di Domenica Bumbaca
Ludovica. È il nome della bellissima bambina “nata con la camicia”.
Evento raro, uno ogni 80 mila nascite, e straordinario avvenuto all’ospedale civile di Locri, dove mamma Jessica, alla sua seconda gravidanza, ha partorito una bimba di 3 kilogrammi, senza nemmeno accorgersene.
Ludovica, infatti, è venuta alla luce interamente avvolta dal sacco amniotico, regalando emozione e stupore in sala parto tra ginecologi ed ostetriche.
Per la giovane mamma di Bivongi che vive con la sua famiglia a Caulonia, una gravidanza serena e il lieto fine della gravidanza coronato da questo avvenimento che nel reparto di Ginecologia ed ostetricia è stato accolto tra applausi e commozione appena giunta la notizia.
«La sera del 15 gennaio- racconta Jessica Murace- arrivo in ospedale in preda ai dolori e all’ansia, varcando la porta del reparto di Ostetricia di Locri ho subito capito che ero in buone mani perché mi è stata data l’assistenza necessaria ma soprattutto psicologica, per poter rassicurarmi. Non potrò mai dimenticare il viso della dolcissima ostetrica che mi ha accompagnato in camera rassicurandomi che la forza della natura e di una madre avrebbe fatto il suo percorso. La forza ed il coraggio trasmessi mi hanno, infatti, aiutato ad affrontare il travaglio. Respirazione, serenità e metodi naturali di rilassamento mi hanno accompagnato durante il travaglio».
«Aspettavo la rottura delle membrane – ricorda- non arrivava proprio, ma continuava il mio travaglio. Da li a poco mi ritrovo in sala parto e lì l’esperienza straordinaria di aver partorito senza nemmeno accorgermene. La mia bambina è nata completamente avvolta dal sacco amniotico che si è poi rotto spontaneamente dopo la nascita».
«Proprio così – ha aggiunto – e nemmeno i medici ed ostetriche credevano ai loro occhi. La mia Ludovica era nella sua “navicella” come l’ha definita l’ostetrica».
«Un fenomeno che si verifica, statisticamente, una volta ogni 80 mila nascite – commentano dal reparto di Ostetricia e ginecologia – guidato dal primario ff dottor Giuseppe Macrì».
«Un avvenimento che ci commuove» – dicono le ostetriche in reparto, coordinate dall’ostetrico Bruno Palumbo, anche lui emozionato per questo evento fantastico che impreziosisce ancor di più il lavoro e contempla la bellezza della vita e la forza della natura.
E spiegano le ostetriche: «Il sacco normalmente si rompe poco prima del parto durante la rottura delle acque. Avviene prima dell’inizio del travaglio o durante le contrazioni, ma in questo caso, invece, è rimasto intatto e il feto ha visto la luce avvolto ancora nel sacco dove ha trascorso i suoi 9 mesi all’interno del grembo materno».
Una notizia che fan ben sperare e ci auguriamo porti tanta fortuna alla piccola, chi nasce con la camicia si dice abbia una marcia in più, e glielo auguriamo.
Stesso augurio che facciamo al reparto e a tutti i bambini e genitori che attraversano il momento della gravidanza in un periodo così particolare, preoccupati dall’emergenza Covid.
«Ringrazio vivamente il reparto, i dottori, le ostetriche, gli infermieri e oss, – mentre Jessica si mostra sorridente in braccio alla sua piccola bimba- perché mi hanno assecondato ed accompagnato al parto in maniera serena e naturale. Un parto vissuto il più naturale possibile dove la mia piccola non si è accorta di nascere e io di partorire».