foto fonte canosapresepi.it
di Antonio Baldari
GRECCIO – Il Natale di quest’anno si presenta con una torta di…compleanno del tutto speciale: indubbiamente sarà come ogni anno, e per consolidata convenzione popolare al 25 dicembre, il compleanno del Divin Bambino, ma proprio in questo 2023 si avrà la gioia e l’emozione di celebrare i primi 800 anni dal primo presepe che sia mai stato presentato nella storia dell’Umanità, ossia quello che fu realizzato da San Francesco d’Assisi a Greccio, in provincia di Rieti.
Si narra, infatti, che il “santo poverello” si trasferì in questo paesino dell’Alto Lazio nel 1209, in un periodo in cui quei territori furono flagellati dal maltempo e dalla grandine in particolare; Francesco confortava gli abitanti di Greccio scendendo dalla capanna che aveva per sé allestito tra due carpini sul monte Lacerone e parlando con gioiosa purezza di cuore: essi furono talmente catturati dalla predicazione del Santo d’Assisi che ebbero a chiederGli di rimanere con loro per sempre.
Francesco continuò la propria attività pastorale e, con il passare del tempo, con un crescente desiderio che fortemente albergava nel Suo animo, ossia vedere plasticamente la Natività di Gesù, il Santo Natale, e questo per la profonda impressione che Egli ricavò da un viaggio fatto in Palestina, al cui ritorno, come per effetto di una fulminante trasposizione geografica, rivide Betlemme giustappunto in Greccio; da qui, Francesco chiese udienza al papa dell’epoca, Onorio III, per ottenere l’autorizzazione alla rappresentazione vivente della nascita del Figlio di Dio.Il 29 novembre il “santo poverello” ebbe la gioia di ricevere la “regola” munita di bolla pontificia e, conseguentemente, la licenza di confezionare la Natività del Redentore mettendo subito in moto la macchina organizzativa con un signore di Greccio, tale Giovanni Velita, a cui Francesco trasferì il proprio, ardente, desiderio di realizzare il presepe. E così fu.
Nella Notte di Natale del 1223 fu tutto pronto per accogliere il Santo Bambino che, dall’emozione, Egli chiamò “il Fanciullo di Betlemme” dribblando le lacrime che gli rigavano il viso appellandoLo “Gesù Cristo”.Ecco, oggi, a distanza di ben otto secoli da quel giorno meraviglioso, possiamo ben dire della fragorosa attualità del presepe oggi, nel 21mo secolo, in special modo nel momento in cui si sviluppa il tema della “famiglia”, particolarmente “essere famiglia” sul mirabile esempio della Santa Famiglia di Nazareth, con Maria e Giuseppe a completare il cerchio, con il bue, l’asinello ed i pastori che ne costituiscono la più degna cornice, sottolineando l’importanza della Natura e del volersi e doversi rapportarsi in essa con il proprio prossimo.