Sembrano queste delle vere e proprie imposizioni dittatoriali se oggi si vuole blindare l’informazione, per non dire proprio metterla a tacere, impedendo ai giornalisti di conoscere gli atti ufficiali e di riflesso ai cittadini; anche e soprattutto per questo, è pienamente condivisibile l’appello indirizzato al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, affinché non firmi questa proposta che, in caso contrario, diverrebbe legge con tutti i disastri del caso.
di Antonio Baldari
160 voti a favore e 70 contrari. È con questo esito finale che la Camera dei Deputati ha licenziato l’emendamento proposto dal deputato Costa, in quota “Azione”, relativamente al “No alla pubblicazione integrale o per estratto delle ordinanze di custodia cautelare”; ciò che in un primo tempo aveva visto la maggioranza di governo spaccarsi di fronte a tale proposta, martedì scorso, 19 dicembre, ha visto invece il suo repentino compattarsi con l’aggiunta di “Azione” ed “Italia Viva” che, in tal caso, si sono sganciati da Pd, M5S ed Avs che dal canto loro hanno confermato l’opposizione all’esecutivo votando “No”.
Una situazione nuova e del tutto inaspettata che ha immediatamente fatto insorgere la Federazione Nazionale della Stampa che ha parlato subito di “bavaglio all’informazione”, posto che non si potrà più pubblicare alcunché concernendo il profilo giudiziario di una possibile operazione delle Forze dell’Ordine, facendo quindi venire meno il diritto dei cittadini ad essere correttamente ed esaustivamente informati; da un lato Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, con Azione e Iv, si appellano alla “presunzione d’innocenza” contemplata in una direttiva europea all’uopo redatta, ma è altrettanto vero che la stessa Fnsi si è già rivolta alla Commissione europea con il solo ed esclusivo fine di denunciare i danni complessivamente derivanti dalla mancata informazione, in questo essendo i giornalisti nella chiara impossibilità ad operare con correttezza e professionalità.
Insomma, sembrano queste delle vere e proprie “prove tecniche di regime” se oggi si vuole blindare l’informazione, per non dire proprio metterla a tacere, impedendo ai giornalisti di conoscere gli atti ufficiali e di riflesso ai cittadini; anche e soprattutto per questo, è pienamente condivisibile l’appello indirizzato al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, affinché non firmi questa proposta che, in caso contrario, diverrebbe legge con tutti i disastri del caso.
Un governo che si dica davvero “libero” non può impedire la libertà, in simbiosi al diritto, degli Italiani di conoscere ciò che attiene ad ogni atto attinente alla Giustizia.