di Patrizia Massara Di Nallo (foto fonte Ansa)
CALABRIA – Un nuovo fungo, esotico e tossico, è apparso anche in Calabria. A causa della crisi climatica assistiamo a una serie di alterazioni ambientali in vari campi, soprattutto per quanto riguarda la flora e la fauna. Negli ultimi tempi ha fatto la sua comparsa sui monti calabresi una nuova specie di fungo esotico, non tipica, quindi, delle nostre montagne, e purtroppo pericolosa in quanto tossica.Si tratta, infatti, del Chlorophyllum molybdites, fungo di origine tropicale.Il micologo Ernesto Marra responsabile dell’Ispettorato Micologico, Sian, Asp di Cosenza, nel darne notizia, ha affermato:”Il riscaldamento dell’atmosfera sta determinando il progressivo avanzamento verso Nord del clima tropicale e ciò fa si che specie viventi originarie di tale fascia climatica, animali, insetti, piante, pesci e anche funghi, trovino condizioni favorevoli alla crescita nei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo le cui mutate condizioni di temperatura ed umidità ne consentono la presenza, lo sviluppo e la diffusione”.Questa specie fungina, di origine tropicale, particolarmente invasiva e totalmente assente fino a qualche anno fa in Calabria, si sta diffondendo nelle aree del litorale Ionico e Tirrenico (per esempio Gizzeria, Lamezia Terme, Vibo, Reggio, Polistena, Roccella Ionica, Sellia Marina, Catanzaro, Belvedere Marittimo) e il cui ritrovamento, da parte di cercatori di funghi, proprio negli ultimi giorni, si sta intensificando.
Il fungo è spuntato, qualche anno fa e per la prima volta in Italia, nel messinese ed è stato segnalato anche in Calabria in una recente pubblicazione di settore, dallo stesso Marra e da Dario Macchioni del Dipartimento Salute e Welfare regionale. La sua pericolosità è doppia in quanto, all’apparenza, può essere confuso facilmente con un’altra specie ricercata e largamente consumata, la Macrolepiota procera, conosciuta comunemente come “mazza di tamburo” alla quale lo accomuna l’aspetto e l’habitat di crescita. Gli esperti suggeriscono che è necessario mantenere alta la guardia, anche in altre regioni, perché la specie sotto accusa, con ogni probabilità, continuerà a diffondersi. I caratteri utili a differenziare le due specie possono facilmente sfuggire agli inesperti ed è questo un ulteriore motivo per raccomandare, sempre, prima di consumare qualsiasi specie fungina spontanea, di sottoporre il raccolto a controllo di commestibilità presso gli enti sanitari preposti, ovvero gli Ispettorati micologici delle Aziende sanitarie provinciali.