DALLA MILITANTE DEL CIRCOLO SIDERNESE DEL PARTITO DEMOCRATICO MARIAGRAZIA MESSINEO, RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO LA SEGUENTE NOTA STAMPA:
Ho letto con disappunto quanto dichiarato da alcuni segretari di circolo locali in questi giorni. Mi riferisco, nello specifico, alla segretaria del Pd di Siderno la quale, definendosi parecchio delusa dei diktat romani sulla questione delle candidature alle “parlamentarie”, vorrebbe farsi promotrice, adesso, di un comitato di protesta volto a “confederare le sezioni e fare massa per avere più peso all’interno del partito stesso”.
Non me ne voglia la segretaria, con la quale spesso mi sono trovata in disaccordo sul piano politico, ma non posso esimermi dal commentare ancora una volta le sue scelte contraddittorie e i suoi ragionamenti maturati col senno del poi. Spieghi la segretaria come mai, proprio lei che si è circondata più volte di tanti big, primi fra tutti il Commissario regionale D’Attorre e l’On. Marco Minniti, abbia taciuto. Come mai abbia preferito il solito silenzio di comodo, quando avrebbe dovuto condurre una battaglia seria in tempi opportuni e perché il circolo che la stessa rappresenta ha, in maniera plebiscitaria e con preferenza unica, sostenuto l’On. Bindi alle primarie del 29 dicembre, disconoscendo i nomi di Elisabetta Cannizzaro e di Cristina Commisso. Solo dopo che la stessa avrà trovato una giustificazione valida a tutto questo saremo in grado di comprenderne i buoni propositi per il futuro. Nell’attesa, continuo a credere invece che alcune scelte siano stato adottate a Siderno, come nella maggior parte dei circoli della Locride, per due ordini di ragioni: sulla base di chissà quali ritorni o tornaconti in primis; sulla base di malumori conseguenti evidentemente a promesse non mantenute, per le quali qualcuno o qualcuna si era forse illuso troppo. Con tutto il rispetto per la Presidentessa Bindi, certo figura autorevole ma comunque lontana dalla nostra realtà e dal “nuovo” tanto inneggiato, auspicavo francamente ad una presa di coscienza dei circoli locridei che avrebbero dovuto sostenere e “non combattere” le candidate locali, espressioni della nostra Locride, anziché alimentare una sterile “lotta tra poveri”. Nessun segretario locale, nessun consigliere regionale, nessun qualificato esponente in quota PD per la provincia di Reggio, invece, ha avuto sufficiente considerazione dei diritti connessi alla rappresentatività del territorio e ha consentito che la Calabria fosse ancora una volta prateria per pascoli proibiti. Si è trattata di una vera e propria spoliazione, volta a colonizzare un’intera provincia che si ostina a vivere ancora in regime di sudditanza, sedotta e abbandonata da “generali senza truppe”.
Maria Grazia Messineo