R. & P.
Non c’è alcun dubbio le foreste e boschi contribuiscono all’economia montana legata alla selvicoltura assicurano nuovi posti di lavoro, mitigano lo spopolamento obiettivi da implementare con una migliore gestione di foreste e boschi. Adesso con l’approvazione del Testo Unico Forestale da parte del Consiglio dei Ministri – fortemente voluto da Federforeste, si riconosce che solo i boschi gestiti sostenibilmente assolvono al meglio a funzioni importanti per la società, come la prevenzione dagli incendi, dalle frane e da alluvioni o l’assorbimento del carbonio, facilitando le attività ricreative e il benessere psicofisico. I nostri boschi sono un enorme patrimonio di biodiversità e paesaggio e anche la Legge sui piccoli comuni aiuta a ripensare in positivo il loro straordinario valore. La nuova norma adotta inoltre strumenti adeguati per regolamentare la gestione del patrimonio forestale (i piani forestali territoriali, di indirizzo, e aziendali) compatibilmente con la conservazione della natura e facilitando la gestione di boschi abbandonati dai proprietari. Ma il Testo Unico consentirà anche al settore – spiega Coldiretti – di affrontare quella situazione anomala che vede oggi il nostro Paese importare l’80% del legno da altri paesi, con gli arrivi che nel 2017 hanno raggiunto la quantità di 11,8 miliardi di chili, mentre ogni anno in Italia si utilizza appena il 25% della nuova superficie boschiva. Ciò vuol dire che per 100 nuovi alberi che nascono se ne tagliano appena 25 mentre in Europa si preleva, in media, il 60%. Vi sono dunque ampi margini di prelievo per ridurre la dipendenza dall’estero senza intaccare il patrimonio nazionale e rimediare a un paradosso che vede oggi l’industria italiana del legno leader in Europa, ma con legna che arriva da altri paesi. “Ricordando che siamo tra le prime regioni d’Italia per consistenza boschiva e indice di boscosità (quasi 1/3 della superficie calabrese è a bosco) – commenta Pietro Molinaro Presidente di Coldiretti Calabria – il bosco calabrese quindi, se valorizzato con pratiche di gestione sostenibile, rappresenta un fondamentale strumento di investimento nella crescita dell’indotto produttivo ad esso collegato, garantendo così lo sviluppo socio-economico delle aree rurali interne e di montagna. Dal nostro versante, dobbiamo agire parallelamente su due fronti. Il primo è la modifica della L.R. 45/2012 con l’approvazione dei regolamenti forestali, la modifica delle prescrizioni di massima e di polizia forestale, semplificando quindi le procedure per la gestione e il taglio dei boschi; poi, è essenziale un maggiore sforzo-investimenti affinchè le forze dell’ordine possano eliminare il predominio della criminalità nei boschi calabresi (vedi le troppe faide dei boschi). Certamente – conclude – il Testo Unico e i decreti attuativi che seguiranno potranno aiutare la nostra regione a liberare le imprese boschive dai troppi grovigli presenti e puntare alla semplificazione amministrativa ed efficienza burocratica una attenzione sulle difficoltà che si incontrano su “scala regionale” che se risolte possono favorire lo svolgere dell’attività delle imprese boschive e degli agricoltori nelle aree interne e montane”.