ROMA – Su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, a Roma e provincia, nella regione Lazio, a Reggio Calabria e nella regione Calabria, è in corso una vasta operazione della Direzione Investigativa Antimafia per dare esecuzione a un’ordinanza, emessa dal gip del Tribunale di Roma su richiesta della Procura della Repubblica di Roma – Direzione Distrettuale Antimafia – che dispone misure cautelari nei confronti di 43 persone, talune delle quali gravemente indiziate di far parte di un’associazione per delinquere di stampo mafioso (416bis CP), costituente una cosiddetta locale di ‘ndrangheta, radicata sul territorio della capitale, finalizzata ad acquisire la gestione e/o il controllo di attività economiche nei più svariati settori (ad es. ittico, della panificazione, della pasticceria, del ritiro delle pelli e degli olii esausti), facendo poi sistematicamente ricorso ad intestazioni fittizie al fine di schermare la reale titolarità delle attività.
L’organizzazione di matrice ‘ndranghetista si ripropone, alla stregua di quanto ricostruito, in termini di gravità indiziaria, dalle indagini sviluppate dal Centro Operativo D.I.A. di Roma, anche il fine di commettere delitti contro il patrimonio, contro la vita e l’incolumità individuale e in materia di armi, affermando il controllo egemonico delle attività economiche sul territorio, realizzato anche attraverso accordi con organizzazioni criminose omologhe.
Sono tuttora in corso perquisizioni e sequestri nonché l’esecuzione di misure cautelari disposte dal gip di Reggio Calabria su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, all’esito di coordinamento investigativo con la Direzione Distrettuale Antimafia di Roma.
Il sindaco di Cosoleto, Comune del Reggino, Antonino Gioffré, è stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta denominata “Propaggine”.
Il suo nome compare nell’elenco dei 34 soggetti raggiunti da un’ordinanza di custodia emessa dal gip su richiesta della Dda reggina contro la cosca Alvaro-Penna di Sinopoli.
L’indagine è collegata a quella della Dda di Roma.
Nel filone calabrese, 29 persone sono finite in carcere e 5 ai domiciliari.
Gioffré è accusato di scambio elettorale politico-mafioso.
Il primo cittadino avrebbe favorito l’assunzione di un altro soggetto indagato.
Gli altri reati contestati dai pm sono l’associazione mafiosa, il favoreggiamento commesso al fine di agevolare l’attività del sodalizio mafioso e la detenzione e vendita di armi comuni da sparo ed armi da guerra aggravate.
Le indagini sviluppate dal Centro Operativo Dia di Roma hanno fornito gravi indizi sull’esistenza dell’associazione di ‘ndrangheta denominata cosca Alvaro-Penna, i cui sodali, secondo l’accusa, risultano detentori di un radicato controllo del territorio e delle attività economiche, nonché infiltrate nella gestione di alcune amministrazioni locali.
Il possesso di armi, anche da guerra, da parte dei componenti dell’associazione criminosa determina la pericolosità dell’associazione stessa.