foto fonte Ministero della Difesa
Perchè la “guera è un gran giro de quatrini”, un vortice infinito di soldi entro il quale si rimane impigliati, molto piacevolmente, perché ci si guadagna e quasi mai ci si rimette eccezion fatta, naturalmente, per i più deboli: vedasi ciò che sta accadendo in Ucraina dove si sta sfiorando i due anni di conflitto senza che si possa intravvedere il benché minimo spiraglio di conclusione proprio perché non si vuole concludere, stante il fatto che più si va avanti e più si mette in tasca fior di miliardi ma a certe latitudini ci si sta svegliando facendo traballare il più potente di turno.
di Antonio Baldari
Festa dell’unità nazionale, delle Forze Armate e dei caduti di tutte le guerre. Eh sì, perché oggi è il 4 novembre e perché così si è sempre commemorato, riflettutto, meditato. Anzi, negli anni che furono c’era un risalto ancora maggiore essendo “rosso” sul calendario, quando al sacrificio dei caduti veniva giustamente data un’enfasi maggiore per quel nobile prezzo di sangue che fieramente si pagava per “amor patrio”, festeggiando disinvolti l’essere stati in guerra.
Nel tempo il rosso è via via divenuto nero, e quindi giorno “della feria”, un giorno come tanti altri, a ragion veduta considerando il “tempo di pace” e dunque volendo dare un tono certamente minore alla ricorrenza ma non già ai caduti il cui sacrificio rimaneva nel tempo e nello spazio sia pur sempre più sbiadito; oggi, non lo si avvalora quasi più perché la libertà appartiene quasi un po’ a tutti i popoli, per non dire che le guerre in atto le si fa per…guadagno! Eh già, perché si va “alla guerra” per conquistare fette di territorio, volendo ampliare i propri territori, per quel delirio di onnipotenza che obnubila la mente del “re macellaro”, in ossequio al sempre grandissimo Trilussa.
Perchè la “guera è un gran giro de quatrini”, un vortice infinito di soldi entro il quale si rimane impigliati, molto piacevolmente, perché ci si guadagna e quasi mai ci si rimette eccezion fatta, naturalmente, per i più deboli: vedasi ciò che sta accadendo in Ucraina dove si sta sfiorando i due anni di conflitto senza che si possa intravvedere il benché minimo spiraglio di conclusione proprio perché non si vuole concludere, stante il fatto che più si va avanti e più si mette in tasca fior di miliardi ma…
C’è un “ma” grosso quanto la stessa contesa visto e considerato che il popolo è oggi molto più informato rispetto a qualche anno fa, difficilmente si fa prendere per il naso considerando i potenti mezzi di comunicazione che in un nanosecondo ti mettono al corrente pure di ciò che non vuoi, come del resto dimostra un recente sondaggio condotto negli Stati Uniti d’America, sì, proprio da loro che un giorno le dànno ed un giorno le promettono a destra e a manca, ed anche se non se ne parla nei circuiti della “Grande Comunicazione” comunque si viene a sapere di come va il mondo e, nello specifico, di cosa pensano gli Americani, statunitensi.
Che pensano? Che sono stufi di quanto sta facendo il loro presidente, Joe Biden, quello stesso Biden che loro hanno votato alle ultime presidenziali, e che oggi, però, non gradiscono e sono tanti: ben 7 su 10, molto più della metà. Il motivo? È presto detto, sono letteralmente incavolati per essere sistematicamente toccati nelle proprie tasche con fiumi, oceani di dollari messi a bilancio per fare la guerra. Che non è poi una singola guerra ma tante guerre, tutte di spessore perché non ci si vuole far mancare niente, e quindi si va in Ucraina, si strizza l’occhio ad Israele e si protegge – al momento solo a parole – l’isola di Taiwan, chiaramente contro la Cina.
Durerà? Non durerà? Come sempre, chi vivrà vedrà.