RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
Presso il Salone dell’Episcopio di Locri, c’è stato uno scambio di auguri tra S.E. il vescovo, monsignor Francesco Oliva, e i sindaci dei comuni della diocesi di Locri-Gerace. E’ stata anche l’occasione per uno scambio d’idee alla ricerca di nuove opportunità da offrire ad un territorio così fortemente caratterizzato da tutta una serie di indici negativi.
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Dopo l’intervento del vescovo è intervenuto il dott. Giuseppe Putortì, sociologo, docente presso l’Istituto di Scienze Religiose di Reggio Calabria, che ha relazionato su “Lo sviluppo locale all’epoca dell’economia della conoscenza”. Il dott. Putortì ha fatto il punto sui venti anni di fondi strutturali fornendo dati che confermano come il bilancio è decisamente negativo. “Per i prossimi anni –ha affermato il sociologo- o si opererà in un’ottica di programmazione efficace o non sarà più possibile invertire quella che Svimez nel suo ultimo rapporto sul Mezzogiorno d’Italia ha definito la desertificazione industriale ed economica del Sud”. Un dato ha particolarmente impressionato i presenti, quello relativo ai giovani neet, i giovani cioè, tra i 15 ed i 29 anni, che “sono usciti dal sistema di istruzione e non cercano né lavoro né entrano in circuiti di formazione professionale. La Calabria nel 2013 –ha detto il dott. Putortì-è terza nella classifica nazionale con un indice del 31,8%, come dire che un giovane su tre ha smesso di fatto di cercarsi un futuro”. Secondo il sociologo, “saper pensare, saper pensare globale, anzi, glocale, saper essere sul serio innovatori, saper creare relazioni è questa la filosofia di fondo per avere competitività, per avere futuro – ed ha concluso- è questa la sfida che attende le istituzioni locali della Locride”. E’ seguito un dibattito al quale sono intervenuti numerosi sindaci e commissari prefettizi; poi lo scambio gli auguri davanti ad un buffet offerto dal vescovo che ha ringraziato tutti i partecipanti a questo primo momento di confronto su un tema così importante per il territorio.
Di seguito la lettera di auguri del vescovo:
Carissimi sindaci,
anzitutto il mio grazie per avere accettato questo invito. Vi saluto di vero cuore. E’ il mio primo Natale e ci tenevo ad incontrarvi per lo scambio degli auguri. Ma nessuno ci impedisce di riflettere, di ascoltarci, di scambiare qualche idea e condividere qualche proposta.
In questi primi mesi del mio ministero episcopale, ho attraversato il territorio diocesano in lungo ed in largo, visitando quasi tutte le comunità parrocchiali, ed alcune più volte. Ho incontrato tantissimi di voi e vi ringrazio per l’accoglienza che mi avete riservato insieme alle vostre amministrazioni. E’ stato per me molto incoraggiante vedere i sindaci e tanta gente accogliere il loro vescovo. Né potrò dimenticare l’emozione di quel 20 luglio 2014 nella Cattedrale di Gerace. Venivo ordinato Vescovo dal Segretario generale della Cei, d. Nunzio Galantino, Vescovo della mia diocesi di origine, alla presenza della comunità diocesana. Grazie per la vostra presenza.
In questi primi mesi di episcopato ho incontrato tanta gente, fedeli devoti. Mi sono reso conto della fede del nostro popolo, una fede spontanea e semplice, direi popolare, ma tanto radicata. Ho colto in tanti la richiesta di avere chiese aperte e guide spirituali sempre disponibili, come anche il bisogno di Dio ed il grido di aiuto di molti di fronte alle varie fragilità di un territorio troppo maltrattato e talvolta volutamente emarginato, a rischio di inquinamento, e sempre più politicamente debole. Una fragilità che ne accentua la marginalità, aggravata ancor più da un campanilismo, che la fa da padrone, che rende più difficile la soluzione di problemi comuni.
Ho visto con favore l’impegno da parte di molti amministratori nel costituirsi in “unione di Comune”, per meglio fronteggiare l’organizzazione politica ed amministrativa e rispondere ai bisogni del territorio. Credo che si possa continuare su questa linea, superando campanilismi ed individualismi che non giovano a nessuno. Chiudersi o arroccarsi intorno al proprio campanile è la morte per la nostra Locride.
Ho constatato la difficoltà di alcuni comuni commissariati. Il commissariamento spesso ritarda lo sviluppo politico delle comunità, dilata i tempi di soluzione dei problemi e mette a dura prova il sistema democratico, già in crisi per lo scarso senso di partecipazione dei cittadini alla vita politica e la sfiducia nelle istituzioni. Una sfiducia che in questi ultimi tempi è cresciuta col dilagare della corruzione, anche in altre città e regioni.
