di Redazione
MONASTERACE – L’intervista al candidato a sindaco Cesare De Leo
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Ci parli brevemente di lei: Passato, presente e futuro, da candidato a Sindaco, ma prima di tutto da cittadino.
Nel mio passato vi sono diverse esperienze di amministratore pubblico, per avere ricoperto la carica di sindaco di Monasterace dal 1975 al 1990, di consigliere provinciale dal 1985 al 1994 con incarichi in Giunta e di Presidente del Comitato di gestione dell’Unità sanitaria locale di Siderno dal 1983 al 1991.
Oggi mi propongo con una lista di alto profilo alla guida del mio paese, avendo constatato, da cittadino, che il Comune versa in una condizione di disagio estremo alla quale si può porre rimedio solo con una compagine frutto di larghe intese, quale è la nostra, che rappresenta una risposta eccezionale ad una situazione straordinaria.
Quali sono state, a suo avviso, le occasioni perse in passato, e quello su cui si dovrà lavorare nel presente per ottenere un futuro diverso per la Città.
Per quanto attiene al passato, le occasioni perse riguardano la mancata valorizzazione delle sue risorse naturali e non avere saputo utilizzare tutte le opportunità create dalla Regione per l’utilizzazione dei fondi comunitari. In taluni casi addirittura sono stati persi contributi assegnati.
Per quanto riguarda il futuro Monasterace ha notevoli potenzialità che si riferiscono:
– alla sua posizione geografica privilegiata per essere il punto di confluenza dei paesi della Vallata dello Stilaro, che hanno determinato un notevole incremento demografico per un flusso migratorio, molto accentuato negli anni 60-80;
– si trova su un promontorio che è stato scelto dai greci 26 secoli fa per il loro insediamenti; grazie a questa sua posizione gode di un clima ventilato, particolarmente apprezzato durante i mesi estivi;
– l’ampia zona archeologica con tutti i reperti scoperti in passato, e di recente, può costituire un’occasione di sviluppo turistico di notevole portata;
– il tipo di agricoltura intensiva che viene praticata con molte coltivazioni in serre e la presenza di una azienda floricola, in grado di occupare centinaia di operai, costituiscono una fonte di reddito considerevole.
I profili delineati, se opportunamente valorizzati, possono rendere Monasterace uno dei paesi più sviluppati della Calabria.
Il punto di partenza da cui(ri)partirà la sua lista, se otterrà la fiducia dei concittadini.
Il punto di partenza sarà certamente la buona gestione dell’ordinaria amministrazione, che è di fondamentale importanza per il benessere collettivo.
Ripartiremo da: decoro urbano; raccolta differenziata; viabilità; valorizzazione del centro storico; restyling del lungo mare; valorizzazione dell’area archeologica.
Un obiettivo da raggiungere nel primo anno e che per Lei cambierà nel complesso l’immagine esterna della Città e la percezione interna degli abitanti.
Ridare a Monasterace il suo volto di cittadina curata e ben gestita, attraverso la realizzazione degli obiettivi di cui al punto precedente.
Unione dei Comuni, Servizi associati, assemblea e comitato dei sindaci, società miste e partecipate: servono davvero o c’è qualcosa di cui si potrebbe fare a meno?
Servono tutti tranne le società miste e partecipate.
Rispetto a qualche anno fa i soldi trasferiti dal governo ai Comuni sono sempre meno, e gli enti pubblici minori si dovranno mantenere con l’imposizione fiscale, spesso vestendo i panni, come nel caso dell’Imu, dei semplici “esattori”. Lo state spiegando in maniera chiara durante la campagna elettorale?
Stiamo spiegando ai cittadini che, anche a causa del Patto di stabilità, i soldi di cui dispongono gli enti locali sono notevolmente diminuiti.
Inoltre, come noto, Monasterace si trova nella situazione di dissesto finanziario, e questo certo non aiuta.
Tuttavia, con una gestione oculata ed una conoscenza delle normative vigenti, qualcosa per migliorare il paese si potrà fare. Penso per esempio al fatto che il Decreto di spending review, da poco approvato, prevede a certe condizioni delle anticipazioni di liquidità per il pagamento dei debiti dei comuni che hanno deliberato il dissesto finanziario.
Incarichi e consulenze saranno bandite durante la sua amministrazione o comunque vale la pena far spendere qualcosa in più al Comune pur di migliorare il lavoro della macchina burocratica?
Servono solo l‘aggiornamento professionale e la valorizzazione delle capacità del personale esistente.
Un errore che non commetterà mai
Ritenere che la carica di sindaco sia un’investitura destinata a durare a lungo, piuttosto che una missione da compiere al servizio dei cittadini.
Bisogna svolgere al meglio questa funzione, rifuggendo da ambizioni di carattere personale ed operando esclusivamente nell’interesse comune.