Ci sono stati già molti governatori di regione che hanno avanzato delle forti perplessità nel merito di questa soluzione che il governo centrale vuole adottare, di parere diverso è, invece, il governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, perfettamente allineato a quanto deciso a Palazzo Chigi e dintorni, e quindi anche la Locride potrebbe essere interessata da tale scelta che potrebbe ricadere su Roccella Jonica, dimostratasi molto collaborativa nel tempo e nello spazio.
di Antonio Baldari
La sempre calda tematica politico-sociale concernente la gestione dei migranti ha conosciuto un’improvvisa impennata nei giorni scorsi a causa dell’ennesima situazione di “isolamento”, chiamiamola così, che ha interessato l’Italia, ancora una volta lasciata con il cerino in mano da coloro i quali avevano assicurato un’apertura verso tale, pressoché annosa, problematica e segnatamente la Francia e la Germania in particolare; anche stavolta i nostri governanti si sono imbarcati in una spedizione in solitaria, raggiungendo anche l’Onu ed il suo Consiglio di sicurezza nello specifico a cui la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha detto chiaro e tondo: “Bisogna andare a scovare i trafficanti, andare a prendere loro per risolvere il problema a monte”.
E non quando, aggiungiamo noi, i cosiddetti “viaggi della speranza” sono già belli che iniziati in mare aperto con tutte le conseguenze del caso che durante il corso di tutti questi anni abbiamo imparato a conoscere; c’è, però, un altro aspetto che è chiaramente emerso nella complessità di tale situazione che inerisce il pugno duro dello stesso governo italiano verso coloro che trafficano esseri umani, definiti “trafficanti di morte”, così come si è sviluppato un discorso piuttosto concreto che è relativo all’istrituzione dei cosiddetti C.P.R., acronimo perfetto per “Centro di Permanenza per i Rimpatri” che altro non è se non una struttura presso la quale i migranti che arrivano in Italia hanno tempo sei mesi per essere legittimati nel loro status altrimenti vengono molto più crudamente rimandati indietro proprio perché non riconosciuti aventi diritto a rimanere in Italia.
Dalla sopraccitata adozione del provvedimento del governo di Roma, tale periodo è stato elevato a diciotto mesi, e dunque prolungato di ulteriori dodici, che però non è la sola novità che è stata posta in essere: infatti l’esecutivo ha dichiarato che ogni regione dovra dotarsi di un Cpr e quindi ce ne dovranno essere venti in totale che, già oggi, dando una lettura obliqua ai dati ufficiali, non ce la farebbero a sostenere, proprio nei numeri, la gestione di tutti i profili umani di cui dovrebbero avere cura.
Prescindendo da tale situazione, in ogni caso ci sono stati già molti governatori di regione che hanno avanzato delle forti perplessità nel merito di questa soluzione che il governo centrale vuole adottare, addirittura, come nel caso del governatore della Toscana, Eugenio Giani, che ha solennemente ammonito: “Cosa c’entra il Cpr come risposta ai flussi emergenziali?” facendo chiaramente capire di essere in netta contrapposizione con la compagine di governo guidata dalla Meloni; di parere diverso è, invece, il governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, perfettamente allineato a quanto deciso a Palazzo Chigi e dintorni, cha ha già messo in fermento tutte le istituzioni provinciali e comunali per quella che sarà la scelta presa dal numero uno dei Calabresi.
Anche la Locride potrebbe essere interessata da tale scelta che potrebbe ricadere, tanto per fare un esempio calzante, su Roccella Jonica, dimostratasi molto collaborativa nel tempo e nello spazio, assicurando cura e protezione di quanti sono sin qui rimasti vittime, più o meno consapevoli, dei “viaggi della speranza”: sarà così? Sarà a Roccella il Centro di permanenza per i rimpatri? Come sempre, chi vivrà vedrà.