di Redazione
GIOIOSA IONICA – Alle ore 19.00 circa del 24.09.2013, in via Damiano Chiesa 62, nel popolare e noto quartiere “Barca” di Torino, personale della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di Siderno, unitamente ai colleghi della Squadra Mobile di Torino, hanno rintracciato e tratto in arresto DEMASI Cosimo, di anni 57, latitante dal Luglio del 2013 poiché sottrattosi all’ORDINE DI ESECUZIONE PER LA CARCERAZIONE nr. 113/2013 SIEP, emesso in data 31 Luglio 2013 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Locri – Ufficio Esecuzione Penali – (Proc. Capo Dr. Luigi D’ALESSIO).
Il predetto, pregiudicato per diversi reati inerenti gli stupefacenti, truffa e altro, era latitante dal mese di Luglio 2013 poiché condannato alla pena di anni 3, mesi 3 e giorni 18 di reclusione per il reato, in concorso, di produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti, inflittagli con sentenza nr. 29/2012 – Reg.Gen. nr. 1384/2011 RGNR n. 1457/2011 emessa in data 13/03/2012 dal GIP presso il Tribunale Ordinario di Locri, confermata dalla sentenza n. 11024/2012 in data 25/09/2012 dalla Corte di Appello di Reggio Calabria sez. Penale.
Come ricostruito dalla Polizia di Stato, DEMASI Cosimo, proprio al fine di sottrarsi al provvedimento di cattura, si era rifugiato nel capoluogo piemontese da diversi mesi, sfruttando gli appoggi logistici che la cosca d’origine offre ai propri associati, radicati da tempo nell’hinterland torinese.
DEMASI Cosimo è fratello del più noto boss della ‘ndrangheta DEMASI Giorgio, anch’egli catturato, da latitante, a Torino dalla Polizia di Stato nel mese di Aprile 2011, poiché sfuggito alla cattura del provvedimento restrittivo emesso nei suoiconfronti scaturito dalla nota operazione antimafia denominata “CRIMINE”, condotta dalla Polizia di Stato che aveva consentito di disarticolare un importante sodalizio criminoso composto da circa 300 adepti.
In quell’occasione DEMASI Giorgio era stato favorito da alcuni pregiudicati calabresi e suoi compaesani, poi tratti in arresto a seguitodi provvedimento restrittivo emesso dall’A.G. torinese.
DEMASI Giorgio, ritenuto ai vertici della cosiddetta “Provincia”, ove rivestiva un ruolo apicale, era stato colpito dal provvedimento di fermo di indiziato di delitto nr. 1389/2008 R.G.N.R., emesso in data 9 Luglio 2010,in quanto ritenuto capo e organizzatore del sodalizio ‘ndranghetistico, assumendo le decisioni più rilevanti, impartendo disposizioni o comunicando sanzioni agli altri associati a lui subordinati, decidendo e partecipando a riti di affiliazione, curando rapporti con le altre articolazioni delle associazioni, dirimendo contrasti interni ed esterni al sodalizio del locale di Gioiosa Jonica.
Significative, sotto questo aspetto, le numerose conversazioni ambientali, registrate all’interno della lavanderia “APE GREEN”, tra lo stesso e COMMISSO Giuseppe cl. 1947, alias “U Mastru”, esponente di spicco dell’omonima famiglia Sidernese, ove i due discutevano in ordine agli assetti della ‘ndrangheta della Provincia di Reggio Calabria ed in particolare sui “locali” esistenti nella piana di Gioia Tauro.
DEMASI Giorgio,come emerso in numerose attività investigative intraprese nei suoi confronti da parte delle diverse forze di Polizia, è da considerarsi unitamente a URSINO Antonio, detto “Totò”, e URSINI Mario, ai vertici della ‘ndrangheta gioiosana e non solo, essendo conosciuto e rispettato in tutti e tre i “mandamenti” reggini, e, fuori dalla Calabria, in Lombardia e soprattutto in Piemonte.
Al momento dell’arresto DEMASI Cosimo, vista preclusa ogni via di fuga, riconosceva gli investigatori giunti dalla Calabria per procedere personalmente alla cattura, unitamente ai colleghi della prima Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Torino, e si complimentava con gli stessi per la celerità delle indagini culminate con la sua localizzazione.
A favorire la latitanza del DEMASI, dandogli ospitalità nella propria abitazione torinese di via Vittime di Bologna 13, tale M.A. di 60 anni, di Torino, che è stato denunciato per il reato di favoreggiamento.
L’arrestato,dopo le formalità di rito, è stato condottopressola Casa Circondariale di Torino “LO RUSSO E CUTUGNO”, meglio conosciuto come il carcere “le Vallette”.