di Redazione
Non sono mancate le reazioni del mondo politico calabrese alle improvvide dichiarazioni rese ieri a Radio Capital dal presidente della commissione parlamentare antimafia Nicola Morra che non hanno risparmiato nemmeno la defunta presidente Jole Santelli, scomparsa poche settimane fa per un male incurabile.
Pubblichiamo, di seguito, le note di commento degli esponenti politici regionali, in ordine di arrivo alla nostra redazione.
““Le grandi questioni dell’esistenza, e i temi come la morte, il dolore, la malattia, l’esperienza della fragilità vengono trattati, da colui che dovrebbe essere un uomo delle Istituzioni, con acredine e cattiveria. Un balzo indietro di chi pensa di essere candido come piatti e cristallino come bicchieri dopo un passaggio nella lavastoviglie 5Stelle. Un messaggio, quello consegnato dal “Giustiziere Morra” che denota solo l’ambizione di emergere. Questa disumanizzazione propagandata con linguaggio aggressivo che diventa odio e rancore non è assolutamente accettabile! In questo caso le scuse non bastano occorrono le dimissioni!”,
Questo quanto dichiara il Consigliere Regionale Pietro Molinaro a proposito delle affermazioni del Presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra.
——————————————————————————————
“È con sdegno che mi sento di replicare alle gravi affermazioni del Senatore Morra, presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, rilasciate a caldo dopo la notizia dell’arresto del Presidente del Consiglio Regionale Domenico Tallini. Non intendo entrare naturalmente nella vicenda giudiziaria- sottolinea Sainato – su cui dovrà pronunciarsi la magistratura, ma ritengo insopprimibile esprimere tutta la mia disapprovazione verso le affermazioni gravi ed offensive dirette alla Presidente Santelli, deceduta appena un mese fa e verso il popolo calabrese. Affermazioni non certo degne di un rappresentante istituzionale. Stigmatizzare la malattia e soprattutto una malattia come il cancro, che Jole Santelli ha sempre affrontato con forza e senza dare segno alcuno di stanchezza o incapacità, è una offesa nei confronti dei tanti malati oncologici, che pur sotto cura, svolgono quotidianamente le loro normali funzioni istituzionali, lavorative e famigliari. Mi sento di esprimere la vicinanza invece a tutte le cittadine ed i cittadini calabresi e non solo, che si sono sentiti offesi dalle dichiarazioni di Nicola Morra, espresse gratuitamente nei confronti una donna di valore, che ha sempre fatto politica e ha ambito a rappresentare al meglio la sua terra nella sua lunga attività di parlamentare ed amministratore locale e regionale. Non per nulla da più parti si è richiesto dopo la sua dipartita di intitolarle la sede della Cittadella regionale di Germaneto”.
L’addetto stampa del Consigliere Regionale Raffaele Sainato
Chiediamo e pretendiamo le dimissioni del senatore Morra da presidente della commissione antimafia. Le sue dichiarazioni vanno stigmatizzate in ogni modo e non possono essere mitigate da scuse o da passi indietro perché anche i suoi debolissimi tentativi di difesa per lo squallido pensiero esternato sono paragonabili ad offese, sia per chi ha avuto l’onore di lavorare con la presidente Santelli sia per tutta la Calabria, additata quale regione ‘irrecuperabile’. E’ un messaggio terribile quello che Morra ha veicolato, che va al di là dell’opportunità di averlo voluto esprimere senza tatto e bollando un intero popolo che, a detta sua, ha la classe politica che si merita. Dobbiamo ricordare a Morra che nel 2018 ha ottenuto una valanga di consensi, che gli permette ora di occupare uno scranno in una delle assise più importanti del paese, e che si trova lì per i voti di quella comunità che oggi egli denigra? Quei calabresi che, a detta del senatore del Movimento, hanno i rappresentanti di cui sono degni: la conseguenza è logica e non va neppure spiegata. Quanti altri exploit del rappresentante grillino dovremo ancora registrare? Abbiamo ascoltato di tutto. Dal bollino etico per gli avvocati, passando per il ‘daspo’ ai