avere ansia e paura e di aver dovuto cambiare le sue abitudini di vita per timore del consorte descritto come un uomo persecutore e violento.
I familiari della donna, invece, una sera, hanno pedinato e cercato di aggredire fisicamente l’uomo che è stato difeso dai passanti, ma è stato oggetto di gravi minacce. I predetti familiari sono ora sotto processo. Dopo la denuncia della donna sono partite subito le indagini dei Carabinieri che, invece, hanno costatato come le dichiarazioni fatte dalla stessa non corrispondessero per nulla alla verità: la donna, innanzitutto, in sede di denuncia e in successive integrazioni, si è contraddetta più volte, tanto che nella richiesta di archiviazione del pubblico ministero si legge che: «non sono emersi adeguati riscontri alle dichiarazioni della persona offesa ed invero non vi sono riscontri né oggettivi né soggettivi alle sue dichiarazioni» e che «sia le verifiche tecniche operate dai Carabinieri volte alla ricerca di dispostivi di controllo sul cellulare, l’abitazione e l’automobile della parte offesa che le dichiarazioni di persone terze informate sui fatti hanno dato esito negativo». Per di più alcuni testimoni hanno anche dichiarato di «non aver mai assistito ad aggressioni fisiche o verbali dell’uomo nei confronti della moglie né di avere mai sentito l’indagato parlare male della moglie».
La donna, inoltre, è stata ritenuta non credibile nel momento in cui le indagini hanno appurato come la stessa conducesse vita normale e spensierata. Il marito, invece, per mesi, ha dovuto subire diffamazioni, calunnie e umiliazioni ma ha reagito denunciando la moglie per le evidenti false accuse ricevute. Infine, per lui, il lieto fine: il decreto emesso dal Giudice che ha stabilito «l’archiviazione del procedimento» attestando implicitamente l’innocenza dell’uomo. I giudici civili inoltre hanno respinto a favore del marito la richiesta della moglie di addebitargli il divorzio sostenendo che «la generica e meramente assertiva prospettazione di parte ricorrente non risulta supportata da alcun idoneo, univoco e certo dato probatorio. Le fonti conoscitive non sono state in grado di fornire un effettivo ed autonomo dato probatorio di conferma, rispetto a quanto lamentato dalla denunciante. Inoltre, va evidenziata la palese contraddizione tra la versione dei fatti resa dalla donna rispetto ai contributi conoscitivi forniti dai suoi prossimi congiunti».
La donna è adesso indagata dalla Procura della Repubblica di Locri del reato di calunnia che prevede dai due ai sei anni di reclusione oltre ad altri reati mentre il marito ha annunciato che si costituirà anche in questo caso parte civile in un eventuale processo. Egli è inoltre membro della Lega Uomini Vittime di Violenza, associazione nazionale che si occupa di tutelare e dare supporto morale e legale a mariti o uomini oggetto di persecuzioni psicologiche e giudiziarie da parte delle loro mogli o compagne. Lo stesso ha evidenziato come negli ultimi anni il fenomeno delle false denunce da parte di mogli in fase di separazione e divorzio sia in aumento e in moltissimi casi si giunge a un’archiviazione o assoluzione dei denunciati. «L’impressione – ha dichiarato – è che alcune mogli tendano ad affidarsi agli inquirenti per perseguire i propri interessi economici e di affidamento dei figli in fase di separazione».