di Patrizia Massara Di Nallo (Foto web della statua restaurata all’ingresso Palazzo San Giorgio)
REGGIO CALABRIA – La tradizione religiosa riconosce da sempre a san Michele Arcangelo il ruolo di condottiero delle milizie celeste e quindi di difensore del popolo cristiano. Riguardo al suo culto a Reggio Calabria, da documenti storici si evince l’esistenza già nel ‘500 di due chiese a lui dedicate, quella di San Michele “Vulgo Dicta lo Grande” e quella di San Michele Piccolo presso le quali c’erano due confraternite intitolate all’Arcangelo. Testimonianza scultorea di questo culto è la statua dell’Angelo Tutelare realizzata in marmo greco e raffigurante san Michele Arcangelo. L’opera fu scolpita nel 1637 secondo alcune fonti ad opera di scalpellini reggini, secondo altre di scultori messinesi e precisamente di Placido Brandamonte che ha operato a Reggio nello stesso periodo. La paternità si basa su un documento del 20 ottobre 1637, stesso anno di dedicazione della scultura a Reggio, nel quale Brandamonte s’impegnava per la costruzione di un “tumulo di marmo e pietre mische”.
Al medesimo artista è stata anche commissionata nel 1655 l’ interessante decorazione marmorea a tarsie della Cappella del Sacramento, magnifica testimonianza barocca, nel Duomo di Reggio. Risalente al Seicento e quindi di epoca barocca, è anche la chiesa di Santa Maria delle Grazie, meglio conosciuta come la Graziella, una delle chiese più antiche di Reggio Calabria, iniziata nel 1641 e inaugurata nel 1691.
Essendo quindi rarissime le testimonianze a noi pervenute della Reggio seicentesca, a causa dei vari terremoti e incendi succedutisi in città e dintorni con esito catastrofico, la statua dell’Angelo Tutelare assume un grandissimo valore artistico.
Inoltre per la sua genesi la statua si ammanta di un notevole pregio simbolico e storico. Pare infatti sia stata scolpita in occasione della fine di una lite fra due facoltose famiglie cittadine o, secondo alcuni, per generali dissidi nella cittadinanza proprio a suggellare la pace raggiunta. La sua sede storica (vi rimase dal 1935 al 2018), quella del chiosco della chiesa di san Giorgio al Corso (detta anche Tempio della Vittoria o Chiesa degli Artisti) è stata probabilmente scelta perché la statua assurgesse a monito della concordia della Città e del Popolo, anche nel ricordo dei caduti e della vittoria italiana della Prima Guerra Mondiale
L’opera, dalle sembianze di un guerriero, porta sul braccio destro uno scudo sul quale si staglia l’effigie dello stemma antico dell’arma Municipale, con il S. Giorgio a cavallo nell’atto di uccidere il drago, che divenne poi lo stemma di Reggio.
La statua dell’Angelo Tutelare fu restaurata una prima volta nel 1752. Originariamente, posta su una colonna (documentata in una stampa realizzata subito dopo il terremoto del 1783) a sua volta appoggiata su un basamento, era ubicata, probabilmente a tutela della città, a poca distanza dalla Porta della Dogana, a fianco della chiesa del Carmine o dei Carmelitani allora situata nell’area oggi occupata dall’Istituto ‘Piria’. Il terremoto distrusse la colonna, il basamento e anche la piazza e da quel momento l’Angelo subì vari spostamenti. Dopo parecchi decenni trascorsi nel vecchio Museo civico della città (1862-1935), negli anni ‘30 fu quindi portato nel chiostro laterale della chiesa di San Giorgio, patrono di Reggio Calabria e nel 1960 fu spostato nel piazzale antistante la stessa chiesa. Il basamento attuale dell’opera presenta tre iscrizioni: la prima indica l’Angelo quale custode della Città, la seconda indica il restauro del 1752 e la terza si riferisce alla sua collocazione nel chiostro.
Un ulteriore intervento di restauro eseguito nel 1998 pulì e consolidò la statua, ma le intemperie hanno reso necessario un ennesimo restauro nel 2018, questo ad opera di Giuseppe Mantella. Dopo la fine del restauro la statua è stata collocata all’ingresso di palazzo San Giorgio dove può essere ammirata da tutta la cittadinanza. Non sono in questi ultimi anni mancate le diatribe tra chi la vuole mantenere in questo sito e chi desidera che ritorni in quello originario, cioè il chiostro. D’altra parte si è anche valutata l’opzione di collocarla in una teca per preservarla dai danni del tempo oppure , come si è fatto a Firenze per il Davide di Michelangelo, di farne una copia per l’esterno.
Foto chiostro chiesa san Giorgio anni 1930-1940 (Web)
(Foto Web statua prima ultimo restauro 2018 largo antistante la Chiesa) (Foto web durante restauro 2018)