commercialisti, tanto per ricordarne qualcuna. E’ francamente ora di dire basta a questo modus operandi da inquisitore e moralizzatore quando, di fatto, per la Calabria ha realizzato poco o nulla salvo che metterla alla berlina, soprattutto attraverso condanne mediatiche. Tutto ciò non si addice minimamente al ruolo che ricopre, occupato, a questo punto, in maniera immeritevole e diviene ancor più intollerabile se ci si sofferma sul trattamento riservato a Jole Santelli. E’ importante, quindi, che soprattutto le donne facciano oggi fronte comune contro le asserzioni di Morra, e chiedano che venga sostituito, ribadendo a più voci quanto la nostra presidente sia stata un esempio di forza, una donna dedita al suo lavoro ed alla sua Calabria fino all’ultimo (così come tante altre nella sua situazione), che non si è mai fatta scudo della sua malattia, non considerandola una situazione che avrebbe potuto e dovuto scalfire l’impegno quotidiano e costante, e in politica e nella sua vita privata. Questa è l’eredità più importante, che deve essere valorizzata per dimostrare quale sia la vera essenza della terra calabrese, dei suoi abitanti, che sicuramente non sono decorosamente rappresentati dalle parole di Morra, espresse da un pulpito che non dovrebbe più appartenergli!
Tilde Minasi
Consigliere regionale Lega
CATANZARO – 21 NOVEMBRE 2020. “Dopo la censura applicata da Rai Tre sul presidente della commissione nazionale Antimafia, Nicola Morra, per le sue parole dure nei confronti di Jole Santelli, non posso non pensare alla nostra collega senatrice del M5S Vittoria Bogo Deledda, scomparsa a marzo scorso a seguito di una malattia oncologica. Non possiamo tutti noi dimenticare il suo terrore all’idea di incontrare all’ingresso o all’uscita del senato ‘Le Iene’, che la perseguitavano letteralmente ovunque con basse insinuazioni sul suo reale stato di salute. La senatrice aveva anche richiesto di poter rassegnare le dimissioni, ma la sua scomparsa ha anticipato gli effetti della sua sofferta decisione. Probabilmente solo gli esponenti di Forza Italia hanno diritto per i media al processo di beatificazione post mortem, con indulto su tutto il loro operato a favore dei loro colleghi di partito indagati per concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico-mafioso”. E’ quanto afferma la senatrice del Movimento 5Stelle, Bianca Laura Granato intervenendo nel dibattito in merito alle dichiarazioni del collega Morra nel confronti della presidente della Regione Calabria, Jole Santelli.
“L’intitolazione all’unanimità della cittadella della Regione da parte della giunta regionale a Jole Santelli è un fulgido esempio di revisionismo storico con apoteosi annessa sull’onda della commozione popolare – afferma Granato -. A chi ha operato in modo umile e discreto e avrebbe gradito un’uscita di scena fuori dai riflettori, proprio perché non agganciata alla politica di sistema, dopo la gogna mediatica, è toccato solo il sipario calato, senza le scuse di nessuno. Non mi pare di aver visto Berlusconi censurare ‘Le Iene’ per il torto fatto alla nostra collega senatrice Bogo Deledda, né nessun altro. D’altra parte, in questi schemi agisce il sistema di informazione in questo Paese, da cui oggi escono finanche articoli che danno del perseguitato giudiziario al presidente del consiglio regionale Tallini, agli arresti domiciliari con accuse pesantissime. Per fortuna i calabresi iniziano ad aprire gli occhi: la verità non va ricercata nel nero su bianco degli articoli di giornale o nelle ricostruzioni cinematografiche di cecchini dell’informazione, ma nella ricostruzione rigorosa della sequenza di precisi atti compiuti da specifici attori. La differenza tra storia e agiografia è questa – conclude la senatrice Granato -. Quanto Morra si sia sbagliato nel definire senza speranze il popolo calabrese possiamo dimostrarlo solo nella cabina elettorale. Il voto, quello sì che può cambiare la storia e l’immagine della Calabria, non le parole dei politici”.
- Senatrice Bianca Laura Granato (Movimento 5Stelle)