Si avverte nel nostro territorio la crisi della politica, ma anche un grande bisogno di ripresa. Personalmente continuo a credere con don Lorenzo Milani che la politica “è l’arte di uscire insieme dai problemi, perché tutto il resto è egoismo” e con papa Paolo VI che “la politica è la più alta espressione della carità”. Papa Francesco scrive che “la politica, tanto denigrata, è una vocazione altissima, è una delle forme più preziose della carità, perchè cerca il bene comune. Dobbiamo convincerci che la carità “è il principio non solo delle micro-relazioni: rapporti amicali, familiari, di piccolo gruppo, ma anche delle macro-relazioni: rapporti sociali, economici, politici”.
In una mia lettera mi permettevo di invitarvi ad avere davvero a cuore la società, il popolo, la vita dei poveri. “Per amore del tuo popolo! E’ essenziale che gli amministratori ed il potere economico e finanziario alzino lo sguardo e amplino le loro prospettive, che si adoperino concretamente per creare condizioni di lavoro degnitose, istruzione e assistenza sanitaria per tutti i cittadini. Il lavoro non può esserre privilegio di pochi. Vanno promosse e incentivate tutte le iniziative, anche cooperativistiche, che contribuiscono a sviluppare occasioni di occupazione, sana e legale.
Ho chiesto ai Sacerdoti di prestare grande attenzione ai bisogni del territorio e ad assumere le proprie responsabilità sul piano della formazione morale e della lotta alla illegalità. Li ho invitati a far proprie le preoccupazioni di papa Francesco a proposito della dimensione sociale dell’evangelizzazione, “perché se questa dimensione non viene debitamente esplicitata, si corre sempre il rischio di sfigurare il significato autentico e integrale della missione evangelizzatrice” (EG 176).
Nell’intento di avere un occhio più attento al territorio ho iniziato dalle aree periferiche delle cinque vicarie: ho invitato sacerdoti e religiosi a lasciarsi interrogare dai problemi che interessano il territorio, favorendo processi che contribuiscono alla crescita della corresponsabilità ecclesiale del popolo di Dio. In questa direzione ho iniziato a leggere le difficoltà del territorio, organizzando al meglio l’azione pastorale nelle Vicarie. Per il mese di gennaio 2015 ho indetto delle Assemblee vicariali, con la partecipazione di tutti i consigli pastorali parrocchiali, desiderando riflettere sul tema “Il servizio della carità, cuore della missione della Chiesa”.
Carissimi stimati Sindaci,
Le nostre comunità sollecitano un maggiore impegno per l’unità civile e sociale del territorio. Il discernimento comune dei problemi, più sinergia e capacità progettuali sono le vere sfide future per la rinascita e la crescita della Locride.
Di recente la Diocesi ha inaugurato qui a Locri nella “Casa Santa Marta” una mensa per i poveri. Sono tante le persone che bussano per un pasto caldo. Ringrazio il Signore di questa nuova struttura, che ci consente di realizzare piccoli progetti di accoglienza ed opere-segno, che offrono nuove possibilità di solidarietà. L’investimento di tante risorse da parte della nostra Caritas diocesana, grazie all’anticipazione dell’8xmille da parte della CEI, è un segno di speranza per tanta gente. “Casa Santa Marta” può essere un luogo di speranza per tanti.
L’attenzione ai bisognosi non può mancare neppure nell’attività sociale, politica ed amministrativa. Sono certo che, pur nella ristrettezza delle risorse, si presti sempre la dovuta attenzione ai servizi sociali che non possono ridursi ad appendice dell’azione amministrativa. Prestare attenzione agli ultimi, ai servizi sociali in generale è segno del livello di civiltà di un popolo. La dignità di ogni persona umana ed il bene comune sono questioni che dovrebbero orientare tutta la politica economica, anche se a volte sembrano appendici aggiunte dall’esterno per completare un discorso politico, ma senza prospettive né programmi di vero sviluppo integrale. Spesso è antipatico parlare di queste cose. “Da fastidio che si parli di etica, dà fastidio che si parli di solidarietà mondiale, dà fastidio che si parli di difendere i posti di lavoro, dà fastidio che si parli di un Dio che esige un impegno per la giustizia” (papa Francesco).
In questa occasione del santo Natale desidero invitarvi, perchè no, a ricorrere a Dio, affinchè ispiri i vostri progetti. Sono certo che da un’apertura al Trascendente e da un’attenzione ai valori morali e spirituali può nascere una nuova mentalità politica ed economica in grado di aiutare a superare la dicotomia tra economia e bene comune sociale.
Buon Natale a tutti Voi e alle vostre famiglie.