di Adelina B. Scorda
BRANCALEONE – Sarebbe un ragazzo di 21 anni, Gianluca Bevilacqua di Brancaleone, l’autore dell’efferato omicidio ai danni della badante di origine ucraina, Tatiana Kuropatyk, uccisa domenica scorsa. Dopo un lungo interrogatorio, il ventunenne ha confessato di essere l’autore del delitto. E’ quanto è stato evidenziato nella conferenza stampa, tenutasi stamattina a Locri, alla presenza del Procuratore di Locri, Luigi D’Alessio.
Il corpo di Tatiana, parzialmente ustionato, è stato ritrovato solo il giorno dopo a seguito di una segnalazione anonima. Le indagini condotte dai carabinieri della Compagnia di Bianco e dal Nucleo Investigativo di Locri hanno avuto una svolta positiva proprio questa notte, quando le stessei, restringendo il cerchio dei possibili autori del delittoi, hanno condotto all’accampamento degli zingari di Brancaleone. Tra di loro cinque sono stati condotti in caserma mentre un altro uomo, che poi si scoprirà essere il padre del presunto omicida, è stato colto da malore. Una lunga notte di interrogatori ha fatto poi crollare Gianluca Bevilacqua che con un’anomala freddezza – “sembrava quasi assente” riferiscono gli inquirenti in sede di conferenza stampa – ha confessato l’omicidio. Non un movente passionale, né conti in sospeso, non la conosceva neppure, ma un semplice e tragico raptus sarebbe stata la causa scatenante del tragico femminicidio. Tatiana era a mare, sarebbe lui l’uomo che la terrorizzava e del quale parlò con l’amica al telefono prima di morire. L’avrebbe colpita ripetutamente con un bastone trovato lì vicino, e dopo averla stordita avrebbe abusato sessualmente di lei colpendola nuovamente. Tatiana si è difesa disperatamente nel tentativo di sfuggire al suo carnefice, ma la forza bruta e assassina hanno avuto il sopravvento su di lei. Probabilmente, lasciata agonizzante in quel pezzo assolato di spiaggia, nascosto dalle sterpaglie, Tatiana sarebbe morta dopo poco. Ma la brutalità non si ferma, forse sconvolto scappa, brucia i propri vestiti e si confida forse con qualcuno. Poi il tentativo maldestro di far fuoco al corpo di Tatiana con un bottiglietta di benzina, ma la terra è umida e le foglie utilizzate per appiccare il fuoco sono verdi e bagnate. La confessione non darebbe adito a cautele, ma il procuratore Luigi D’Alessio, ci va con i piedi di piombo: “dopo il caso Scazzi, purtroppo, anche le confessioni bisogna prenderle con le pinze – ha dichiarato – attendiamo adesso il riscontro dell’esame autoptico e i referti del genetista, la presenza del Dna del ragazzo, escluderebbe ogni dubbio”. Gianluca Bevilacqua, ad oggi ancora il presunto assassino, è il secondo di tre fratelli, appartenente alla comunità degli zingari di Brancaleone, figlio del profondo disagio sociale in cui vive, non è purtroppo estraneo a questi eventi, il fratello Leonardo Bevilacqua è detenuto presso il carcere di Vibo per stupro, compiuto da minorenne ai danni di una donna di 54 anni. Una famiglia disperata, quasi inesistente che però non ha reagito cercando di proteggerlo, ma collaborando con i carabinieri. Una donna uccisa, una vita distrutta, è il quadro triste e agghiacciante di una storia che porta con sé un’unica nota positiva. È stato grazie alla collaborazione dei numerosissimi cittadini di Brancaleone che hanno strettamente collaborato con le forze dell’ordine fornendo indizi e particolar,i che il cerchio attorno al probabile assassino si è potuto chiudere brevemente. Adesso si dovranno solo attendere i referti ufficiali dell’esame autoptico per chiudere definitivamente l’ennesimo caso di un tragico femminicidio.