di Nadia Cautela*
LOCRI – Ancora una volta, l’ennesima, mi trovo a dover fare i conti con le difficoltà che mi si parano innanzi nel leggere inesattezze in merito alla realtà che si respira dentro le mura del nosocomio locrese. La scelta si dipana tra il tacere e far finta di nulla oppure restituire ai fatti la loro dimensione oggettiva.
Di ciò non me ne voglia chi per dedizione e difesa dell’interesse collettivo si prodiga affinchè qualcosa si muova. La puntualizzazione è semmai rivolta a chi, vuoi per motivi istituzionali, vuoi per preciso dovere inerente il proprio ruolo, sovente esprime concetti e situazioni che di fatto non trovano riscontro reale poiché spesso scontano la pratica del “sentito dire” o del “passaparola”, pratica di certo più facile e snella e che però, nel veicolare informazioni inesatte circa le effettive carenze insistenti all’interno del locale nosocomio, conduce inevitabilmente a misure inidonee per contrastarle. Molto più fruttuoso sarebbe invece constatare di persona o prestare ascolto agli attori principali, anziché organizzare incontri d’elite tra chi vive la storia in remoto.
Prendo spunto da quanto scritto dall’ex Consigliere di minoranza del Comune di Locri, Avv. Pino Mammoliti, sulle pagine del Vostro sito, per cercare di ricondurre i fatti oggetto della discussione, ormai da tempo sopita e dallo stesso Mammoliti lodevolmente riportata in auge, su binari di oggettiva realtà.
La pista dell’elisoccorso non solo è illuminata, e già questo è stato per tutti gli utenti un grosso traguardo, ma è anche munita del requisito di certificazione ENAC dall’ormai lontano luglio dello scorso anno, certificazione che la sottoscritta ha ritenuto opportuno consegnare nelle mani del Sindaco del Comune di Locri visto l’interesse dallo stesso manifestato affinchè la sanità locale riprendesse la sua dignità. A ciò ha fatto seguito una mozione del gruppo consiliare di minoranza affinchè l’amministrazione si prendesse carico di sollecitare la Regione Calabria, o la stessa Azienda, od ancora la Conferenza dei Sindaci, perché si provvedesse ad un impegno di spesa mensile di duemilacinquecento euro circa, più 19 euro per ora di effettiva chiamata in reperibilità nelle ore notturne, da destinare al personale antincendio, la cui presenza appare indefettibile per legge.
Dunque un impegno di spesa evidentemente lontano dai diecimila euro di cui si è parlato nei giorni scorsi. La spesa dianzi indicata è frutto di un preventivo che la sottoscritta ha sollecitato presso l’ente interessato, ditta GSA Spa di Tavagnacco (UD), per il tramite del responsabile del 118 della Locride. A tutto ciò ha fatto seguito il silenzio. Una pista illuminata, con un sistema di illuminazione che non ha nulla da invidiare alle migliori elisuperfici presenti sul territorio nazionale, certificata, ma che purtroppo da più di un anno non viene ancora utilizzata nelle ore notturne poiché nessuno si fa carico della spesa prevista per il personale antincendio, già attivo nelle ore diurne, per le eventuali chiamate in reperibilità.
Questo è quello di cui è dotato l’Ospedale di Locri. Il contratto per coerenza spetterebbe alla regione Calabria, già titolare del contratto sottoscritto antecedentemente all’abilitazione notturna e tuttora in vigore, ma ciò non vieta ad altro Ente di farsene economicamente carico, sia esso il Comune di Locri, la Conferenza dei Sindaci o gli stessi cittadini.
Le precisazioni espresse con questa mia non hanno altro intento se non quello di costituire un’opportunità, purtroppo ed anche per fortuna l’ennesima, per chi, trovandosi nelle condizioni di poter agire, sia solerte e deciso nel dare finalmente concretezza con poco ad un bene prezioso e collettivo.
*: medico ospedaliero e consigliere comunale del gruppo “Impegno e Trasparenza-Pd”
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