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Si pensava, o quantomeno si sperava, che quelle picconate potessero essere le ultime e che non ce ne potessero essere di altre, ad accompagnare le nostre giornate nuovamente affratellati, amici, tutti sotto lo stesso cielo, seduti allo stesso tavolo, sorridenti ed abbracciati per sempre e invece…e invece quel “per sempre” è durato poco più della metà di mezzo secolo per quell’antico adagio che ancora una volta è di nuovo salito sul palcoscenico della Storia: cambiano i personaggi ma il canovaccio è sempre uguale a sé stesso.
di Antonio Baldari
Il 9 novembre di trentaquattro anni fa cadeva il Muro di Berlino, il “muro della vergogna” che per tantissimo tempo, troppo tempo, aveva diviso l’Ovest dall’Est, l’Occidente dall’Oriente al punto che, a causa di quello scempio, la Germania era divisa in due con una capitale ciascuno: Bonn da una parte, ad Ovest, e Berlino dall’altra, ad Est.
Trentaquattro anni dopo sono cambiate tantissime cose nel continente europeo con la Germania, tanto per sintetizzare, che è divenuta una ed una soltanto con Berlino capitale dello Stato unico ma, di fatto, alla luce degli accadimenti degli ultimi tempi, sembra che quella vergogna sia rimasta in piedi: appare del tutto lecito l’affermare che fu una “lezione” che, ahinoi, non ha insegnato nulla.
Si pensava, o quantomeno si sperava, che quelle picconate potessero essere le ultime e che non ce ne potessero essere di altre, ad accompagnare le nostre giornate nuovamente affratellati, amici, tutti sotto lo stesso cielo, seduti allo stesso tavolo, sorridenti ed abbracciati per sempre e invece…e invece quel “per sempre” è durato poco più della metà di mezzo secolo per quell’antico adagio che, ancora una volta, è di nuovo salito sul palcoscenico della Storia.
Cambiando i personaggi ma con il canovaccio sempre uguale a sé stesso, ripetibile e non rivedibile, anzi, la “cristiana” Europa sta cambiando più veloce che mai la propria pelle non certamente “scristianizzandosi” ma rendendosi simile ad una sorta di camaleonte che cambia a seconda delle necessità e delle convenienze: di esempi ve ne sono a iosa ma ciò che non si può mettere in discussione è il fatto che altri “muri” si stiano erigendo, essendosi nuovamente raffreddati i rapporti tra Est ed Ovest, con Oriente ed Occidente ancora una volta distanti.
La guerra è divenuto sostantivo predominante e non accenna a sbiadire la propria presenza, tutt’altro!, incalza di giorno in giorno per quell’altro sostantivo, suo contrario, qual è pace che è stato del tutto emarginato a scapito soprattutto di donne e bambini. Perché la guerra è costantemente l’uomo a farla anche e soprattutto nel suo genere maschile, generando morte e disperazione.