DA MASSIMO CANALE CANDIDATO ALLA SEGRETERIA REGIONALE DEL PD RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO LA SEGUENTE NOTA STAMAP
Dopo una settimana di campagna congressuale e dopo aver visitato grandi centri urbani e soprattutto tanti di quei piccoli paesi di cui è composta la Calabria, proporrò giorno per giorno ai militanti democratici e all’opinione pubblica le mie dichiarazioni programmatiche. Sarà al culmine di questa sfida che, con il contributo dei miei sostenitori, presenterò l’intera base di programma da cui dovranno scaturire le discussioni politiche all’interno del nuovo Partito Democratico regionale.
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Punto I. Ambiente
Non vi è dubbio che la situazione ambientale della Calabria è regredita agli anni novanta e che i rari passi in avanti sono solo la conseguenza dell’impegno personale di alcuni amministratori. Possiamo quindi affermare che, complessivamente, l’evolversi degli studi e della legislazione non ha portato alcun giovamento allo stato dell’arte della difesa dell’ambiente nella Regione.
L’emergenza ambientale, prima rifiuti e poi acque, dalla fine anni ’90 non ha risolto i problemi dal momento che non è stata in grado di realizzare quel disegno organico che era stato previsto nel decreto Ronchi prima e nel testo Unico delle leggi sull’ambiente dopo e che era individuato nei piani approvati dallo stesso Ufficio del Commissario.
Non c’è dubbio, infatti, che fino a che non si risolverà il problema della realizzazione degli impianti di selezione in provincia di Cosenza ed a Reggio Calabria e non si raggiungeranno le percentuali di raccolta differenziata prevista dalla normativa, l’emergenza rifiuti sarà ciclicamente un questione con cui fare i conti.
D’altra parte,la decisione della Regione di attivare i suoi poteri d’urgenza per consentire lo smaltimento in discarica dei rifiuti non trattati non solo è contro le direttive della Comunità Europea e le leggi dello Stato, ma presenta problemi e rischi sia per l’ambiente che per la popolazione.
Con la stessa energia è poi necessario affrontare le problematiche della depurazione e dello sconsiderato sviluppo urbanistico delle città che aumenta esponenzialmente i costi dei servizi ambientali oltre a consumare inutilmente porzioni importanti di terreno agricolo.