di Adelina B. Scorda
Il flop dell’incontro fra l’assessore regionale Luigi Fedele con le aziende del trasporto pubblico locale e con i sindacati ha avuto le sue conseguenza anche nella Locride. Questa mattina, infatti, le corse mattutine e nello specifico quelle facente parte delle fasce di tutela, nelle zone di Benestare centro, Bovalino superiore e Pozzo, non sono state effettuate dalla ditta di autolinee Mediterranea.
Un’amara sorpresa che ha atteso i pendolari che si sono ritrovati ad aspettare invano. Da come comunicato dalla direzione della Mediterraneabus, l’azienda che serve tutti i comuni della fascia ionica da Condofuri a Caulonia, ‹‹l’interruzione del servizio e’ stato organizzato dai lavoratori in maniera spontanea e priva delle opportune autorizzazioni dell’azienda. Lo sciopero – proseguono – e’ stato attivato da circa il 10% dei dipendenti con l’interruzzione di alcune corse nell’area lavorativa di Bovalino.›› Una protesta leggittima che esprime un’opposizione netta alla delibera regionale che taglia linearmente i fondi per il trasporto pubblico locale tra il 30 e il 40 per cento. Delibera che prevederà dal prossimo agosto tagli sostanziali delle corse giornaliere e la conseguente possibilità di un esubero della metà degli autisti in servizio dell’azienda. Facendo una piccola ricognizione ci rendiamo conto che l’azienda è ben composta da 56 autisti e tre impiegati d’ufficio che a conti fatti sarebbero a rischio licenziamento. Un blocco quello di questa mattina che se pur privo di autorizzazioni e lontano da sindacati, (lo sciopero generale è stato infatti fissato per il 14 giugno) potrebbe protrarsi anche nei prossimi giorni, dai dipendenti della mediterranea, infatti non è giunta alcuna notizia certa sullo stato d’agitazione, nulla o quasi impedirebbe loro di continuare a creare un disservizio, perché di questo si tratta, per tentare di far ascoltare le loro richiesta. Una protesta vibrante che mette in risalto l’enorme difficoltà che Regione, aziende, ma soprattutto lavoratori stanno affrontando, una protesta contro un buco di risorse di trenta milioni, soldi che sarebbero stati impiegati per risolvere un’altra emergenza regionale, i forestali. Una storia che si ripete, la regione è al collasso finanziario o quasi e la problematica del trasporto pubblico rischia di diventare la copia esatta del dramma dei forestali, o dei lavoratori Lsu e Lpu. Deficitari di servizi e privi di qualunque sicurezza finanziaria cittadini e dipendenti si trovano a dover pagare il conto più salto di un’inefficienza politico- gestionale che sta attraversando l’intera Regione. Non rimane che attendere per capire se sindacati aziende e regione saranno in grado di mettere a punto una soluzione efficace e duratura. Ne frattempo abituiamoci a ulteriori disservizi, capendo che i primi ad essere danneggiati non siamo noi ma loro che vedono giocarsi una partita in cui in ballo è il loro futuro lavorativo.