di Guardia di Finanza
Dalle prime luci dell’alba, i militari del Gico del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, coordinati dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, stanno effettuando a Reggio Calabria dieci perquisizioni nei confronti di alcuni soggetti indiziati di essere collegati con le numerose telefonate intimidatorie, giunte al numero di pubblica utilità 117 della Guardia di Finanza e al numero di pronta emergenza 112, rivolte reiteratamente a Giuseppe Lombardo e, nello stesso contesto, anche al Procuratore Aggiunto Nicola Gratteri, entrambi della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.
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I provvedimenti – disposti dal Procuratore Capo Vincenzo Antonio Lombardo e dal Sost. Procuratore Paolo Petrolo della Procura della Repubblica di Catanzaro – sono scaturiti a seguito delle serratissime indagini condotte dalle Fiamme Gialle, che hanno consentito in tempi rapidissimi di individuare l’autore delle intimidazioni, identificato in Francesco Gennaro Triolo cl. ’68, dimorante in Reggio Calabria e risultato in contatto con soggetti contigui alle locali cosche di ‘ndrangheta.
Triolo, nel periodo tra novembre 2014 e gennaio 2015, ha effettuato 10 telefonate, tutte di breve durata, nella quali annunciava gravissime azioni minatorie ai danni dei magistrati della Dda reggina, utilizzando le seguenti frasi intimidatorie: “E’ pronta la festa per il giudice Lombardo al Parco Caserta”; “Siamo pronti ad uccidere il giudice Lombardo”; “Uccideremo il giudice Lombardo”; “Siamo pronti ad uccidere il giudice Lombardo al Parco Caserta; “C’è una bomba al Parco Caserta per il giudice Lombardo”; “Siamo pronti ad uccidere il giudice Gratteri”.
Inoltre, con la seguente telefonata minatoria, il Triolo Francesco Gennaro si spingeva oltre dimostrando di essere addirittura a conoscenza, in tempo reale, anche di particolari afferenti all’attività e ai movimenti del giudice Giuseppe Lombardo: “Ore 20.37, il giudice Lombardo è rientrato a casa”.
Attraverso gli incroci dei dati raccolti, l’attività di polizia giudiziaria eseguita dai finanzieri di Reggio Calabria ha consentito di ricostruire tutti i vari percorsi di Francesco Gennaro Triolo e di localizzare le cabine telefoniche – dalle quali sono partite le telefonate – site in Viale Calabria, in Via 25 Luglio e in Piazza Garibaldi di questa città.
Già nel 2010, alcuni giudici reggini erano stati oggetto di intimidazioni tramite il mezzo telefonico. Al tempo le telefonate annunciavano la presenza di bombe destinate al Procuratore Generale di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro, e al Consigliere di Corte di Appello, Francesco Neri. Le indagini condotte consentirono allora di individuare il fratello dell’odierno indagato Triolo Francesco Gennaro, ovvero Giuseppe Triolo, che fu accusato di aver effettuato le telefonate in questione nei confronti del quale fu richiesta una condanna a cinque mesi di reclusione. Tuttavia il 29 marzo del 2014, il predetto è stato assolto con formula piena dal G.U.P. di Catanzaro per non aver commesso il fatto.