Rubrica “L’ago della bilancia”
Mai più cause speciose e speciste per far allontanare cani, gatti o coniglietti dalle case. Vittoria per le famiglie che vivono con quasi venti milioni di quattro zampe e di una battaglia iniziata nelle Assemblee condominiali e nei tribunali portata dalla Lav in Parlamento per una soluzione legislativa, aldilà delle sentenze, ottenuta in quattro anni di impegno istituzionale.
Il ventuno infatti, la Commissione Giustizia del Senato ha approvato in sede deliberante e in via definitiva la Riforma dei Condomini con un’integrazione all’articolo 1138 del Codice Civile secondo la quale «le norme del Regolamento condominiale non possono vietare di possedere o detenere animali domestici». L’Italia quindi adegua un’altra parte della propria legislazione ai principi contenuti nel Tratto Europeo che definisce gli animali esseri senzienti e al Codice penale che punisce i loro maltrattamenti. È riconosciuto così un altro pezzo del diritto alla cittadinanza ai quattro zampe, si mette fine a una discriminazione contro chi vive con animali domestici, una battaglia che per il diritto di proprietà sulle case aveva già visto schierarsi la Giurisprudenza, ma che vedeva ancora ben organizzata un vera e proprio animalofobia da condominio rappresentata dal senatore Giovanardi che si è dovuto accontentare di un inutile ordine del giorno. Di fatto questo nuovo principio legislativo assicura anche la fine delle cause per il passaggio nelle scale e l’utilizzo degli ascensori, una pace sociale che dovrà essere rispettata da tutti, senza alcun dubbio interpretativo. Inoltre, laddove le condizioni di spazio verde lo permettono, c’è un implicito riconoscimento per esempio ad una gallina di non essere più considerata anche giuridicamente un animale “da macello”’. Il nuovo articolo è stato approvato grazie in particolare alla deputata del Pdl Gabriella Giammanco e alla senatrice del Pd Silvana Amati. Sconfitti i tentativi di commercianti di animali esotici e loro accoliti di veder riconosciuto il diritto a vivere in condominio anche con animali come serpenti o sauri, frutto del business pagato sulla pelle degli animali stessi. Naturalmente rimangono tutte le forme di tutela civile e penale che l’ordinamento già prevede a favore dei terzi che concretamente subiscano un danno dall’animale (inquinamento acustico, problemi igienico-sanitari certificati, per esempio). L’approvazione di questa nuova legge fa venir meno inutili controversie giuridiche, con grande vantaggio per la cosiddetta “macchina della giustizia”. Ecco, con il contributo dell’avvocato Marianna Sala di Milano cosa cambia nell’ “esercizio al diritto all’animale domestico”. L’intera riforma del Codice Civile sul condominio, come nuova Legge dello Stato, entrerà in vigore sei mesi dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. I principi in essa contenuti possono essere fatti valere da subito.
Gianluca Felicetti
Presidente LAV