R. & P.
Vincendo la mia naturale ritrosia oggi ho ascoltato una lunga intervista radiofonica di Di Maio. Volevo ancora una volta capire se ero io a non capire, si perdoni il gioco di parole. Invece capivo benissimo. Il succo dell’intervista era che il Governo non si è fatto per colpa degli irresponsabili vecchi politici ai quali lui, unto del Signore mi viene da dire ma non lo dico per non urtare la sensibilità degli amici Grillini, aveva offerto la possibilità di stipulare un contratto per il bene della Nazione.
Non voglio discutere sul merito delle scelte politiche, ognuno ha la sua visione del mondo ma di metodo e di semantica, laddove il metodo con cui si intende legiferare dà un’idea precisa del livello di democrazia e la semantica impone un significato scevro da dubbi ai concetti.
Metodo dicevo. I 5S partono dall’indiscutibile assioma di essere nel giusto a de questo fanno discendere le conseguenze che le loro scelte politiche possono solo essere condivise, non importa da chi, non importa come. Chi non le condivide è irresponsabile, anzi si assume di fronte alla nazione la responsabilità precisa del fallimento. Le loro scelte politiche, quindi, implicano un giudizio morale che ricorda, per fortuna solo in piccolo, quello dei regimi islamici. Essi non ammettono infatti la domanda, modesta, banale, diretta sul perché la responsabilità della mancata formazione del Governo è solo degli altri, mentre essi non ne vengono nemmeno lambiti. Nel contempo glissano sui loro vizi, quali ad esempio modificare a convenienza le loro norme interne come quella del vincolo di doppio mandato o i loro programmi politici a seconda della necessità del momento. Facezie, errori giovanili. Dotati di preciso metodo da catechesi, non rispondono alla domanda su cosa faranno nel caso assai probabile di non essere maggioranza anche dopo nuove elezioni. Dateci forza, dicono al loro popolo, punto e basta.
Semantica. “Il contratto è l’accordo di due o più parti per costituire, regolare o estinguere tra loro un rapporto giuridico patrimoniale (art. 1321 C.C.)”. E già dalla definizione del Codice Civile si capisce che il termine è abusato dai 5S, visto che non vi è un rapporto giuridico patrimoniale da regolare. Il termine è quindi piegato a finalità diverse, serve a camuffare quello che è un accordo di programma fra diverse forze politiche. E l’accordo, si sa, impone necessariamente che ognuno dei partecipanti rinunci a qualcosa per il raggiungimento del fine comune. Le conseguenze sono due: o i 5S hanno rinunciato alla loro superiorità per divenire forza politica comune, che fa accordi e alleanze con le altre forze politiche, accordi che impongono ovvie rinunce (ma questo non è digerito dal loro elettorato perché significa “sporcarsi” le mani e abbracciare i malfattori della seconda Repubblica), oppure è tutto un bluff, un prendere in giro tutti facendo credere di sacrificarsi per salvare la Nazione, mentre in realtà si punta solo a nuove elezioni, cioè ad un interesse di partito e non della collettività.
Ecco, gradirei chiarezza, come tutti gli italiani, con la convinzione che la chiarezza, questa sì, sarebbe utile alla Nazione.
Giuseppe Caruso