di Gianluca Albanese
ROCCELLA IONICA – L’importante è che non rimanga un episodio isolato, ma sia, piuttosto, l’inizio di qualcosa di stabile, strutturale, duraturo. Il desiderio diffuso tra i partecipanti al concerto dei Mu.Lo. (acronimo autoironico che sta per Musicisti Locridei) è proprio questo: rivedere Francesco Loccisano, Fabio Macagnino, Mujura e i Quartaumentata di nuovo a fare qualcosa insieme, sia esso un disco, un tour o qualsiasi altra manifestazione che dia, di nuovo, il senso dell’arte e della creatività che questo territorio riesce a esprimere.
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Già, questo territorio. Perché nel nome scelto da questi artisti per il concerto di ieri sera al Piccolo Teatro Umano di Roccella Ionica, il legame a questa terra c’è. È quasi una De.Co. e vedere dei musicisti dare un esempio di unione e di coesione così raro nella terra dei personalismi e delle divisioni non può che fare bene. Ecco perché bisogna proseguire su questa strada. Ecco perché serate come quella di ieri fanno stare bene.
All’orario fissato dagli organizzatori il teatro di via Trastevere alta è già pieno. Poche, pochissime, le 80 poltrone per contenere i tanti estimatori dei cantanti e allora la prima fila è occupata da chi si accontenta di sedersi per terra. Botte piccola e vino buono – si dirà – come quella posta all’ingresso ed alla quale molti hanno attinto volentieri; botte piccola e vino buono in senso figurato, dato che per molti degli artisti che si sono esibiti il Piccolo Teatro Umano è stata una vera e propria palestra negli anni della formazione.
Pronti, via. Loccisano parte subito col suo brano più famoso: “Il volo dell’angelo”, giusto per far capire lo spettacolo al quale i presenti potranno assistere. Segue una versione molto intima e delicata di “Lu servu e la regina” di Macagnino. In tribuna molti amici musicisti, da Mimmo Cavallaro ad Andrea Simonetta, passando per Gabriele Albanese. C’è mezzo Fondaco del Fico – in primis Anna – e un buon numero di fotografi e cineoperatori. La prima parte si chiude con un inedito di Mujura e la voce di Paolo Sofia che guida il canto collettivo de “Lu piscaturi”.
Il primo break è tutto per Micu i Cola, l’oste per antonomasia, nella cui enoteca gli artisti dei Mu.Lo. sono cresciuti e si sono esibiti. Micu rimanda tutti all’universo delle cantine e dei “catoj” e tutto si fa più confidenziale, genuino, autentico. Anche Loccisano, nelle menzioni dei presenti, torna ad essere semplicemente “Ciccio”. È proprio lui ad aprire la seconda parte con “Solè” e una sfrenata “Tarantella di zio Nicola”, spianando la strada a un grande Nino Racco, che interpreta magistralmente una poesia di Franco Costabile in cui i fatti di Praga del ’68 s’intersecano con una surreale disavventura estiva nella sua Bovalino.
Si riprende a suonare con la celeberrima “Mpernu” di Fabio Macagnino, alla quale fa seguito una “Canzuni duci” da brivido, con note che sanno di primavera e la rendono ancora più “duci”.
Ci penserà il ciclone Ruggero Malgeri a riportare tutti su questo mondo. Geniale la gag d’ingresso col frastuono di una motosega a squarciare la quiete delle note appena ascoltate. Il guru del Blue Dahlia diventa una sorta di Stefano Benni “de noartri” e il suo lungo monologo basato sul binomio tra i “mi piace” e i “non mi piace” non risparmia nessuno, visti i contenuti graffianti e irriverenti.
È la volta di Mujura, che propone i suoi classici più conosciuti: “Blu” e “A crapa”; la versione di quest’ultima è ancora più blue’s grazie all’assolo di basso di Peppe Platani e a quello di chitarra di Salvatore Gullace, due virtuosi che riescono ad aggiungere sempre qualcosa in più a un tappeto sonoro già di per sé delizioso.
Dopo il brano di Herman Hesse letto da Maria Teresa D’Agostino, da tempo riferimento imprescindibile di ogni evento culturale e artistico nella nostra zona, c’è spazio per il gran finale coi Quartaumentata, i primi a credere, vent’anni fa, all’etnopop che ha dato la stura alla riscoperta della musica popolare e alla sua evoluzione verso tempi moderni e spazi internazionali.
Arrivederci, dunque ai “Mu.Lo.” che per ora si godono il successo di questa iniziativa alla quale hanno collaborato in tanti, anche chi ha organizzato e coordinato tutto dietro le quinte e che, a fine serata, si è inchinato a raccogliere l’applauso del pubblico entusiasta.
Alla prossima.